venerdì 27 settembre 2024

BIRI BENI GÖZLÜYOR AKA SHINING TURCO (1988)

 Regia Ömer Ugur 

Cast Tarik Tarcan, Selin Dilmen, Erhan Keçeci 

Parla di “scrittore sfigato giunge su isola con moglie e figli per fare il guardiano ad un motel deprimente…poi non so perché mi sono addormentato!” 

Nell’irrefrenabile febbre del rip-off non autorizzato che esplose in Turchia tra gli anni settanta e la fine degli ottanta, non poteva certo mancare il capolavoro horror di Stanley Kubrick. Ecco quindi che, con un bel po’ di ritardo rispetto al film originale, alla fine degli eighties spunta fuori lo Shining turco, così come è comunemente identificato Biri Beni Gözlüyor (che tradotto significa Qualcuno mi sta guardando). Ma, se l’idea di base è associabile al celebre romanzo di Stephen King, il regista Ömer Ugur (anche autore della sceneggiatura) apporta alcune modifiche. 

Analogalmente all’originale anche qui il protagonista Hulki (Tarik Tarcan) è uno scrittore, ma qui si specifica meglio anche il genere di romanzi che l’autore scrive, infatti è un giallista (o qualcosa di simile), l’ambientazione però cambia totalmente, dalle fredde montagne del Colorado, si passa ad un albergo posizionato su un isoletta sperduta, ma mentre l’Overlook presentava, almeno da fuori, un’architettura accattivante, l’hotel del clone turco sembra un complesso di alloggi popolari, di una tristezza e sfacelo che mettono più ansia di tutto quello che succede nel film, anche perché alla fine non succede nulla. Arrivati sull’isoletta con una barca che non si capisce come possa stare a galla, lo scrittore con la moglie Leman (Selin Dilmen) e il figlio Ufuk, incontrano il guardiano Mahmut che sembra un maniaco sessuale tutto sdentato.  Ovviamente nell’albergo è accaduto un fatto di cronaca nera, il precedente guardiano ha strangolato la famiglia e si è impiccato (con la sigaretta in bocca…viene specificato!), questo evento suscita in Hulki una forte spinta a scrivere il suo nuovo romanzo. Ora, a parte che il bambino non possiede alcuna luccicanza, i genitori lo vestono in maniera ridicola, quindi almeno lui soddisfa la nostra esigenza di trash. 

Il resto del film invece è tutto un litigare tra moglie e marito e, a parte un macabro scherzo di Hulki che si finge impiccato, possiamo anche farci una pennica che tanto si arriva al finale senza alcun problema, finale che cambia totalmente da quello kinghiano, qui muoiono il bambino (ucciso dalla madre) e la moglie, lui sopravvive e scriverà il suo romanzo perfetto. Nel film vengono inserite musiche rubate qua e là, tra cui il celebre solo d’archi di Psycho, la fotografia è inesistente (e infatti le scene notturne sono indecifrabili talmente sono scure), la recitazione non pervenuta, si salva solo il bel visetto della Dilmen, ma per il resto ci si annoia parecchio. 

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