martedì 6 aprile 2021

I PORNOZOMBI

(La fille à la fourrure, 1977)

Regia: Claude Pierson

Genere: Fantascienza, Porno

 Cast: Ursula White, Alban Ceray, Didier Aubriot

 Parla di “Alieni prendono il posto dei morti d’infarto terrestri e insidiano una coppia di solitari sposini

Questo fanta-porno del maestro dell’eros d’oltralpe Claude Pierson, è uscito nelle sale a luci rosse italiane con almeno tre anni di ritardo, nel tentativo da parte dei distributori, di sfruttare il successo del film “Zombi” anche nel circuito porno. In realtà, sia il titolo sfacciatamente menzognero, sia la locandina (seppur bellissima) c’entrano ben poco con i morti viventi. Se proprio vogliamo fare un accostamento horror, La fille à la fourrure è più dalle parti di Jean Rollin che da quelle di George A. Romero ma più probabilmente il film è affine con “Plan 9 from Outer space” di Ed Wood e non solo per la trama che vede gli alieni invadere la terra direttamente dal pianeta Eros, occupando abusivamente cadaveri di persone morte di attacco cardiaco, ma anche per la messa in scena decisamente amatoriale e casalinga. Protagonisti della vicenda sono una coppia di freschi sposini che vanno a vivere in una villetta immersa nel verde nelle vicinanze di un cimitero. 

Dopo le iniziali trombate di rito, Lui incontra una strana donna con gli occhi truccati d’argento, che cazzeggia allegramente dentro una cripta. I due copulano e lui se ne innamora al punto da rischiare la crisi coniugale. Fortunatamente, a soddisfare la mogliettina entra in scena un altro alieno, interpretato dall’icona porno francese Alban Ceray, ma la vicenda è destinata ad una tragica catarsi finale, non prima però di averci regalato una delirante orgia di coppie nude che si mettono a trombare in circolo mettendo in piedi (letteralmente) uno spettacolino pornografico campestre (del resto tutte le copule si svolgono all’aperto, in mezzo all’erba). Gli attori che interpretano gli alieni recitano come se leggessero il copione proprio nell’istante in cui li stanno riprendendo con la macchina da presa, con una dizione meccanica probabilmente dettata dall’esigenza di esprimere la loro extraterrestrialità con dialoghi robotici, il risultato è straniante, contornato oltretutto da una colonna sonora ripetitiva fino alla nausea, in particolare per una struggente piece al pianoforte che si ripete all’infinito nei momenti meno opportuni.

Per quanto riguarda poi gli accoppiamenti sessuali, molteplici ma alquanto monotoni, si segnala l’incoerenza nel montaggio visto che le inquadrature dei dettagli anatomici durante la penetrazione, non coincidono con la posizione degli attori durante il coito. In pratica se riprendi la coppia mentre lo fa alla missionaria non puoi metterci il dettaglio del pene che penetra dal retro! La cosa grave è che quest’incongruenza non è isolata ad un solo episodio ma persiste ossessivamente per tutto lo spettacolo. Se da un lato il porno francese richiama a volte delle suggestioni romantiche, dall’altro l’impegno profuso dagli attori nel cimentarsi in faticose performance sessuali viene miseramente vanificato dagli assordanti strilli di piacere che aleggiano durante il rapporto, che richiamano il dolore di una serie di mannaiate sulla schiena piuttosto che l’appagante orgasmo mostrato sullo schermo.


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