mercoledì 29 settembre 2021

HORRORS OF MALFORMED MEN

 (Edogawa ranpo taizen: Kyofu kikei ningen, 1969) 

Regia Teruo Ishii 

Cast Teruo Yoshida, Tatsumi Hijikata, Yukie Kagawa 

Parla di “mostri palmati, donne incatenate che mangiano granchi, donne argentate, facce infarinate in un trip psichedelico che richiama L’isola del dr. Moreau di Wells” 

Tratto dai deliranti racconti dello scrittore Rampo Edogawa, questo film di Teruo Ishii è un vero trip allucinogeno che trasporta lo spettatore direttamente nel limbo colorato e trasgressivo della deviazione più marcata. Tutto inizia in una specie di manicomio dove una tizia urlante cerca di accoltellare Hitomi (Teruo Yoshida), un neolaureato in medicina affetto da amnesia. Ma il coltello è finto ed il giovane viene ricondotto nella sua cella dalle guardie. Una notte un altro ospite cerca di ucciderlo veramente ma Hitomi se ne libera e fugge dalla gabbia, incontra una ragazza di un circo che canticchia una nenia familiare ma subito dopo viene uccisa misteriosamente e Hitomi viene accusato dell'omicidio. Truccatosi, il giovane finisce sulla costa dove scopre che un tal Genzaburou, somigliante a lui come una goccia d'acqua, è appena deceduto. Ed infatti Hitomi, giunto al cimitero dove è sepolto il tipo per scoprire se ha il suo stesso tatuaggio sul piede, viene scambiato per il morto risorto e si inserisce nella sua famiglia, dove scopre che il padre, il dottor Jogoro Komodo (Tatsumi Hijikata) è un mostruoso freak dalle mani palmate isolato da tutti su un atollo che Hitomi ricorda nelle sue visioni. 

Dopo alcuni fatti strani e la morte della moglie, Hitomi decide di andare a far visita al padre che in realtà è anche suo genitore visto che il suo sosia è anche suo fratello gemello. Sull'isola Hitomi scopre che il mostro sta creando un esercito di esseri deformi manipolando delle persone rapite sulla terraferma e che lui è stato mandato a studiare medicina per aiutarlo in questo folle progetto. Il bello è che tutto nasce dal tradimento della di lui moglie, messa poi in catene in una grotta a cibarsi di granchi. Il finale vede l'esplosione in cielo di Hitomi e di una tizia che scopre essere sua cugina, con cui ha avuto rapporti incestuosi dopo averla separata dal gemello siamese a cui era incollata. Se non ci avete capito niente della trama non è importante, anche perchè credo sia un'impresa veramente ardua (ed inutile) cercare un senso in un film dove  bisogna invece abbandonarsi alle assurde coreografie di donne argentate che nuotano nell'acqua, mostri con la faccia piena di farina che si agitano, al mostruoso Komodo che danza davanti a schiume di onde infrante sugli scogli. 

Il tutto in un'opera controversa, bannata per anni in Giappone e maledetta dai più per l'estro e la voglia di osare un linguaggio diverso. Non aspettatevi fiumi di sangue, combattimenti marziali o erotismo zen, in realtà qua c'è tutto e niente. Rimandi a "L'isola del dr. Moreau" di H.G.Wells, scene grottesche e a tratti anche ilari ma soprattutto un gran guazzabuglio di situazioni e intrighi di cui si perde il filo logico quasi subito. Uscito in dvd in versione inglese sottotitolata, Horrors of malformed men è un film curioso e bizzarro che vale la pena vedere almeno una volta nella vita ma è anche un film su cui è quasi impossibile dare un giudizio che non sia quello puramente estetico. Molte cose sono di maniera ed il kitsch abbonda ma se siete amanti del cinema nippo allora è un titolo imperdibile, evitate, però, di assumere acidi prima della visione. 

mercoledì 22 settembre 2021

GUINEA PIG 2: FLOWER OF FLESH AND BLOOD

(Za ginipiggu 2: Chiniku no hana, 1985)

Regia Hideshi Hino
Cast Hiroshi Tamura, Kirara Yūgao
Genere: Horror, Splatter

Parla di "Samurai rincoglionito droga e affetta ragazza per realizzare una sua personalissima opera d'arte"
 

Dopo il successo del suo primo esperimento di fake snuff movie, il fumettista Hideshi Hino ci riprova con questo secondo capitolo, tratto da un suo Manga, che inaugurerà a tutti gli effetti la serie di mediometraggi più disgustosa e emoglobinica che la storia del cinema ricordi. A differenza del primo Guinea Pig, questa volta il regista non ci prova neppure a mascherare da snuff le immagini, tant'è che le didascalie iniziali parlano di una ricostruzione di un video ricevuto da un artista, da parte di un suo fan. Le sequenze iniziali seguono una giovane donna fino alla sua cattura ad opera di uno sconosciuto che la narcotizza. La poveretta, quindi si risveglia legata mani e piedi, in balia di un vecchietto pallidissimo con il cappello da samurai. 

E' l'inizio della lavorazione di una sorta di opera artistica al sangue, l'opera al nero di un serial killer che prima droga la vittima di modo che, al dolore sopraggiunga il piacere. Espediente questo per evitare che l'attrice non sia abbastanza convincente nel manifestare urla e lamenti, difatti più che far ciondolare la testa in uno stato di apparente dormiveglia, la giapponesina altro non fa. Ed intanto il nostro uomo comincia lentamente a tagliargli tutti gli arti, a sventrarla e per finire, decapitarla, avendo cura di scavarle fuori gli occhi con un cucchiaino e ciucciarseli avidamente come un bambino che poppa il latte materno.

A prescindere dal ridicolo che emana quasi tutta la vicenda (unica nota d'effetto è la sequenza del pedinamento in auto) questo secondo capitolo è poco più di un pretesto per mostrare la bravura del make-up artist Nobuaki Koga che supera sé stesso nella lunga scena dello smembramento, a livelli di insostenibilità visiva molto elevata. Per il resto, se si supera il disgusto rimane la noia, poiché, eccettuato lo splatter, non accade praticamente nulla. L'attore che fa il samurai è di un gigionesco ai limiti del ridicolo, l’attrice (beh! L'ho già detto) ciondola come rincoglionita e il regista che fa? Ostenta primi piani sulla carne tentando di dare un'aura artistica all'insieme anche se il cinema, in quanto settima arte, si trovava da tutt'altra parte durante la realizzazione di questo film.

venerdì 10 settembre 2021

I, ZOMBIE - THE CHRONICLES OF PAIN

(1998) 

Regia Andrew Parkinson 

Cast  Dean Sipling, Ellen Softley, Gile Aspen 

Genere: Horror intimista 

Parla di “Studente morso da una zombie si strugge nel dolore del pascer di carne umana” 

Questo horror di Andrew Parkinson è un prodotto low budget, quasi amatoriale, ma notevole nel suo sviluppo e originale all'interno di un genere come lo zombie movie, che, a partire dagli anni '70 ha ormai esaurito tutte le idee. In questo frangente, invece, assistiamo ad un' innovativo concetto del morto vivente, che viene visto come una sorta di malato, perfettamente cosciente della sua condizione di zombie e del bisogno di nutrirsi di carne umana. Viene persino data una spiegazione logica al suo cannibalismo, lo zombie infatti, dopo 4 giorni senza carne viene assalito da dolorissimi spasmi che rischiano di portarlo alla follia. Vediamo quindi il protagonista David (Dean Sipling) scosso in più occasioni come in preda a un attacco epilettico. Studente Universitario, il nostro eroe, viene morso da una zombessa durante una passeggiata studio nei boschi, da allora la sua vita (o morte?) cambia radicalmente. 

Scompare dalla vita della sua fidanzata Sarah (Ellen Softley), prende un appartamento in periferia e inizia a dedicarsi ai suoi appetiti carnivori come un vero e proprio predatore. La differenza sta nel fatto che per David questa condizione rasenta quasi la tossicodipendenza, accentuata da una progressiva decomposizione del corpo che raggiunge il suo apice quando, in un tentativo di masturbazione, gli rimane in mano l'uccello. Intanto nel film si susseguono delle interviste agli altri personaggi, in particolare Sarah che continua a domandarsi che fine abbia fatto il suo fidanzato, finché, stufa di attendere il suo ritorno decide di dimenticare e nelle ultime scene, abbandona il sacco coi suoi vestiti in strada mentre, da un'altra parte, il povero protagonista, ormai ridotto ad un ammasso putrido, incapace ormai di camminare, si abbandona sul letto in un sonno forse senza ritorno. 

Nonostante una fotografia grossolana e alcune sequenze eccessivamente lente, il film sviluppa bene la progressione del morbo, con una trasformazione che ricorda molto Tetsuo e soprattutto si tasta da vicino la dolorosa empatia con il personaggio e la sua umanità disfatta. Per la prima volta vediamo uno zombie con un'anima, percepiamo la sofferenza ed alla fine l'affresco complessivo ti si inserisce dentro lasciando quel piacevole sapore amaro che solo i bei film riescono ancora a regalarci.