mercoledì 29 gennaio 2014

CARNOSAUR - LA DISTRUZIONE

(Carnosaur, 1993)
Regia ,
Cast , ,  



Realizzare un film in una settimana per anticipare Jurassic Park narrando la storia di una scienziata che per distruggere la razza umana crea un virus che fa partorire alle donne delle uova giganti ripiene di merda verdastra le quali a loro volta diventano dei feroci Tyrannosaurus Rex. Per realizzare questa follia ci voleva uno veramente coi controcazzi ed infatti alla produzione di questo assurdo B-Movie c'è nientemeno che Roger Corman in una delle sue operazioni più ardite e memorabili. 
Il film, giustamente diventato di culto, è abbastanza ridicolo, la trama è ambientata in America, in una zona desertica chiamata la valle dei Dinosauri dove vengono realizzati degli scavi osteggiati da un gruppo di attivisti. Il protagonista è il guardiano alcolizzato Doc che deve vedersela con una serie di morti misteriose. La causa è da attribuirsi agli esperimenti della dottoressa Tipree, che in segreto pasticcia con il DNA dei polli ricavandone dinosauri, chi viene a contatto con le mostruose creature viene divorato ma chi sopravvive si ammala come di una febbre e se è una donna, mal gliene colga, si troverà a partorire uova giganti. 
La storia, già di per sè assurda viene ulteriormente resa ridicola da una serie di buchi di sceneggiatura per cui si perde il naturale percorso della narrazione, gli attori pur recitando dignitosamente sembrano sempre chiedersi cosa stanno a fare lì, i dinosauri, realizzati da quel maghetto del make up anni ottanta che fu John Carl Bluecher annaspano le zampine come ramoscelli impazziti e nonostanti vengano realizzati con una tecnica mista passouno/animatrone sembrano un pallido ricordo di quello che fu realizzato da Spielberg, alla fine la pellicola sembra omaggiare "La Città verrà distrutta all'alba" di Romero, mentre i registi Adam Simon e Darren Moloney arrivano persino a citare il celebre parto cesareo di "Alien" a base di lucertoline preistoriche. Carnosaur uscì da noi solo in "Home Video" regalandoci una delle perle trash degli anni novanta, accompagnato da ben due seguiti successivi e latore di uno dei soggetti più assurdi che la storia del cinema ricordi. 

 

mercoledì 22 gennaio 2014

MOSQUITO



(Id. 1995)
Regia  

Parte bene questo low budget sci-fi movie, con una bella sequenza dove un'astronave aliena lancia sulla terra una scialuppa di salvataggio che approda in una palude americana, nell'impatto con il suolo l'alieno a bordo muore ma una zanzara posatasi sul suo braccio acquisisce una terribile mutazione. Ed in effetti la vediamo subito sfrecciare, visibilmente ingigantita su una strada per poi andarsi a schiantare contro un automobile in corsa. La coppietta che guidava il veicolo si ritrova con il radiatore a pezzi e decide di fermarsi in un campeggio nelle vicinanze. Da qui inizia l'incubo con una sonora invasione di zanzaroni giganti che non si limitano a innocue punturine al braccio ma prosciugano completamente le vittime. 

Purtroppo, almeno a livello di effetti speciali, il film evidenzia successivamente tutti i suoi limiti con qualche sequenza decisamente imbarazzante, strano perchè il regista Gary Jones ha fatto parte dello staff tecnico di Evil Dead II e Army of Darkness, due film dove gli effetti sono decisamente grandiosi. A parte questo "Mosquito" regge bene il ritmo dell'invasione zanzarifera con un gruppo di sopravvissuti in perenne fuga dai mostri assetati di sangue, tra questi poi c'è la partecipazione di Gunnar Hansen, da tutti conosciuto come l'originale Leatherface di The Texas Chain Saw Massacre, ovviamente il nostro "faccia di pelle" non può esimersi dallo sfoderare la sua inseparabile sega a motore anche in questo frangente, fortunatamente stiamo parlando di una pellicola che non si prende troppo sul serio perchè vedere il buon Gunnar che tenta di segare un zanzarone è veramente una scena comicissima.
Altro memorabile cameo è per Ron Asheton, chitarrista del mitico gruppo "The Stooges", qui nella breve parte di un ranger. Scena cult assoluta del film è lo zanzarone che si insinua in una tenda dove una ragazza nuda di schiena ci mostra il suo bel sederone, l'insetto tira fuori un fallico pungiglione per forarla in una chiappa, una sorta di anal splatter virtualmente accennato. Mosquito, in sostanza, è un divertissement senza pretese, realizzato con quattro soldi ma tanta grinta, che omaggia la stagione Bug Invasion degli anni '50 senza dire nulla di nuovo ma divertendo con passione attraverso i mezzi disponibili, che erano veramente pochi.

lunedì 13 gennaio 2014

IL TERZO OCCHIO

(Id. 1966)
Regia
Cast, ,

Le belle sorprese si scoprono di notte, e cosa c'è di più notturno di questo thriller diretto da Mino Guerrini e interpretato da un giovane Franco Nero qui nell'insolita veste di psychokiller? La fotografia, in particolare, realizzata con un fosco bianco e nero dai toni gotici, esemplifica magistralmente tutta la tensione che pervade la pellicola, offrendo allo spettatore un senso del malato difficilmente registrabile in altri titoli del periodo.
La trama assume i contorni della tragedia familiare dove l'insolito triangolo madre/figlio/governante degenera quando il giovane disturbato rampollo (che nel film si chiama anch'egli Mino come il regista) soffoca la giovane fidanzata (interpretata da una Erika Blanc in gran forma) mentre nel contempo la governante Marta butta giù dalle scale la vecchia proprietaria dell'angusta villona dove risiede l'intera vicenda. 
Il duplice omicidio porta ad un sodalizio tra i due ma Mino, che si rivela essere un fottuto schizofrenico che sbraita e strabuzza gli occhi in primo piano, comincia a uccidere tutte le ragazze che riesce a rimorchiare creando non pochi problemi alla sua complice. Il delicato rapporto tra i due degenera quando entra in scena la sorella gemella della defunta fidanzata di Mino, portando la vicenda alle estreme conseguenze. Il modello ispiratore di Guerrini è senza dubbio Psycho, sopratutto nell'affresco del giovane Mino, affresco enfatizzato perfettamente dall'interpretazione fuori dalle righe di Nero. Nonostante qualche momento di lentezza a  metà film, la trama scorre bene e, sopratutto nel finale, riesce a tenere con il fiato sospeso reggendo egregiamente il passare del tempo. Joe D'amato ne realizzerà un remake decisamente più splatter con "Buio Omega" in cui vengono enfatizzate maggiormente le tematiche necrofile, qui solo vagamente accennate.