martedì 18 dicembre 2012

SANTA CLAUS CONQUERS THE MARTIANS

(Id. 1964)

Regia Nicholas Webster
Cast  John Call, Leonard Hicks, Vincent Beck


 Visto che siamo in un periodo di festività cosa c'è di meglio, per gli amanti del vero trash, di questo piccolo classico natalizio realizzato in puro stile old fashioned arricchito da tutti gli arredi e i costumi tipici della Sci-Fi anni' 60? Un must assoluto per tutti i bambini americani ma purtroppo, pressochè sconosciuto in Italia. In questa pellicola troviamo un Santa Claus (John Call ), appena uscito da una pubblicità della Coca Cola con tanto di nanetti barbuti e il suo onnipresente "OhOhOh!" e che viene rapito nientemeno che dai marziani con il pur nobile intento di riportare il sorriso sulle labbra verdastre dei bambini alieni.
L'astronave che vola nello spazio sembra un tubetto di dentifricio con la classica fiammella di un accendino, i costumi dei marziani sono quanto di più kitsch si possa trovare in quel periodo ma la canzoncina "Hooray for Santy Claus" che si sente nei titoli di testa e di coda è uno splendido pezzo beat cantato da un coro di bambini e non mancherà di esaltare la vostra visione (nei titoli di coda appare anche il testo per cantare tutti insieme!) di un pezzo di antiquariato cinematografico americano alla ricerca disperata di buoni sentimenti e zuccherose effusioni natalizie.
Purtroppo per "Santa Claus conquers the martians" quello che traspare è una involontaria comicità demenziale maggiormente enfatizzata dalla povertà di mezzi che non si vergogna di essere mostrata.

martedì 11 dicembre 2012

MALABIMBA

(Id. 1979)

Regia Andrea Bianchi
cast Mariangela Giordano, Katell Laennec, Patrizia Webley


Prodotto da uno specialista del genere, Gabriele Crisanti, il film di Andrea Bianchi si inserisce a tutti gli effetti nel filone dei nunsploitation, ovvero quella cerchia di film che mescolavano sacro e profano e più specificatamente suore+sesso, un connubio che, all'epoca garantiva un sicuro successo di botteghino. Nel caso di Malabimba, poi, l'elemento horror riprende le tematiche protosataniche dell'Esorcista, tanto in voga dopo il successo del film di William Friedkin, sostituendo opportunatamente il signore delle tenebre con una più lussuriosa presenza dell'antenata Lucrezia, donna lasciva e libidinosa che si impossessa del corpo della giovane Bimba (Katell Laennec) obbligandola a comportamenti poco consoni alla casata dei Caroli a cui appartiene.
L'azione si svolge tutta nel maniero di famiglia, e inizia con una sorta di seduta spiritica con tanto di medium delirante, la suora Sofia (Mariangela Giordano) sente una presenza dentro di sè ma riesce a scacciarla, questi allora trova le tenere carnine della pubescente Bimba, figlia di Andrea (Enzo Fisichella) ignara delle cose della vita avendo da sempre vissuto al castello. La giovane comincia così a masturbarsi con tutto quello che trova, un orsacchiotto (a cui infila la candela al posto del pene), un enorme puffo di peluche, spia il padre che viene irretito dalla lussuriosa zia (Patrizia Webley), si spoglia nuda a una festa di vecchi nobilastri e finisce a praticare un blow-job allo zio paralizzato (tutto tranne lì eh!) che se la muore godendo.
Alla fine riesce a farsi anche la procace suora trasferendo il malvagio spirito dentro di lei. Nonostante la trama pervasa da elementi occulti, l'horror è ai minimi termini virando invece verso il porno esplicito (anche se si narra che dette scene furono eseguite da controfigure), il che non è necessariamente un male, magari non saremo di fronte a un capolavoro di genere ma il film di Bianchi mantiene le aspettative promesse cimentandosi in lunghe e patinate scene di sesso che non disdegnano particolari scabrosi, La Giordano inoltre è un'icona prosperosa del genere, qui decisamente al suo meglio. Anche la giovane Laennec riesce a mantenere alta l'attenzione con momenti lesbo allo specchio, masturbazioni ravvicinate e uno sguardo perso tra il birichino e l'innocente. Menzione d'onore anche alla Webley (che troveremo anche in Salon Kitty ), procace similteutonica bellezza generosa in quanto a mostrare le sue grazie in calzamaglia. Insomma un prodotto a uso e consumo di un pubblico voyeur, d'accordo, ma curato nella confezione e lineare nella sua narrazione, non annoia e fa bene alla circolazione, cosa volere di più dalla vita e sopratutto dal cinema italiano di genere? 

mercoledì 5 dicembre 2012

TEENAGE MONSTER

(Id. 1958)
Regia Jacques R. Marquette
Cast Anne Gwynne, Stuart Wade , Gloria Castillo

Il film viene introdotto da una didascalia in cui si afferma che i fatti narrati appartengono ad una leggenda ma che di fatto potrebbe essere accaduta. Difficile crederci quando si assiste alla triste storia del figlio di un cercatore d'oro che si becca uno strano meteorite (più simile ad una stella filante però...) in faccia. A seguito dell'esplosione il padre muore e il ragazzino, di nome Charles, si tramuta in un mostro che sette anni dopo vediamo alto due metri, peloso come uno yeti che  si esprime come Chewbacca (magari Lucas si è ispirato a questo film per il personaggio di Star Wars!) e dimostra un insolito istinto omicida che sfoga ai danni dei passanti che incontra.
Da parte sua, la madre cerca di nascondere il figlio agli occhi di tutti. Quando però Charles rapisce la giovane e avvenente Kathy, la donna paga il silenzio della ragazza dopo averla liberata, quest'ultima però usma la possibilità da una parte di arricchirsi, dall'altra di liberarsi del fidanzato taccheggiatore. La sordida Kathy convince così Charles a uccidere il boy-friend  e comincia a inculcargli in testa il fatto che sua madre non lo ama spiandola mentre tresca con lo sceriffo del paese. La conclusione sarà amara e sorprendentemente crudele (almeno per la ragazza). Drammone ambientato nel vecchio west con tanto di pepite d'oro, sceriffo con la stella di latta e abiti d'epoca, il film oscilla tra il tragico ed il patetico che sfocia nel grottesco grazie anche alla comica interpretazione di Gil Perkins,il quale più che mugugnare e agitarsi come un ossesso non riesce a fare, anche gli omicidi fanno quasi ridere talmente è goffo nel cercare di strangolare e spezzare colli alla gente.
In questo non lo aiuta il make up che lo dota di un parruccone e guanti pelosi degni del licantropo de "La croce dalle sette pietre". Unico film diretto da Jacques R. Marquette, direttore della fotografia per Roger Corman, Teenage Monster  appartiene al filone dei mostri adolescenziali tanto in voga nella seconda metà degli anni cinquanta. Di originale, oltre all'impianto narrativo da tragedia shakespeariana, ha anche lo strano miscuglio tra horror, fantascienza e western, oltre ad un ottima sceneggiatura che, almeno nelle intenzioni, sviluppa un buon ritmo e notevoli intuizioni. Brave e belle le due protagoniste Anne Gwynne (la madre del mostro) e in particolare Gloria Castillo dallo sguardo espressivo e inquieto che ben rappresenta il perverso personaggio della sordida Kathy.