Regia Bruno Mattei
Cast Reb Brown, Catherine Hickland, Massimo Vanni
C'è stato un tempo in cui non
c'era la Asylum e i mockbusters ce li dovevamo fare a casa nostra, a quei tempi
ci pensava Bruno Mattei, coadiuvato da due infaticabili come Rossella Drudi e
Claudio Fragasso, a mettere in scena un bel rip-off di Predator, magari
buttandogli dentro anche una spruzzata di Terminator e Robocop che non guasta
mai. Ecco quindi confezionato RoboWar, polpettone d'avventura guerresca dove un
gruppo di mercenari scalcagnati si butta nelle foreste filippine a caccia di un
robottone umanoide che sembra un mix tra un gladiatore e un motociclista uscito
da una brutta copia delle pellicole di Mad Max. Il robottone, chiamato Omega 1
(per fortuna non lo chiamarono Omega 3!!!) spara lamine laser che friggono le
sue vittime dandoci l'occasione di gustare da vicino le splendide creazioni dei
fratelli Paolocci che ci regalano impressionanti scheletri bruciacchiati e
raccapriccianti cadaveri maciullati e fusi insieme. Da parte loro i mercenari
ci mettono un po ad accorgersi della minaccia, sparano a destra e sinistra per
tutto il film cercando di apparire un pò schwarzenegger de noiartri con battute
di dubbio gusto e vengono decimati da trappole stile vietcong, raggi laser e
tentacoli meccanici.
Non manca la parentesi femminile decisamente forzata con
la bella biondina che viene salvata da spietati guerriglieri dopo che questi
avevano invaso l'orfanotrofio nella foresta da lei gestiva, massacrando tutti i
bambini. A interpretare l'eroe di turno l'americanoide allampanato Reb Brown
che aveva interpretato il personaggio di Yor nell'omonimo film di Antonio
Margheriti. Il bellone biondastro ci si presenta a inizio film con una tutina
color turchino che sembra più adatta ad una gara di ballo, salvo poi deliziarci
con una recitazione da cetriolo in salamoia. Il resto della banda è da manuale,
c'è il nero che quando smitraglia gli si paralizza la faccia, il panzone
occhialuto chiamato "Papa Doc" che nessuno arruolerebbe nemmeno sotto
tortura, il filippino incazzoso che smanazza machete ed il grande Romano Puppo
che non può mai mancare in questi casi. Per metà del film Mattei (che si
presenta al solito con l'americaneggiante pseudonimo di Vincent Dawn) ci rifila
lente passeggiate dei nostri eroi nella
foresta accompagnandole con la roboante e ipersintetizzata musica di Al Festa a
deliziarci per un'ora e venti con martellanti ritmi che sembrano usciti da un
disco di Den Harrow (Roba anni ottanta
tipo le compilation Mixage o similia).
L'altra metà del film ci piazza
le soggettive del robottone che sono confuse riprese tutte pixellate,
realizzate probabilmente con il Vic 20 vedendo le quali però, è lecito porsi un
quesito: ma perchè mai un robottone invincibile e avanzato come quello dovrebbe
vederci così di merda? Ma sopratutto come cazzo fa a vederci? Sul finale ci viene anche propinato un
momento di commovente amicizia visto che il robottone altri non è che l'amico
del protagonista creduto morto chissà dove, in opportuni flashback buttati lì
nel finale, giusto per dare una parvenza di logica all'insieme. Nonostante
lentezza e goffaggine la facciano da padroni il film riesce comunque ad essere
divertente nel suo ruspante snocciolare un lungo e trito portafoglio di luoghi
comuni del cinema action risolto qui ai suoi minimi termini.
Questo l'ho visto, mi ha anche quasi divertito nel suo essere pezzente proprio nell'intimo
RispondiElimina