lunedì 5 marzo 2018

OLGA'S DANCE HALL GIRLS

(Id. 1969)
Regia
Cast , ,



L'unica nota positiva, guardando quest'ennesima produzione dell'infame George Weiss, è che dopo questo non ci saranno più altri film dedicati alla diabolica mistress Olga. Tiriamo quindi un sospiro di sollievo alla fine di una delle serie cosidette "grindhouse" più pallose e ridicole della storia del cinema exploitation. Stavolta il personaggio di Olga viene interpretato da Lucy Eldredge che va a sostituire la sempiterna Audrey Campbell, evidentemente stufa dopo quattro film, di farsi ridicolizzare in questo modo. Riguardo alla nuova Olga possiamo dire che sembra più una Frau Blucher più giovane, a livello recitativo.
Se con la Cambell eravamo a zero, qua scendiamo sotto e di molto. La nuova padrona non fa altro che sfumacchiare e ridere compiaciuta, spaparanzata sul divano in contemplazione di giovani biondine seminude che fanno alla lotta, o limonano duro con qualche ballerino. Stavolta infatti, la nostra dominatrice, gestisce una specie di scuola di ballo che sembra piuttosto il salotto di casa, dove, terminate le danze ci si lascia andare a turpi pomiciamenti che vanno avanti per minuti che sembrano ore in un tripudio di mutandine di pizzo che invadono brutalmente lo schermo. Ad alimentare il ridicolo c'è anche il personaggio di Nick, vizioso socio della mistress, che passa il tempo a fare delle facce da libidinoso veramente oscene, con alzate di sopracciglia, comici ammiccamenti con le labbra, tutto rigorosamente in primo piano.
Come per gli altri capitoli della serie, anche qui non esistono dialoghi ma è tutto raccontato attraverso la voce narrante di una delle sedicenti vittime del diabolico intrigo che sconfinerà nel finale in un rito satanico con tanto di messali truccate da scimmionesse ed uno spadone sacrificale che non verrà comunque utilizzato ma viene brandito con imbarazzante imperizia. La musica al solito è tutta composta da ritmi beat che si susseguono senza soluzione di continuità, anzi a volte interrompendosi bruscamente come un vinile al quale è scivolata sopra la puntina. Fortunatamente il film dura un'oretta scarsa e quindi, tra un pisolino e l'altro, si riesce a raggiungere senza grossi traumi l'agognata scritta "The End".
 

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