mercoledì 22 settembre 2021

GUINEA PIG 2: FLOWER OF FLESH AND BLOOD

(Za ginipiggu 2: Chiniku no hana, 1985)

Regia Hideshi Hino
Cast Hiroshi Tamura, Kirara Yūgao
Genere: Horror, Splatter

Parla di "Samurai rincoglionito droga e affetta ragazza per realizzare una sua personalissima opera d'arte"
 

Dopo il successo del suo primo esperimento di fake snuff movie, il fumettista Hideshi Hino ci riprova con questo secondo capitolo, tratto da un suo Manga, che inaugurerà a tutti gli effetti la serie di mediometraggi più disgustosa e emoglobinica che la storia del cinema ricordi. A differenza del primo Guinea Pig, questa volta il regista non ci prova neppure a mascherare da snuff le immagini, tant'è che le didascalie iniziali parlano di una ricostruzione di un video ricevuto da un artista, da parte di un suo fan. Le sequenze iniziali seguono una giovane donna fino alla sua cattura ad opera di uno sconosciuto che la narcotizza. La poveretta, quindi si risveglia legata mani e piedi, in balia di un vecchietto pallidissimo con il cappello da samurai. 

E' l'inizio della lavorazione di una sorta di opera artistica al sangue, l'opera al nero di un serial killer che prima droga la vittima di modo che, al dolore sopraggiunga il piacere. Espediente questo per evitare che l'attrice non sia abbastanza convincente nel manifestare urla e lamenti, difatti più che far ciondolare la testa in uno stato di apparente dormiveglia, la giapponesina altro non fa. Ed intanto il nostro uomo comincia lentamente a tagliargli tutti gli arti, a sventrarla e per finire, decapitarla, avendo cura di scavarle fuori gli occhi con un cucchiaino e ciucciarseli avidamente come un bambino che poppa il latte materno.

A prescindere dal ridicolo che emana quasi tutta la vicenda (unica nota d'effetto è la sequenza del pedinamento in auto) questo secondo capitolo è poco più di un pretesto per mostrare la bravura del make-up artist Nobuaki Koga che supera sé stesso nella lunga scena dello smembramento, a livelli di insostenibilità visiva molto elevata. Per il resto, se si supera il disgusto rimane la noia, poiché, eccettuato lo splatter, non accade praticamente nulla. L'attore che fa il samurai è di un gigionesco ai limiti del ridicolo, l’attrice (beh! L'ho già detto) ciondola come rincoglionita e il regista che fa? Ostenta primi piani sulla carne tentando di dare un'aura artistica all'insieme anche se il cinema, in quanto settima arte, si trovava da tutt'altra parte durante la realizzazione di questo film.

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