(Id. 1970)

Raggiunti certi livelli servono
scelte estreme per attirare il pubblico messicano a vedere una nuova pellicola
dedicata alle avventure del Santo, "El enmascarado de plata" che dal
1961 aveva già partecipato a decine di titoli come star principale. Ecco allora
che il regista Gilberto Martínez Solares e il produttore sceneggiatore
Jesus Sotomayor Martinez ci buttano dentro
non solo il partner wrestler Blue Demon (che aveva comparsato con successo
altri titoli del collega argentato) ma anche una bella carrellata di mostri
classici, tutti rigorosamente messicanizzati e ultratrash, come nella migliore
tradizione del genere. Vediamo quindi la Momia, un magrissimo sfigato tutto fasciato
nelle bende che sembra uscito dal pronto soccorso sezione grandi traumi, poi
c'è il Ciclope, una versione gigante di Kermitt la rana con un occhio solo
luminescente e due orecchione da scimpanzè; l'hombre lobo versione mexico
ovvero un vecchio chico col nasone pitturato, la barba bianca, i dentoni zannuti
ed i capelli unti e pettinati all'indietro, pronto per andare al Trani dopo le
riprese!

Troviamo poi il mostro di Frankenstein, qui ribattezzato Franquestain
(???) con tanto di barba e pizzetto incollati sulla maschera di gomma verdastra
,
il vampiro in bombetta e orecchie alla
Spock che per tutto il film non fa che saltare tendendo il mantello, ultima ma
non meno importante la Mujer Vampira che qui in realtà sono due. Queste premesse
non bastano? Ecco allora uno stuolo di morti viventi con le calzamaglie nere e
la faccia dipinta di verde come una versione latinoamericana dell'incredibile
Hulk, un nano in bombetta di nome Waldo, uno scienziato trapianta cervelli e un
coso stranissimo che sembra una riedizione in piccolo delle statue dell'Isola
di Pasqua che sta lì in laboratorio a non fare un cazzo e ci si chiede che roba
sia e a che cosa serva. A questo punto risulta quasi superfluo narrare la trama
anche perchè si tratta di una serie di scene messe alla cazzo di cane e senza
curarsi minimamente della sequenza logica degli eventi. Le scene passano dal
giorno alla notte e dal giorno all'alba da un'inquadratura all'altra, al
ciclope (il mio preferito!) non si preoccupano neanche di nascondere la
cerniera lampo sulla schiena.

C'è Blue Demon che diventa cattivo e mena botte
da orbi a El Santo, il quale salta come un grillo e tira fendenti senza mai
rovinarsi il vestito, non si tira via la maschera nemmeno per limonare con la
sua bella. All'inizio, come in ogni film del Santo, ci si spara una decina di
minuti di combattimento alternati alle inquadrature di un pubblico di quattro
gatti che mette tristezza al pari della voce soporifera dello speaker, le scene
di lucha libre, invece vengono accellerate per renderle un pò più briose, in
tutto questo però, spunta qualche momento di ferocia orrorifica che sorprende,
come il mostro di Frankenstein (Franquestain?) che schiaccia la faccia di un
ragazzo con il piede o il licantropo che non risparmia neppure un bambino.
Tanto per allungare il brodo gli autori ci regalano a metà film un siparietto
musicale con uno vestito da postino (o da soldato in licenza) che sgambetta in
mezzo a ragazzone tutte colorate che sembrano uscite dalla pubblicità della banana
chiquita e per gradire anche un combattimento tra il Santo ed il Vampiro che
rispetto alle prime inquadrature si presenta misteriosamente più muscoloso.
Lieto fine di rigore con impalamenti vampirici vari e una sensazione tangibile
di rara povertà e tristezza che assale lo spettatore a fine di quello che, con
un pò di buona volontà, possiamo chiamare film.
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