mercoledì 19 ottobre 2016

LA VENDETTA DEL VAMPIRO

(El mundo de los vampiros, 1961)
Regia
Cast  , ,  


Il cinema horror messicano, troppo poco studiato e analizzato dai patiti del genere, ha sempre avuto il pregio di regalarci bizzarre varianti all'interno del classicismo insito nel cinema dei mostri, ne è un buon esempio questo "El mundo de Los Vampiros" dove il regista Alfonso Corona Blake ci regala un interessante connubio tra musica e vampirismo, inventando una straordinaria marcetta transilvana in grado di scacciare i demoni succhiasangue, detto questo il film rivela un'estetica trash da manuale non esente, però, da suggestioni tipiche del cinema orrorifico sudamericano. L'inizio della pellicola vede la solita bara in primo piano che si apre rivelando una mano affetta da delirium tremens che si agita prima di scoperchiare il Conte Subotai con un vestito talmente inamidato che ci si chiede come faccia a muoversi, ed infatti l'attore Guillermo Murray (un incrocio tra Ricardo Montalban e Adam Sandler) cammina a scatti, sfodera uno sguardo penetrante ma un pò strabico, indossa una giacchina che gli arriva al petto e un orrendo gioiello sulla camicia, oltre al solito mantellone debitamente aperto come vuole la tradizione.  

La suggestione del weirdo, però, comincia quando appaiono i suoi servi vampiro, un gruppo di allampanati e ammantellati con posticce maschere di gomma, enormi orecchioni e dentoni da tricheco. Non parliamo poi di quando si trasformano in pipistrelli, assurdi pupazzetti in cartapesta che sembrano ventagli scalcagnati. Insomma c'è di che divertirsi, soprattutto quando Subotai va a suonare un kitchissimo organo fatto di teschi e tibie e suona talmente male che capiamo subito il motivo delle orecchione. Se poi si pensa che la tortura che i vampiri adottano verso un prigioniero è quella di tirargli le orecchie!  Insomma tra un digrignare di dentoni, una suonata stonata e un sacrificio umano con un pugnale che non andrebbe bene manco come tagliacarte, scopriamo che Subotai vuole vendicarsi di una famiglia che discende dai loro nemici, il vampiro invoca Astaroc (Sic!) e organizza la vendetta nei confronti dei Colman, padre e due figlie di cui Eleonora  (Erna Martha Bauman) è particolarmente avvenente.
  

La scena si sposta nella casa di questi ultimi dove il bellimbusto Rodolfo (Mauricio Garcés) si esercita al piano con sonate sperimentali che fanno abbaiare i cani e nitrire i cavalli dopodichè suona la mitica marcetta scacciavampiri che il conte Subotai (spuntando all'improvviso alla festa) non gradisce per niente e inizia ad avere convulsioni degne di un epilettico.  La notte stessa il conte vampirizza Eleonora che, a sua volta, morde Rodolfo il quale si sveglia con le mani unghiose e pelose (altra fantastica variante: il vampirizzato si trasforma in licantropo?), successivamente rapisce il vecchio Colman e lo porta nelle cantine del suo castello. Il mattino dopo  l'altra figlia va dal conte con Rodolfo (che nasconde opportunamente le zampacce nelle tasche della giacca) per cercare i parenti scomparsi, i due affrontano a cazzotti l'immancabile servo gobbo e deforme con due baffetti  da Hitler e finiscono nelle cantine dove Rodolfo si fa largo cazzottando i mostri orecchiuti e squittenti e suona la marcetta all'organo con le sue manine pelose scacciando finalmente i mostri e liberando la famiglia dal maleficio. Alla fine anche il Conte Subotai, al culmine della sua rabbia si fa spuntare le orecchione chiudendo con una nota estrema un film che gli appassionati del trash non potranno che amare.

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