(Death Warmed up, 1984)
Regia
David Blyth
Sinceramente è difficile
comprendere a fondo le logiche che hanno prodotto questo film diretto dal
neozelandese David Blyth, regista
talmente bravo da farsi licenziare cinque anni dopo durante la realizzazione di
"The Horror Show" (uscito da noi come "La Casa 7"). Da un
lato ostenta un fascino visionario non indifferente con suggestive isole
deserte, tunnel oscuri che si trasformano in ambienti quasi fantascientifici
percorsi da motociclette impazzite, cupi assedi di pazzi che spaccano vetrate e
dettagliate craniotomie. Dall'altro, se si prova a seguire la storia sembra di
assistere al delirio di uno svitato in preda ad allucinazioni lisergiche. Le
prime inquadrature vedono il protagonista Michael (che se non è albino poco ci
manca), correre come un matto per un parco fino a raggiungere una specie di
ospedale, qui a momenti travolge le infermiere e cerca il padre, un professore che
da anni collabora con il mad doctor di turno Dottor Howell alla realizzazione
di qualcosa che non ci è dato di capire cosa cazzo sia ma, in pratica,
sconfiggerebbe la morte. Visto che il socio si fa scrupoli, Howell non trova
nulla di meglio che iniettare 'sto siero nella chiappa del figlio, che dopo la
corsetta si fa la doccia in ospedale, con una siringa da cavallo che oltretutto
deve fare un male boia.
Drogato dalla pozione, Michael prende un fucile e si
reca a casa dei genitori falciandoli mentre sono intenti a pratiche erotiche.
Detto fatto, Michael si spara sette anni di manicomio criminale (come spiega
gentilmente una didascalia) e al suo rientro in società lo vediamo in compagnia
di una bella figliola che vorrebbe mordicchiare ogni centimetro del suo corpo,
dando vita a imbarazzanti erezioni sulla spiaggia. Senza alcuna apparente
ragione Michael si butta su un traghetto con la fidanzata e una coppia di amici
per raggiungere l'isola dove, guarda caso, il dottor Howell sta conducendo
esperimenti di trapianto celebrale sui pazzi, lo vediamo con un poco
scientifico trapano da carpentiere mentre buca cervelli assistito da formose
infermiere con la mascherina a rete che si godono spruzzi di sangue da tutte le
parti.
Dopo aver litigato con due psicopatici e un terzo maniaco sessuale a cui
salta poi il cervello, i quattro ragazzi giunti sulla terraferma si fiondano in
un tunnel della seconda guerra mondiale dove vengono assaliti da motociclisti
psicopatici e infermieri con strani lanciafiamme. Assediati da psicopatici comandati
da un certo Spider i ragazzi vengono decimati, da parte sua Michael ritrova
anch'egli le sue radici e ritorna psicopatico tanto per combattere ad armi
pari. Ad un certo punto non si capisce più niente, solo fiamme, Michael Hurst
(il protagonista) che sghignazza davanti alla telecamera e la fidanzata che
strilla come una gallina mentre il buio ammanta le suggestive location
neozelandesi che un po fanno pensare a Bad Taste anche se non sfruttate in
egual misura. A fine film ci si rende conto che il Neuro Killers del titolo
italiano risulta molto azzeccato, di neuroni, a chi ha scritto e diretto questa
roba, ne devono aver ammazzati parecchi!
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