martedì 19 giugno 2012

WATER POWER

(1977)




Dopo aver esordito nel 1973 con il violento porno-horror "Forced Entry" il regista Shaun Costello ha letteralmente mestierato nell'ambiente a luci rosse fino ai primi anni ottanta con qualcosa come 68 titoli di genere usando una trentina di nomi fittizi tra cui il più eclatante era quello di "Gerard Damiano", ovvero spacciandosi per il regista di "Gola Profonda" come accaduto per questo "Water Power" conosciuto anche come "The enema Bandit" (il bandito del clistere), titolo più che mai esplicito per indicare il contenuto dell'opera. La cosa più assurda della pellicola è che, se si tolgono le parti hardcore, il film risulta fatto anche benino al punto da confezionare atmosfere in stile mean streets, con telecamera a mano, personaggi sbandati, colonna sonora drammatica e una serie di situazioni che lo rendono un film godibile a tutti gli effetti, non fosse per il tema trattato.

Già perchè qui si parla di un ricciolone annoiato dalla vita, sessualmente insoddisfatto che viene folgorato sulla via di Damasco quando assiste, all'interno di un bordello, all'applicazione di un clistere ai danni di una prostituta legata su una sedia a rotelle con tanto di flebo e un cliente travestito da chirurgo che, per punirla (e godere sessualmente) le pratica un lavaggio intestinale mentre una finta infermiera gli fa un pompino. Ossessionato da questa visione, il protagonista comincia a leggere riviste dedicate a queste pratiche sessuali alquanto repellenti (la rivista si chiama per l'appunto "Water Power" quasi a sbeffeggiare il motto "Flower power") e a spiare con un cannocchiale le pratiche sessuali della sua vicina di casa. L'ossessione si trasforma in pratica quando, armato di pistola, boule e tubicino, il nostro eroe piomba a casa della donna e, dopo averla deflorata analmente, le pratica un clistere masturbandosi nella vasca mentre lei evacua acqua e feci. Il tutto ripreso con dovizia di particolari. Da qui in poi la degenerazione è totale, dopo aver praticato lo stesso trattamento anche a due finte teenager lesbiche , il nostro diviene una sorta di pericolo pubblico sulle prime pagine di tutti i giornali con la ben poco gradevole qualifica di "enema rapist" e la polizia inizia a dargli la caccia. Fingendosi una prostituta, una poliziotta riesce ad abbordarlo ma quando lui la scopre le pratica un super clisterone attaccando il tubo direttamente al rubinetto della vasca. Fortunatamente un suo collega nero riesce a salvarla in extremis ma il clismabandito è già fuggito e il film si chiude con la sua faccia che sovrasta minacciosa la città.
Di questo film avevo letto nel seminale libro di Jonathan Ross "L'incredibile storia del cinema-spazzatura" nel quale il presentatore inglese dedica addirittura un capitolo, l'assurdità delle situazioni e l'estremismo delle pratiche narrate nel film lo rendono un prodotto unico nel suo genere e da un certo punto di vista anche affascinante, tra le righe si potrebbe addirittura osare una rilettura in chiave metaforica della degradazione metropolitana in stile Taxi Driver dove il clismacriminale diventa una specie di giustiziere dei costumi fallaci intento a purificare dal di dentro i peccatori....ahaha! No scusate! Stavo scherzando!

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