(Id. 1982)
Regia Jean Rollin
Una banda di faccendieri si
intrufola di nascosto nella cripta del castello dei Valmont dove giace la
giovane Catherine (Françoise Blanchard) morta prematuramente con la sorella. I
malfattori vogliono nascondere nel sotterraneo dei fusti di gas tossico ma non
resistono alla tentazione di fregare i gioielli indossati dalle morte. Un
terremoto rovescia uno dei bidoni liberando il gas che rianima la bionda
castellana assetata di sangue. Quella che sembra l'introduzione di un classico
horror a tutti gli effetti si rivelerà una sorta di melò decadentista sulla
solitudine di questa giovine zombessa perfettamente cosciente della sua
condizione immortale.
Dopo aver ucciso i banditi a
unghiate negli occhi e nella gola, Catherine si aggira solitaria nelle stanze
del suo castello ormai abbandonato da tutti e messo in vendita. Assalita dai
ricordi, la ragazza non può non ricordare la sua più cara amica Helene (Marina
Pierro) e il legame che dall'infanzia la lega ad essa. Quando Helene giungerà
al castello dopo aver ricevuto una strana telefonata, le due amiche si
ricongiungeranno in un nuovo legame inevitabilmente condizionato dallo stato di
non-morta della bella Catherine, ma sopratutto dal suo appetito ematico che le
porterà ad essere complici di numerosi omicidi. Jean Rollin firma qui uno dei
suoi film migliori, nonostante qualche grossolanità a cui però gli estimatori
del regista francese hanno fatto il callo, l'estetica retrò viene molto
rafforzata e si percepisce forte la volontà di raccontare il dolore.
Sangue a ettolitri e gore
disturbante non mancano ma soprattutto ne "La morte Vivante" sono i
sentimenti e il romanticismo a fare da padroni, ed in questo è necessario
sottolineare l'originalità del progetto sopratutto contestualizzandolo in un
periodo dove lo zombi-movie raggiungeva il suo zenith assoluto e le storie
relative ai morti viventi sembravano fatte con la carta carbone. L'elemento
"Gas tossico che rianima i morti" inoltre anticipa di ben tre anni
The Return of the Living Dead dimostrandoci ancora una volta che certi autori
hanno visto più avanti di altri senza avere necessariamente lo stesso budget
per girare.
Nessun commento:
Posta un commento