venerdì 22 marzo 2024

KISS ME QUICK!

(1964) 

Regia Peter Perry jr 

Cast Max Gardens, Frank A. Coe, Althea Currier 

Parla di “Alieno Sterilox da pianeta di castrati cerca donne terrestri per salvare la sua razza e incontra scienziato pazzo con mostri e donnine al seguito” 

Se state seguendo il nostro blog da un po’ di anni (per l’esattezza è dal 2007 che esistiamo, tanto per ribadirlo) avrete sicuramente chiaro il concetto di “sexploitation”, se diversamente non avete ancora capito di quale tipo di pellicola stiamo parlando, potete vedervi tranquillamente questo filmaccio diretto da Peter Perry jr. che ci aveva deliziato con il suo esordio nude cute contaminato dal western “Revenge of the virgins”. Ma se il precedente titolo rivendicava a suo modo l’emancipazione femminile, in questo caso la questione esploitativa è senza dubbio a uso e consumo del pubblico maschile. 

Le contaminazioni horror e fantascientifiche di questa bruttezza cinematografica sono minimali, quello che conta, in definitiva, sono gli spogliarelli di bellocce formose agghindate con carichi pesanti di biancheria intima, quasi fosse un rito pagano, tolti alle bellone sempre nello stesso identico ordine: prima le calze, poi corpetto e reggiseno e infine mutandoni neri come la pece, anche se il pube non viene mai inquadrato se non attraverso qualche ripresa “birichina”. In principio doveva intitolarsi Dr. Breedlove or How I Learned to Stop Worrying and Love, in omaggio al Dottor Stranamore di Kubrick di cui il protagonista Max Gardens plagia praticamente alcune movenze (soprattutto quando litiga con la mano finta), poi inspiegabilmente la produzione ha preferito riferirsi al film di Billy Wilder “Kiss me stupid”, probabilmente uscito subito dopo (tutti e tre i film sono del 1964). 

La trama vede come protagonista l’alieno Sterilax della Galassia Buttless che viene inviato sulla Terra per trovare la donna perfetta e piomba nel laboratorio del dottor BreedLove che sembra produrre bellezze mozzafiato a ritmo industriale grazie ad una avveniristica sex machine in grado di convertire le donne in schiave sessuali. Nel bailamme spunta anche il mostro di Frankenstein ridotto ad un mezzo deficiente che si ciuccia il dito come un poppante. L’alieno, interpretato da Frank A. Coe  recita scimmiottando Stan Laurel nel tentativo di far ridere indossando un ridicolo cappello di latta con piumino rosa e un pesante trucco da Clown sulla faccia. Il mad scientist, invece, ha la faccia sbiancata di cerone con una serie di cicatrici finte disegnate con il pennarello, indossa occhiali da sole rotondi, rossetto sulle labbra (ma perché??), un collare ortopedico da post trauma e parla con un inglese maccheronico tipico dell’indiano trapiantato nell’impero britannico. La coppia passa tutto il tempo a guardare spogliarelli attraverso un oblo di plastica che sembra il coperchio di una lavatrice, i viaggi spaziali vengono esemplificati attraverso due scariche elettriche in primo piano su sfondo nero. 

Per il resto, tutto il film è realizzato in un'unica stanza, con una sola scenografia e un’oretta di tempo abbastanza sufficiente per rompere i coglioni anche allo spettatore più tollerante (ma se siete sopravvissuti a “Orgy of the dead” potete farcela). Simpatica (ed economica) l’idea di non usare titoli di testa ma farli elencare da un’attrice, anche la vena anarchica che permea il film non è da disprezzare, ma dopo il quinto o sesto spogliarello non se ne può veramente più. Ah! Per non farsi mancare nulla c’è anche una breve apparizione del conte Dracula sdentato che non riesce a mordere le donnine, penoso! 

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