Regia Nello Rossati
Cast Duilio Del Prete, Renzo Montagnani, Cochi Ponzoni
Il cinema italiano di genere
inizio anni ottanta era proprio questo, un film americano aveva successo ed
ecco migliaia di versioni copia-incolla e parodie che imperversavano nelle sale
cercando il facile richiamo di un titolo similare a quello tanto acclamato. In
questo caso il film in questione era ovviamente "Zombi" a cui sono seguiti, in Italia centinaia di
film prodotti sulla falsariga, qualcuno, come "Zombi 2" di Lucio
Fulci, entrato anche nel mito. Ma questa
pellicola di Nello Rossati, apprezzato come sceneggiatore teatrale ma un po
meno come regista cinematografico, segna un punto di svolta nella moltitudine
di opere nazionali dedicate ai morti viventi. Il tentativo è quello di
mescolare la parodia horror con la commedia sexy andando a recuperare
personaggi come Renzo Montagnani o Nadia Cassini, Gianfranco D'Angelo e Anna
Mazzamauro, ma anche attori di un certo calibro come Duilio del Prete e Daniele
Vargas, per non parlare di giovani cabarettisti come Cochi Ponzoni o Tullio
Solenghi.
L'incipit parte da un becchino che assiste ad un triplice incidente
mortale, le tre vittime (Cochi, Duilio e Vargas) vengono subito messe nella
bara e mentre il necroforo Montagnani li veglia, passa il tempo a leggere ad alta voce una formula magica
voo-doo tratta da un romanzaccio horror. I tre si svegliano e spaventano a
morte il becchino salvo poi rianimarlo subito dopo con la stessa formula. I
quattro, presa coscienza della loro identità zombi si istruiscono su come
comportarsi, e quindi iniziano a ciondolare con le mani avanti e a cercare
goffamente di procurarsi carne umana. L'occasione viene dal vecchio albergo
della zia di uno dei quattro che muore d'infarto appena li vede. Improvvisatisi
gestori alberghieri, i quattro morti accolgono gli ospiti con il proposito di
mangiarseli. A questo punto il film lo fanno i personaggi che arrivano uno alla
volta nell'Hotel, dal toscanaccio autista delle pompe funebri Ghigo Masino alla
famiglia bisbetica della Mazzamauro fino al supermalato Gianfranco D'angelo che
rappresenta forse l'unico momento spassoso di tutta la pellicola.
La Cassini
non recita se non con il suo proverbiale culo ed il finale nel supermercato
evidenzia maggiormente la citazione del film di Romero cercando di ribaltarne
le peculiarità (sono i vivi e non gli zombi, infatti, a ciondolare per gli
scaffali) fino all'insulto diretto ("ma che era un film d'amore?" -
"No, era un film di merda") che lascia un po il tempo che trova. Il
trash aleggia sovrano nella migliore tradizione cinematografica nostrana e fa
specie che un film così carico di star (c'è anche una comparsata del mitico
Sandro Ghiani ) sia stato girato con un budget così miserrimo. Nonostante
l'umorismo sia ben nascosto sotto le suole delle scarpe e la compassione che
producono le tristi gag induca a farsi il segno della croce, il film riesce
comunque ad intrattenere discretamente, grazie anche al buon cast. Peccato che
la Cassini venga sprecata con poche e scarse apparizioni, ci voleva magari
qualche zombessa comprimaria a dare un pizzico di pepe in più a questa insolita
cazzatona.
Film mito anche solo per il titolo! ...ok, forse SOLO per il titolo, ma... :)
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