giovedì 30 maggio 2024

CATTIVE RAGAZZE (1992)

Regia Marina Ripa di Meana 

Cast Florence Guerin, Eva Grimaldi, Brando Giorgi 

Parla di “Donna criminale contro donna in carriera per contendersi maschio oggetto in tenuta da cowboy metropolitano”  

Pur trovando riprovevole, in senso generale, il finanziamento di opere cinematografiche con soldi pubblici (tranne nel caso di “vere” opere d’arte), trovo ingiusto l’accanimento perpetrato nei confronti dell’opera prima (e unica) di Marina Ripa di Meana, una sorta di grottesco thriller che oscilla tra il serio e il faceto con tematiche a sfondo iperfemminista. Pur parlando di 2 miliardi e passa di budget speso per realizzarlo, il film non è poi peggio di molte altre opere uscite al cinema, soprattutto in tempi successivi, ma si sa che in Italia non si punisce chi fa il crimine ma chi lo nasconde peggio. Le protagoniste principali sono Florence Guerin nel ruolo di Marilyn che indossa una ridicola parruccona da rockstar e si dedica a rapinare un gioielliere asiatico per poi lasciarlo legato nella camera d’albergo vestito in tenuta sado-maso, e poi c’è Eva Grimaldi nella sua migliore (o forse andrebbe detto, la meno peggiore) interpretazione cinematografica, qui nel ruolo di Alma, donna d’affari stalkerizzata dall’assurda madre del suo ex marito (una grottesca Anita Ekberg al tramonto sia fisico che professionale) e dal suo capo (interpretato da quel Burt Young rimasto famoso in Rocky ma poi nulla di fatto). 

Quando Marilyn esce di galera rivede Amy, la nana (o meglio diversamente alta) con cui aveva fatto il colpo e medita di vendicarsi del suo ex Brian, oggi divenuto una specie di gigolo che, guardacaso, si presenta come regalo di compleanno per Alma, la quale, dapprima lo rifiuta ma poi si vede costretta a fuggire insieme, inseguita dalla ex suocera armata di mannaia. Da qui in poi la storia prende una piega da road movie in cui Marilyn insegue Brian e Alma mentre Amy passa il tempo a piagnucolare perché l’amica non ricambia le sue effusioni saffiche. Se l’intento della Ripa di Meana era quello di elogiare l’indipendenza femminile realizzando un film dove le donne sono cazzute e completamente slegate dall’elemento maschile, dobbiamo purtroppo dichiarare il fallimento, visto che il risultato sembra piuttosto parodiare un certo atteggiamento femminista, estremizzandone situazioni e atteggiamenti. Quello che si può imputare al risultato finale, è un’estetica trash che richiama al cinema di John Waters, con personaggi fuori dalle righe, ma anche costumi assurdi e dialoghi imbarazzanti. 


Sulla recitazione e soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi stendiamo un velo pietoso, tuttavia il film risulta scorrevole e a tratti divertente, la Grimaldi è sempre un bel vedere e risulta se non altro simpatica, stessa cosa non si può dire del finto cowboy interpretato da Brando Giorgi credibile come una moneta da tre euro con i suoi jeans attillati e un atteggiamento da seduttore della nonna. Certo, di schifezze cinematografiche bisogna averne viste tante per poter apprezzare questo film, ma noi scafati cultori dell’orrido in celluloide non abbiamo limiti al nostro masochismo e ci facciamo piacere qualsiasi cosa ci tenga sveglio per più di mezz’ora. 

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