(The Tomb, 1986) Regia Fred Olen Ray
Cast Cameron Mitchell, John Carradine, Michelle Bauer
Parla di “profanatore di tombe risveglia divinità egizia vampira che gli infila uno scarabeo nel cuore mentre il regista infila qualcos’altro agli spettatori”
Uno dei primi film del chilometrico (filmograficamente parlando) Fred Olen Ray, regista, attore, produttore e lottatore professionista, ispirato molto alla lontana al celebre romanzo “Il gioiello delle sette stelle” (da non confondere con La croce dalle sette pietre, eh!) di Bram Stoker. Da molti considerata la sua miglior produzione, il che la dice lunga sulla qualità delle sue opere che purtroppo conosciamo benissimo e, nonostante tutto, non ne abbiamo mai abbastanza. Il cinema di Ray, infatti, è uno di quei guilty pleasure che fa partire l’entusiasmo dal titolo, alza l’asticella quando vedi il poster, godi come un riccio con il trailer e…tutto si sgonfia durante la proiezione del film, che puntualmente, si rivela una poracciata inimmaginabile.
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Regola questa a cui aderisce anche questo “The Tomb”, filmetto insulso, noioso e privo di emozioni. Inizia con un inseguimento aereo/automobile che sembra voler richiamare “Intrigo Internazionale” di Alfred Hitchcock, ma poi spunta Sybil Danning con il viso opportunamente mascherato con un paio di occhialoni da sole che incontra il profanatore di tombe Banning (David Pearson) in quella che sembra essere un’intro alla Indiana Jones con assurda sparatoria. Di seguito il tombarolo e il suo socio si fanno convincere da un vecchio egiziano a entrare nella tomba di Nefratis (interpretata da Michelle Bauer, vera icona del B movie anni ottanta che si divideva equamente tra i peggiori registi in circolazione come appunto Fred Olen Ray o David DeCoteau), una specie di divinità vampiro sepolta viva in circostanze misteriose. Come da copione troveranno l’egizia viva e vegeta con una faccia da zombie e canini allungati. Stranamente però non vedremo mai Nefratis mordere qualcuno per succhiargli il sangue, a Banning gli infila uno scarabeo nel cuore per sottometterlo al suo controllo, al povero Cameron Mitchell gli scaricherà una serie di fulmini fuoriusciti dalla mano (nel finale invece la donna sparerà una serie di raggi laser manco fosse il Millennium Falcon) mentre un’ignara ragazza abbordata in un bar, verrà spinta in un letto pieno di serpenti.
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Pasticciato e confusionario, pieno di dialoghi noiosi, The Tomb alletta nei titoli di testa mettendo in rilievo un cast che sembra di prim’ordine dove, oltre alla Danning e a Mitchell, compare anche John Carradine con un’apparizione talmente effimera da rasentare il ridicolo. Inoltre per essere un horror manca completamente il sangue e le scene Gore ma soprattutto le scene di nudo che hanno fatto la fortuna (si fa per dire) del regista americano. Qui, a parte una piccola sequenza dove un’attrice si toglie la maglietta, sembra di essere alle prese con un film per educande. Se non altro possiamo ammirare, anche se per pochissimo, la grande Kitten Natividad (musa e attrice simbolo del cinema di Russ Meyer) nel cameo in cui (s)veste i panni di una spogliarellista immersa in un tripudio di musica synth-pop anni ’80 con cui il regista ammorba praticamente tutta la colonna sonora del film.
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