martedì 19 gennaio 2016

THE WASP WOMAN

(Id. 1959)
Regia
Cast , ,  


Non vi nascondo la mia predilezione per Roger Corman, un regista pregno di quell'amore per lo spettacolo da realizzare centinaia di film con un budget bastevole appena per un unico film hollywoodiano. C'è veramente da perdersi a navigare nella sua filmografia e tuttavia rimane uno di quei personaggi di cui, per forza di cose, tutti quanti abbiamo almeno visto un film. 
 

Nel contesto di questa preziosa chicca in bianco e nero troviamo il tema ricorrente in molti film di Corman, la rappresentazione della donna non come indifesa testimone degli eventi ma come protagonista assoluta, demone in molti casi, guerriera e rapinatrice, dominatrice spietata nonchè anima ribelle in una società che la imprigiona in falsi clichè e stereotipi tipici di quegli anni (ma anche dei nostri in fondo). In quetso caso la protagonista Janice (una meravigliosa e sconosciutissima Susan Cabot interpreta la manager rampante di una società di cosmesi, in piedi nelle sue riunioni  a dettare il futuro dell'azienda. Ma non è facile, i colleghi la deridono ed il suo socio la umilia pubblicamente (William Roerick) . 

L'entrata in scena di uno scienziato apicultore (Michael Mark) e del suo siero della giovinezza realizzato con enzima di vespa, sconvolgerà la sua esistenza. Ossessionata dalla paura di invecchiare Susan comincerà ad iniettarsi la pozione ringiovanendo gradualmente (il mito di Faust) ma anche trasformandosi progressivamente in un mostro assetato di sangue (Dr. Jeckyll and mr. Hyde). Certo i trucchi dell'epoca lasciano un pò a desiderare, la protagonista si limita ad indossare una maschera da vespa e due guanti con gli artigli, lasciando scoperte umanissime parti del corpo.
Eppure rileggendo in chiave sociologica questo film troviamo un messaggio sempre attuale, l'avidità trasforma in mostri. Ambientato fra le pareti cupe e ristrette di un ufficio aziendale il dramma della donna vespa convive con ben più temibili mali: l'ingordigia, l'invidia dei colleghi, la tossicodipendenza e, ovviamente, la morte.

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