venerdì 17 gennaio 2025

LADRI DI CADAVERI

(Ladron de Cadaveres, 1957) 

Regia Fernando Méndez 

Cast Wolf Ruvinskis, Crox Alvarado, Columba Domínguez 

Parla di “scienziato pazzo mescola lottatori di Wrestling e scimmioni per creare super razza ma genera soltanto un filmaccio super trash!” 

Sappiamo tutti che la Lucha Libra è lo sport più apprezzato in Messico, lo dimostrano centinaia di film realizzati nel dopoguerra, dove la commistione di generi prevedeva quasi sempre un incontro sul ring tra due luchadores mascherati, all’interno di una trama spesso e volentieri dai connotati horror. Un po come se da noi avessero mescolato calciatori e vampiri o partite di calcio giocate nei cimiteri tra zombi. Strano a dirsi, noi non siamo mai arrivati a questi livelli mentre i messicani, invece, ci sguazzavano sul serio come dimostra quest’ennesimo filmaccio diretto da Fernando Méndez. 

In realtà Ladron de Cadaveres non è neanche il peggiore della categoria, come dimostra il fatto che fu distribuito e doppiato anche in Italia. La trama, quella certo, è scombiccherata, con elementi scientifici ridotti a teorie bislacche buone per un pubblico da terza elementare. Abbiamo l’ennesimo scienziato pazzo che, con l’aiuto di un complice piuttosto inquietante, scava nei cimiteri per rubare i cadaveri di lottatori di wrestling per un non ben definito esperimento. I corpi vengono operati al cervello e poi messi sotto una specie di macchina per il transfer cerebrale su un povero scimpanze ma l’esperimento fallisce. Nel frattempo lo scienziato si traveste da vecchietto che vende biglietti della lotteria all’interno di una palestra di lucha libre dove ordisce i rapimenti dei lottatori più in salute. Dalle campagne giunge il buon Guglielmo Santana (Wolf Ruvinskis) un sempliciotto che invita la segretaria a cena e finge di essersi fatto rubare il portafoglio per non dover pagare. Il suo amico Carlos (Crox Alvarado) che è anche capitano della polizia, lo convince a fare da esca travestendolo dal lottatore mascherato “il vampiro” e facendogli vincere una serie di incontri truccati. Con una serie di diabolici stratagemmi (da non crederci, chi ha scritto stà roba è un genio!), Guglielmo viene ucciso con un veleno scambiato dallo scienziato pazzo con un disinfettante che il medico della palestra usa per curare la ferita al braccio procurata a Guglielmo da un complice del mad doctor nella doccia. Il lottatore muore improvvisamente durante un incontro e il suo cadavere viene rubato dall’obitorio. Stavolta l’esperimento riesce e Guglielmone diventa una sorta di zombie fortissimo agli ordini dello scienziato, il quale, dopo questo successo, sogna di creare una razza di uomini perfettissimi e se la ride da matti (“adesso sono anch’io un creatore! Aahahaha!”). 

Peccato che il nuovo schiavo, vestito anch’esso da lottatore di wrestling, esageri con salti, saltelli e mosse di lotta e scaraventa letteralmente il suo sfidante in platea come se fosse una marionetta (che in effetti nella realtà è visibilmente un pupazzo a grandezza d’uomo). Togliendosi la maschera, poi, rivela le sue orrende fattezze che scatenano il panico generale nell’Arena. All’inizio Guglielmo sfodera solo un paio di zannacce ma poi, gradualmente, si riempie di pelazzi e finisce, come King Kong, a rapire la sua bella segretaria (che nel frattempo si era distrutta dal dolore per la perdita del suo amato con cui, se va bene, era uscita un paio di volte!) e finire miseramente la sua carriera di mostro precipitando da un palazzone. Le atmosfere non sono malvagie, i combattimenti tra lottatori sono avvincenti e la narrazione è oltremodo scorrevole, peccato che tutto l’impianto sia semplicemente demenziale e sfocia, nel catastrofico finale, in un’orgia di trash come solo il cinema messicano di genere riesce a regalarci ogni volta. 

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