giovedì 26 gennaio 2017

IMMAGINI DI UN CONVENTO

(Id. 1979)
Regia  
Cast  , ,


Se nel cinema vogliamo considerare anche i sottogeneri come unità a sè stante nonchè quale testimonianza di un'epoca d'oro del cinema nostrano come la seconda metà degli anni '70, non possiamo esimerci dal considerare questa pellicola di Joe D'Amato il capolavoro del nunsploitation. Ovvero quel sottogenere porno soft core nato sotto l'ondata trasgressiva del film di Walerian Borowczyk "Interno di un convento " (1977). La nunsploitation ebbe un periodo felice quanto breve nelle programmazioni nelle sale, mostrandoci allegramente una serie di bellissime suore ingnude e vogliose, artistiche scenografie di lesbo in calzamaglia nera che sfidarono l'etica rigorosa del potere ecclesiastico offrendo un'alternativa alla vita monastica delle nostre consorelle, una gioiosa alternativa in cui il sesso si trasforma in dio passando attraverso satana. 

Il film di D'amato sfiora più di una volta nell'horror di stampo satanico con la maledizione di una statua raffigurante il dio pan, il cui malefico impulso incita alla copulazione ed alla ninfomania un gruppo di suore in un convento sperduto tra i boschi. Protagonista assoluta la splendida Paola Senatore nei panni di una contessina, rinchiusa a forza in clausura che si ribella fornicando con un giovane viveur (Angelo Arquilla)  ospitato nel convento dopo un assalto dei briganti. Per non parlare della splendida madre superiora Marina Hedman, divorata dalla lussuria ma devota ai suoi voti. 
  
D'amato ostenta una cura nella fotografia (di cui è anche il direttore), nelle luci soffuse, nelle languide penombre ed in un montaggio raramente così ben curato ma anche sullo squallore di un stupro vissuto nella ruvida violenza delle briganterie passate. Ieri questo film era considerato un porno oggi potrebbe essere rivalutato come grande film "porno". Se siete stanchi di sesso filmato con telecamere digitali, di riprese dell'atto sessuale noiose e tutte uguali, di tettone artificiali, piercing estremo e altre modernerie, cercate questo film e ritroverete tutta la gioia del sesso in pellicola, magari stavolta in compagnia della vostra lei. 

mercoledì 18 gennaio 2017

THE HOBGOBLINS

(Id. 1988)
Regia
Cast , ,


Dopo lo straordinario successo di "Gremlins", nella seconda metà degli anni '80 bastava prendere due pupazzi pelosi e buttarli davanti alla telecamera per fare il botto. Ne è la prova che una pellicola girata con tre amici e una scenografia fatta di stracci e pannelli di cartone come questo "Hobgoblins" riesce persino a vedere un sequel girato dallo stesso regista, uno sconosciuto Rick Sloane che non riuscirà mai più a vedere un suo prodotto nelle sale del cinema. Fortuna che l'allora neonato mercato del video ci ha permesso di vedere anche da noi questa imperdibile chicca, dove la cagneria degli attori fa a botte con la bruttezza della messa in scena e non si sa invero chi vince. Di certo la storia è abbastanza demenziale, in pratica c'è questo vecchio guardiano notturno che da trent'anni tiene segregati questi mostriciattoli di origine aliena che riescono a realizzare i desideri delle persone, portandoli però alla morte proprio attraverso questa sorta di realtà contraffatta. E' quello che succede al primo e unico morto del film, il povero assistente alla sicurezza amante della musica, il quale, invece di controllare che nessuno entri o esca dalla fabbrica, passa il tempo ascoltando il walkman. 

Dopo aver scoperto la porta blindata aperta, il giovane viene stregato dagli Hobgoblins e lo vediamo scimmiottare Billy Idol su un palco vuoto per poi cadere a terra morto in una sequenza che fa veramente ridere per la sua realizzazione goffa e stiracchiata. Il vecchio guardiano deve quindi beccarsi un nuovo aiuto, stavolta il giovane Kevin è uno a posto, a parte gli amici stronzissimi, di cui uno militare in congedo che si atteggia a Rambo e passa il tempo avvinghiato alla sua tipa vestita come con il tutu dell'operetta  cercando di scimmiottare Madonna ed un altro sfigatissimo che continua a scroccargli il telefono con la scusa di chiamare la fidanzata e invece chiama una specie di telefono erotico dove, dall'altro capo, un'orrenda virago cerca di eccitarlo con una voce stile Wanna Marchi. Non parliamo poi della fidanzata, una chiattona vestita con un lenzuolo grigio ed un'orrenda collana di perle che si lamenta in continuazione di quanto il povero Kevin sia un pavido essere incapace di difendersi, come dimostra il goffo duello a colpi di rastrelli che il nostro instaura con l'amico Rambo.

La notte successiva però succede che i mostriciattoli fuggono dalla stanza blindata e il vecchio è obbligato a raccontare a Kevin degli Hobgoblins, scesi sulla terra con una specie di ovetto e rinchiusi per anni in quella stanza.  Vediamo quindi il buon Kevin e i suoi improbabili amici in lotta con questi verdognoli babbuini pelosi che vengono animati in modo grottesco ed in certe scene sono palesemente dei peluche attaccati alle braccia degli attori che si dimenano malamente per simulare la lotta. Il Top dello squallore lo si raggiunge poi quando i nostri si recano in un locale di dubbia fama con l'edificante nome di Scum Club, arredato con quattro sedie e due tavoli rubati dalla troupe al bar sotto gli studios e dove spunta fuori un gruppo mica male, i The Fontanelles che purtroppo per loro verranno ricordati solo per la loro esecuzione di Kiss Kicker 99, il loro unico (ma formidabile) singolo. Nel locale, ad un certo punto, la fidanzata di Kevin si mette a fare la dark lady e l'amico Rambo inizia a lanciare bombe a mano da tutte le parti, in un marasma generale di luci verdine, pupazzi lanciati da tutte le parti che si conclude in un duello con i nunchaku e un finale volendo anche simpatico ma nel complesso decisamente troppo anni '80, nel suo lato più grottesco e kitsch.
 

mercoledì 11 gennaio 2017

TOXIC ZOMBIES AKA FOREST OF FEAR AKA BLOODEATERS

(Id. 1980)

Regia
Cast  , ,  


Dopo il successo di Dawn of the Dead i film di zombie imperversarono per tutto l'inizio degli anni '80 dando linfa vitale all'horror underground americano, sopratutto le produzioni low budget beneficiarono di questa nuova ondata di mostri a buon mercato. Con una trama esile, due o tre accenni di critica all'estabilishment governativo, un pò di carne putrefatta, litri di sangue finto, trucco sulla faccia ed ecco qua un film di zombie! 

Caratterizzato dagli stessi parametri, Forest of fear (conosciuto anche come Bloodeaters e Toxic zombies) mescola sapientemente critica sociale, apologia sulla droga e zombie movies dando vita ad un survival horror ambientato nelle campagne americane dove una comunità di hippies dediti alla coltivazione di marijuana viene inondato da un diserbante sperimentale ideato dal governo per distruggere questa temibile piaga. I ragazzi investiti da questa strana polvere prima sboccano sangue e poi si trasformano in zombie affamati di carne umana. A farne le spese saranno una coppia di campeggiatori, il pilota stesso dell'aereo che ha sparso il temibile insetticida ed un gruppo di ragazzi dediti ad un weekend di pesca. 

Il film è diretto e interpretato da Charles McCrann, di cui questa opera rimane l'unica realizzata per il cinema (è morto nel crollo delle Twin Towers l'11 Settembre 2001!) e nella parte di un agente governativo troviamo anche John Amplas conosciuto per la sua interpretazione di moderno Dracula in Martin. A prescindere dalla pochezza di mezzi e alla poca originalità della trama, il film ha comunque un buon ritmo, effetti gore non memorabili (non si capisce perchè fu censurato in Inghilterra!) e una decente verve narrativa che rende il prodotto un ottimo divertissement per una serata disimpegnata all'insegna della nostalgia per uno dei periodi più fertili del cinema horror.