lunedì 6 maggio 2013

NEKROMANTIK & NEKROMANTIK 2

NEKROMANTIK
(Id. 1987)
Regia
Cast , , |

Ispirato da un fumetto underground di Tom Veitch e Greg Irons (uscito su una raccolta a fumetti in Italia, nella metà degli anni 80 con il titolo "Il Piacere della Paura") questo film rappresenta un' icona malata nel cinema a cui siamo abituati. Un pus maleodorante che ci siede sulla spalla e ci perseguita con il male, nessuno di noi, spero, vorrebbe emulare le gesta del protagonista Robert (Daktari Lorenz), impiegato in una squadra di rimozione specializzata in vittime di incidenti stradali, collezionista di frattaglie che usa come letto d'amore con Betty(Beatrice Manowski) , sua degna compagna di necrofili piaceri in compagnia di uno scheletro mummificato.
Accompagnata da musiche romantiche assistiamo alla scena d'amore più rivoltante e macabra del cinema con la protagonista che inserisce nel bacino dello scheletro un fallo di legno a cui fa indossare persino un profilattico. Siamo alla demenza più estrema quando lui perde di colpo lavoro, fidanzata e cadavere (che scappa con lei), colto da disperazione e da flashback poco edificanti in cui ne fa le spese un povero coniglietto, incomincia a farsi docce a base di sangue felino, a strozzare prostitute nei cimiteri per poi sbudellarsi in una catarsi autoerotica generata da un fallo palesemente finto. Tutto questo in un'ora e venti scarse in cui non si capisce il contesto della scena splatter nel giardino ma capiamo, in ogni caso, che Jörg Buttgereit non è sano di mente. Ce lo ha dimostrato anche nei film successivi e noi qui a farci le pippe mentali sul perchè uno debba farsi un cadavere, un genio...puzza di morto ma è comunque un genio! 
NEKROMANTIK 2
(Id. 1991)

Nel dare un seguito a Nekromantik, titolo d'esordio tanto discusso quanto acclamato dagli horror fans di tutto il mondo, Buttgereit tenta un approccio artistico che va a compensare l'estrema povertà dei mezzi di cui dispone il regista teutonico. Le sequenze si dilungano, si cita Malle e si disserta di cinema, e in particolare sulle sue sfaccettature più estreme, ovvero il cinema d'autore e quello a luci rosse. Nella storia d'amore un pò bizzarra messa in piedi in questo capitolo secondo, infatti, troviamo come protagonisti Monika, giornalista necrofila che passa i pomeriggi in compagnia delle amiche a guardare videocassette in cui si spellano cadaveri di foca asserendo che sono meglio di quei film dove ti mettono peni e vagine in primo piano, e Mark, giovane un pò kafkiano che fa il doppiatore di porno ma preferisce andare a vedere film artistici dove coppie nude mangiano quintali di uova sode in terrazza.
I due si amano, passano le giornate al luna park ma in lei c'è qualcosa di strano, mentre fanno l'amore lei lo immobilizza, poi lo lega a testa in giù per fotografarlo e manco a dirlo, conserva testa e pene del necrofilo suicida del primo Nekromantik in frigo nella speranza di poter dare sfogo ai suoi istinti malsani. Se per quasi un'ora e mezza lo scorrimento delle immagini mette a dura prova l'attenzione dello spettatore, gli ultimi cinque minuti del film sconvolgono per l'efferatezza improvvisa, alimentata da un make up decisamente realistico che cozza un pò con la rozzezza di quanto messo in scena (in particolare il cadavere di rob che è visibilmente un manichino malfatto) fino a quel momento.
Quasi che Buttgereit abbia improvvisamente trovato i soldi per fare un finalone della madonna e riuscire in extremis a salvare un'opera altrimenti sgonfia e loffia. Ed in effetti l'operazione riesce, il film viene confiscato e bandito in molti paesi tra cui la stessa Germania, Australia e Nuova Zelanda garantendo così la continuità del cinema shock di un regista decisamente sottovalutato a cui va il merito di aver saputo esprimere il suo talento anche in condizioni economiche proibitive.

giovedì 2 maggio 2013

THE CORPSE GRINDERS

(Id. 1971)
Regia
Cast , ,

Come ogni altro genere (o sottogenere) anche il cinema trash ha i suoi titoli di punta, quelle pellicole di cui non si può proprio fare a meno, ed è significativo che un pazzo come Ted V. Mikels sia stato autore di almeno due di questi titoli. Uno era quel delirante sci-fi low budget movie intitolato The Astro-Zombies e poi questo Corpse Grinder, il quale  più che un horror sembra una favola nera per bambini malati di mente. La caratteristica principale di questo film, più che lo splatter (pressochè inesistente) o la nudity (molto tagliata), è quell'aura camp che avvolge i personaggi, di cui molti sono veri e propri freak subumani interpreti di personaggi che si vorrebbe fossero credibili.  
Troviamo quindi uno sciatto becchino divoratore di snack con moglie shock al seguito che tratta la sua bambola di pezza come una figlia. Già questi due personaggi, che aprono le scene, ci introducono nel triste mondo malato e divertentissimo di Mikels dove due loschi figuri (di cui uno con evidenti tendenze necrofile), titolari della Lotus, azienda produttrice di cibo per gatti in scatola, raccattano cadaveri da cimiteri e ospedali per metterli nella macchina trituratrice che produce carne macinata per i felini. Tuttavia però i consumatori di tali pietanze sembrano gradire la carne umana al punto da doversene procurare poi ulteriori dosi assalendo inferociti i propri padroni. Al problema dei gatti killer indagano due medici che, dopo una serie di superficiali indagini raggiungono i colpevoli del misfatto rischiando anch'essi di finire triturati. L'eccesso permea le atmosfere con colori saturi e gelatine verdi e rosse che avvolgono le sequenze della efferata produzione di carne in scatola, Mikels ci sbatte dentro ogni tanto qualche flashback più per riempire il film che per esigenze narrative ma nonostante gli attori non brillino di luce propria e gli attacchi dei gatti rasentano il ridicolo, ci si diverte molto e la scorrevolezza di quest'ora e poco più merita sicuramente di essere apprezzata e goduta appieno.
Il cinema di Mikels assomiglia sempre più ad un circo, con i suoi personaggi fenomeno che sconvolgono i clichè dello spettacolo mainstream e ci regalano l'essenza vera del delirio weirdo che tutti noi aficionados del genere abbiamo imparato ad apprezzare.