(Id. 1958)
Regia
Kenneth G. Crane
Cast
Jim Davis,
Robert Griffin,
Joel Fluellen

Lo scienziato Quent Brady (Jim
Davis) è un vero amico degli animali, difatti ne spedisce qualcuno nello spazio
per testare gli effetti delle radiazioni cosmiche. Il risultato sarà una enorme
ed incazzatissima vespa gigante che atterra sulle coste africane seminando
terrore e morte tra le popolazioni locali.In breve il plot di questa
raffazzonatissima pellicola realizzata con materiale di recupero fra
documentari di branchi di elefanti e gazzelle all'abbeverata, animazioni a passo
uno di un ridicolo vespone di cartapesta rassomigliante più ad un moscone
(l'entomologia doveva essere una branca sconosciuta negli anni '50 in america
almeno per quanto riguarda gli addetti agli effetti speciali).

Un monster movie
fra i più ridicoli ch'io abbia mai visto, con attacchi di indigeni ai danni
della spedizione del dottor Brady , rubati praticamente da Stanley and
Livingstone (1939). La parte centrale del film vede gli scienziati americani
che, nell'intento di raggiungere l'accampamento del Dr. Lorentz (Vladimir
Sokoloff) devono affrontare il sole africano e le pioggie torrenziali, pozze
d'acqua avvelenate e fatiche inumane. La cosa divertente è che dopo averci
fatto vedere le indicibili fatiche nel raggiungere il campo con un gruppo di
portantini neri che trasportano materiale scientifico, cosa ci fa trovare al
campo il regista, colpevole dell'opera ovvero il sedicente Kenneth G. Crane ?
Un pianoforte! Si avete capito bene, la figlia del dottor Lorentz (Barbara
Turner) si mette a suonare un piano in una capanna nella foresta! Si resta
basiti se si pensa a quanti sacrifici sia costato ai poveri indigeni il
trasporto di codesto strumento. Del resto la pellicola ha più di una
connotazione razzista e colonialista tipica dell'epoca.

Il Dr. Brady sviene travolto
dalle fatiche ma appena riavutosi dal trauma, il suo collega (Robert Griffin)
gli accende subito una bella sigaretta. La ragazza passa il tempo a coprirsi il
volto con il petto dell'aitante scienziato (ed è pure sdentata, come ci
illustra un bel primo piano di questa negatissima attrice), poi il moscone lotta con un serpente di gomma:
ogni tanto l'insetto sembra alto come un palazzo ma può venir strangolato da un
normalissimo boa constrictor dal momento che, per tutto il film, non ci è dato
di capire le esatte dimensioni della creatura. In tutto questo il finale
celebra la distruzione del mostro e della sua progenie con un'eruzione del
vulcano sotto il quale la vespa gigante ha avuto la malaugurata idea di andare
a fare le uova. Questo per concludere spettacolarmente quest'indegna gazzarra
in bianco e nero con una serie di riprese di repertorio allietate in sottofondo
dallo stridio sofferente dell'ape che assomiglia tanto al verso di un maiale!
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