Regia Michael Stanley
Cast Robert Nolfi, Julia Rust, Robert Lengyel
No, dai, finora abbiamo
scherzato! Tutti i film recensiti in questo blog non possono assolutamente
competere in quanto a bruttezza di fronte all'opera omnia (e unica a quanto
pare) di Michael Stanley, il quale assieme all'amico sceneggiatore Robert A. Hutton
decidono di mettere in piedi una pacchianeria su pellicola che probabilmente,
in mano ad uno sfigato ragazzino con la telecamera e la cameretta piena di
bambolotti, avrebbe fatto di sicuro meglio. La trama vede un gruppo di
naufraghi di un'imbarcazione di lusso approdare su un'isoletta deserta dove
crescono una serie di bacche commestibili ma dove le pozze d'acqua sono piene
di acido solforico che scioglie letteralmente gli sprovveduti assetati. Ma le insidie
non finiscono qui, perché la prima notte di bivacco, i sopravvissuti devono
affrontare una minaccia veramente terrificante, un branco di mostruosi
bambolotti con i dentini ricavati da un pettine, orbite vuote dipinte di giallo
e le braccine che vanno su e giù come quelle del cicciobello.
Le beast
creatures del titolo vengono letteralmente lanciate dalla troupe contro i
poveri naufraghi, vediamo le boccucce dei pupazzetti che sgranocchiano braccia
e gambe modello piranha, lasciando solo dei lucidi scheletri rubati al prof di
anatomia (un teschio ha persino la calotta cranica apribile), marinai che
lottano strenuamente contro orrendi bambolotti capelluti che il regista
riprende a mezzo busto mentre corrono muovendo su e giù le braccine, alternando
la corsa con riprese in soggettiva arricchite da versacci stile serpente a
sonagli. Addirittura scopriremo che i bambolotti si riuniscono in cima alla
collina ad adorare un idolo, li vediamo tutti immobili di spalle mentre
contemplano una statuina un po più grande di loro. Non contenti di
sgranocchiare le persone gli atroci pupazzini tendono trappole stile viet-cong
ai poveri sprovveduti con corde e fossati nascosti.
Grande spreco di sangue
finto, attori imbarazzanti e imbarazzati, fotografia da filmino delle vacanze
sovraesposto ma sopratutto nessuna vergogna nel lanciare bambolotti ridicoli il
cui unico posto dovrebbe essere appesi come arbre magic sullo specchietto
retrovisore dell'auto del regista. L'intento di Stanley era probabilmente
quello di bissare il successo di "Trilogia del terrore" piazzando
un'intera tribù di feticci Zhuni ad aggredire gli attori, purtroppo per lui la
magia illusoria del cinema ha anche i suoi limiti e riuscire a far passare per
mostri dei ridicoli bambolotti da negozio di souvenir è un'impresa veramente
ardua. Onore comunque al merito perché, se dal lato horror il film risulta un
fallimento, dal punto di vista del trash ci troviamo di fronte ad un capolavoro
assoluto che regalerà notevoli risate agli spettatori più preparati.
Che bellezza quei bambolotti! Come posso non guardarlo, a questo punto?
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