Regia Brian Peck
Cast Sean Astin, Jason Horst, Joshua Miller
Attore di secondo piano e
tuttofare nel mondo del cinema americano, Brian Peck è riuscito nella sua
carriera a dirigere un solo film e se da un lato, qualitativamente, si può
gridare "Per fortuna!" a livello di intrattenimento, dall'altro lato si
potrebbe anche gridare "Peccato!" Si perchè questo "The
Willies", nonostante l'aura Camp che oscilla tra i Goonies e I Gremlins
riesce a divertire un mondo, a patto che si sorvoli, per l'appunto su
recitazione, ritmo e messa in scena. Cosa rimane allora, direte voi? Beh, prima
di tutto, il livello nostalgia che mi assale quando guardo questi vecchi film
anni ottanta (anche se, in questo caso, il titolo era già entrato nel nuovo
decennio), poi bisogna dire che le storie che compongono l'opera sono
spassosissime, almeno quanto i mostroni di plastica e gommapiuma che spuntano
da ogni parte. La pellicola inizia con tre ragazzini (Tra cui Sean Astin che diventerà l'inseparabile Hobbit
Sam di Padron Frodo) dentro una tenda,
nella migliore tradizione americana, che hanno ricevuto il permesso dai
genitori di passare la serata a raccontarsi storie di paura, anticipando così
la saga "Urban Legend".
La
prima storia è più che altro un breve flashback con una vecchia ingorda che
ordina al California Fried Chicken un secchio di pollo fritto, ma il primo
pezzo che addenta si rivela con orrore essere un bel rattone impanato. La
seconda storia narra più che altro su come il Tunnel degli orrori del Luna park
una volta fosse molto ma molto più spaventoso. In realtà i due microepisodi sono
solo delle anticipazioni prima dei titoli di testa. Le due storie principali
saranno infatti "Sweet Revenge" e "FlyBoy". In particolare, nella prima, Brian Peck ha
modo di dimostrarci la sua incapacità nel coordinare i dialoghi e nel far
recitare i ragazzini, creando una situazione quasi surreale a livello di
interpretazione, con ragazzini che recitano le loro battute con una legnosità e
un imbarazzo tali che sembra non ricordino bene il copione. La storia vede un
ragazzino occhialuto e magrolino che viene vessato da tre compagni di classe
con la maglietta degli Iron Maiden che, a quei tempi, voleva dire che chi la
indossava era il cattivo (un pò come oggi per le sigarette insomma). I tre
bulletti appendono il nerd al soffitto legandolo con il tubo dell'idrante.
Durante il compito in classe però il ragazzino deve andare in bagno e qui
scopre una sorta di creatura che sembra un pollo spelacchiato con la faccia da
mandrillo senza peli, una sorta di scimmia epilata che decapita il bidello e la
maestra. A questo punto il nerd decide di vendicarsi dei tre bulletti e li
rinchiude in bagno con la bestiaccia. Nonostante la creatura sia ben fatta e il
cameo di Kathleen Turner, il ritmo della
storia sembra scandito da allucinogeni per la lentezza del susseguirsi delle
situazioni, sconsigliato da vedere se vi siete fatti una canna. Il secondo
episodio va un pò meglio anche se il tono "Camp" diventa ancora più
marcato con un ragazzino di nome Gordy, obeso e antipatico al punto da passare
tutto il suo tempo in cantina a creare modellini di abitazioni e locali
inserendo mosche morte come personaggi della scenografia.
L'ossessione per le
mosche porterà Gordy a fare uno scherzo crudele ad una sua compagna di classe,
dandogli da mangiare un biscotto fatto di mosche morte. Non contento ruba a una
specie di agricoltore scienziato, un po del miracoloso fertilizzante in grado
di crescere carote e pomodori giganti e invasarlo con mosche vive. Il
risultato, manco a dirlo, sarà l'ingigantimento degli insetti che staccheranno
le braccia al ciccione così come lui faceva con le ali delle sventurate
colleghe. Non si può sorvolare sull'effetto ilare che emanano le moscone
giganti che ondeggiano le gambe e sembrano uscite da una festa in maschera
trash. Il risultato finale di The Willies è quasi straniante, le recitazioni
fuori dalle righe fanno quasi pensare ad una parodia ma anche come film comico,
a voler essere buoni, la confezione risulta veramente weirdo. Tuttavia non si
può nascondere un "Guilty pleasure" nel gustarsi opere come questa,
leggere come piume ma talmente esagerate e di cattivo gusto da risultare
assolutamente irresistibili. Nel cast anche il povero Clu Gulager, recuperato
probabilmente da "Il ritorno dei Morti viventi" in cui aveva recitato
assieme a Brian Peck.
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