martedì 7 giugno 2016

ROBOWAR ROBOT DA GUERRA

(Id. 1988)
Regia
Cast  , ,  


C'è stato un tempo in cui non c'era la Asylum e i mockbusters ce li dovevamo fare a casa nostra, a quei tempi ci pensava Bruno Mattei, coadiuvato da due infaticabili come Rossella Drudi e Claudio Fragasso, a mettere in scena un bel rip-off di Predator, magari buttandogli dentro anche una spruzzata di Terminator e Robocop che non guasta mai. Ecco quindi confezionato RoboWar, polpettone d'avventura guerresca dove un gruppo di mercenari scalcagnati si butta nelle foreste filippine a caccia di un robottone umanoide che sembra un mix tra un gladiatore e un motociclista uscito da una brutta copia delle pellicole di Mad Max. Il robottone, chiamato Omega 1 (per fortuna non lo chiamarono Omega 3!!!) spara lamine laser che friggono le sue vittime dandoci l'occasione di gustare da vicino le splendide creazioni dei fratelli Paolocci che ci regalano impressionanti scheletri bruciacchiati e raccapriccianti cadaveri maciullati e fusi insieme. Da parte loro i mercenari ci mettono un po ad accorgersi della minaccia, sparano a destra e sinistra per tutto il film cercando di apparire un pò schwarzenegger de noiartri con battute di dubbio gusto e vengono decimati da trappole stile vietcong, raggi laser e tentacoli meccanici. 

Non manca la parentesi femminile decisamente forzata con la bella biondina che viene salvata da spietati guerriglieri dopo che questi avevano invaso l'orfanotrofio nella foresta da lei gestiva, massacrando tutti i bambini. A interpretare l'eroe di turno l'americanoide allampanato Reb Brown che aveva interpretato il personaggio di Yor nell'omonimo film di Antonio Margheriti. Il bellone biondastro ci si presenta a inizio film con una tutina color turchino che sembra più adatta ad una gara di ballo, salvo poi deliziarci con una recitazione da cetriolo in salamoia. Il resto della banda è da manuale, c'è il nero che quando smitraglia gli si paralizza la faccia, il panzone occhialuto chiamato "Papa Doc" che nessuno arruolerebbe nemmeno sotto tortura, il filippino incazzoso che smanazza machete ed il grande Romano Puppo che non può mai mancare in questi casi. Per metà del film Mattei (che si presenta al solito con l'americaneggiante pseudonimo di Vincent Dawn) ci rifila lente passeggiate dei  nostri eroi nella foresta accompagnandole con la roboante e ipersintetizzata musica di Al Festa a deliziarci per un'ora e venti con martellanti ritmi che sembrano usciti da un disco di Den Harrow (Roba anni ottanta  tipo le compilation Mixage o similia).

L'altra metà del film ci piazza le soggettive del robottone che sono confuse riprese tutte pixellate, realizzate probabilmente con il Vic 20 vedendo le quali però, è lecito porsi un quesito: ma perchè mai un robottone invincibile e avanzato come quello dovrebbe vederci così di merda? Ma sopratutto come cazzo fa a vederci?  Sul finale ci viene anche propinato un momento di commovente amicizia visto che il robottone altri non è che l'amico del protagonista creduto morto chissà dove, in opportuni flashback buttati lì nel finale, giusto per dare una parvenza di logica all'insieme. Nonostante lentezza e goffaggine la facciano da padroni il film riesce comunque ad essere divertente nel suo ruspante snocciolare un lungo e trito portafoglio di luoghi comuni del cinema action risolto qui ai suoi minimi termini.

1 commento:

  1. Questo l'ho visto, mi ha anche quasi divertito nel suo essere pezzente proprio nell'intimo

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