mercoledì 26 giugno 2013

EMANUELLE IN AMERICA

(Id. 1977)
Regia di
Cast , ,          

Non c'è niente da fare, il vero cinema estremo è stato fatto negli anni settanta ed è tutto italiano, merito (o demerito?) di artigiani senza scrupoli come Joe D'amato il quale, forte di una grande richiesta di sesso nelle sale cinematografiche di quel periodo, non si fermava davanti a nulla. Ecco dunque questo terzo capitolo della serie "Emanuelle nera" interpretato dall'esotica Laura Gemser, bel sorriso, corpo efebico e quel color ebano che faceva girare la testa a spettatori desiderosi di meravigliose spiaggie caraibiche.
 
Eppure il sogno erotico che pur abbonda in questo titolo, ha lasciato spazio negli anni a quel momento shock che, verso la fine della pellicola, trasforma un innocente filmetto sexy in qualcosa di visivamente vicino al Salò di Pasolini, una serie di torture riprodotte come se fosse un autentico snuff movie da parte di un gruppo di lascivi e crudeli soldati sudamericani ai danni di povere ragazze, torturate, stuprate e uccise in modi talmente impensabili che a descriverli si rischia la censura anche su un blog come questo. Il buon Aristide ci prepara ad un viaggio nell'inferno del sesso con la giornalista Emanuelle e le sue avventure degne delle tavole di Crepax, accompagnata dal trascinante beat di Nico Fidenco, viene prima minacciata in auto da un giovane sessualmente represso, poi con una macchina fotografica nascosta si intrufola alle feste dei mercanti d'armi dove si concede volentieri a momenti lesbo in piscina con abbondanza di primi piani subacquei contraddistinti da inquadrature paradisiache.
 
Poi si passa nelle stalle dove una virago ingioiellata masturba un cavallo e anche qui la macchina da presa osserva senza lasciare nulla all'immaginazione. Successivamente le avventure della nostra esotica eroina ci portano a Venezia dove prima partecipa ad un threesome  in una villa principesca, poi si fa il suo ragazzo dietro la porta di una sala d'orchestra dove i musicisti suonano Vivaldi, indi partecipa ad un festone alto borghese che si trasforma in orgia con tanto di donna nuda che esce dalla torta.
 
Nell'ultima mezz'ora Aristide Massacesi, sollecitato dalla distribuzione estera, trasforma quello che prima era un softcore senza grosse impennate (a parte il cavallo) in un pornazzo vero e proprio con tanto di vera fellatio (realizzata spontaneamente da una Marina Frajese in gran forma), trombate varie e vogliose arricchite che si accoppiano con maschio selezionati da apposite medagliette, alla fine entra in scena lo snuff e sono dolori per tutti, così reale e crudele che le stesse attrici rimasero scioccate nel rivedere la scena e qualcuna fece pure causa al regista.
Gli effetti gore di Giannetto De Rossi lasciano il segno con falli laceranti, mammelle tagliuzzate e museruole che sfregiano, sangue, nudità ed efferatezze che colpiscono allo stomaco attraverso un silenzio assordante, un pugno doloroso che ha inevitabilmente lanciato sul mondo l'anatema del cinema estremo che invaderà le sale negli anni successivi.