lunedì 27 gennaio 2020

POVERO CRISTO

(1975)

Regia Pier Carpi

Cast Mino Reitano, Rosemary Dexter, Raoul Grassilli

Genere: Fantasy, Commedia, Grottesco

Parla di: “Poveraccio alla ricerca di Gesù Cristo scoprirà di poter compiere miracoli a suo modo”

Il 27 Gennaio del 2009 ci ha lasciati il grande Mino Reitano con grande amarezza da parte dei suoi moltissimi fans che lo hanno amato quale raffinato musicista e cantautore. Probabilmente molti dei suoi fans non sanno, però, che il buon Mino ha un passato come attore, il che è una fortuna perchè dubito che lo avrebbero amato ancora dopo aver visto questo "Povero Cristo", incursione Fantasy scritta e diretta da Pier Carpi, regista occasionale, fumettista occasionale e Piduista abituale. 

Circondato da scenografie composte da stracci bucherellati appesi un pò ovunque, il buon Mino alterna sguardi dissociati e oppiacei a momenti di ira isterica in cui passa avanti nelle code e scaccia tutti quelli che sono dietro di lui, si improvvisa detective e viene assunto da uno strano faccendiere impellicciato che gli promette cento milioni se entro due mesi gli darà la prova dell'esistenza di Gesù Cristo. Il nostro eroe (che nel film si chiama Giorgio Cavero) si ritrova poi alla festa di una cugina dove il vino è cattivo e lui cerca disperatamente di avere un dialogo con una certa Mara che non se lo caga di striscio (ma la scena fa schiantare dal ridere, eh si!). Qui parte il primo miracolo, da sotto il tavolo Giorgio/Mino estrae tre belle bottiglie di "vino buono delle nostre terre". Ma questo non è solo che il primo dei tanti miracoli che il buon Giorgio, novello Cristo, sarà in grado di fare prima della rivelazione finale.  Scopre infatti che Mara è una prostituta e la redime, lei sceglie di cercare Cristo con lui e insieme vanno a rompere i coglioni alle auto in tangenziale per chiedere agli automobilisti se credono in Gesù. I due novelli testimoni di Geova si incontrano poi con un gruppo di barboni tra cui spicca un'insolita interpretazione di Enrico Beruschi prima di conoscere la commedia televisiva (fortunatamente l'hanno doppiato). 

Tallonato dalla Polizia, il buon Giorgio salverà la vita al figlio di un poliziotto (semplicemente dicendogli di avere fede...però!), farà risorgere una ragazza che si chiama Lazzaro (una delle prime transgender?) e si becca le 39 frustate sotto forma di catenazze ad opera di un gruppo di motociclisti violenti. Folgorato sulla via di Damasco (e non purtroppo da un fulmine prima di iniziare a girare) Pier Carpi  mette in scena una parabola misticheggiante sull'uomo che cerca Cristo e se lo ritrova dentro, un hellzapoppin' dal sapore kitsch estremo dove la recitazione non sussiste, i dialoghi sono deliranti (sembrano scritti da un bambino in prima elementare) e il ritmo assale narcotico lo spettatore fino ad un finale che sembra un Jesus Christ Superstar senza musica e senza senso ed assomiglia progressivamente ad un circo equestre senza cavalli. Sorvolando sulle performance attoriali del buon Mino, quello che sconvolge in "Povero Cristo" è la pretesa di autorialità di quest'opera, dove le stesse ambientazioni psichedeliche risultano assolutamente fuori luogo, dove addirittura si cerca goffamente di rievocare l'ultima cena e le stimmate vengono provocate dai colpi di pistola. Di certo siamo di fronte ad un'opera che osa territori azzardati ma lo fa con l'incoscienza di chi cerca di lanciare un messaggio appiccicando post-it dietro la schiena dello spettatore, quest'ultimo si che, a ragion veduta, possiamo tacciare di "Povero Cristo", soprattutto per aver pagato il biglietto del cinema. 

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