martedì 6 dicembre 2022

MACELLAI

(Bloodthristy Butchers, 1970) 

Regia Andy Milligan 

Cast Michael Cox, Linda Driver, Jane Helay 

Parla di “diabolico barbiere sgozza clienti ricchi per rivenderli sotto forma di pasticcio di carne nella panetteria di fianco” 

Se da una parte il titolo preannuncia una vera e propria festa gore per gli amanti dell’horror, il nome di Andy Milligan, regista abituato all’estrema povertà di mezzi frammista ad una cronica incapacità di girare film, dovrebbe invece far cadere tutte le speranze per quanto sopra accennato. Ed infatti, se si eccettua qualche sporadica goccia di sangue e un paio di moncherini di gomma affettati a mannaiate, il resto di questa versione low low budget delle nere vicende di Sweeney Todd, il barbiere assassino di Fleet Street, è un susseguirsi infinito di dialoghi e trame amorose addentrate in un’atmosfera ottocentesca credibile come una tigre vegana. Fotografato dallo stesso Milligan con una macchina da presa costantemente a mano e la  solita abitudine di tagliare le figure nell’inquadratura (quando riesce a non far traballare l’immagine). 

A rendere poi il tutto surreale sono i costumi d’epoca che sembrano acquistati da un rigattiere e abbinati senza alcun senso ad attori truccati con lunghi basettoni troppo rassomiglianti a nastri adesivi ritagliati e appiccicati ai lati del volto. La trama vede le gesta del noto assassino che si diletta a fare pelo e contropelo ai suoi clienti selezionando quelli abbienti a cui recidere la giugulare, per poi nasconderne il cadavere in cantina e trasformarlo in pasticcio di carne da rivendere nella panetteria della sua amante. Sweeney Todd (le cui avventure saranno più degnamente rappresentate da Tim Burton nell’horror musical del 2007 Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street) si rivela essere in quest’occasione un donnaiolo impenitente, non contento di una moglie alcolizzata e di un’amante complice, ha una tresca persino con una cantante da operetta mentre attorno a lui si snodano una serie di intrecci amorosi. 

Gli attori non sono neanche malaccio, peccato che i lunghi dialoghi vengano intervallati da una serie di inquadrature montate senza cognizione di causa e soprattutto, nel finale, lo stesso Milligam non sembra più reggere la macchina da presa, dando vita ad un confuso agglomerato che nel finale, frettoloso e raffazzonato, trova lo zenith della bruttezza. Del resto il film fu realizzato con 18.000 dollari che anche per l’epoca erano un budget veramente scarso, eppure anche con meno Milligan ha realizzato cose migliori, qua purtroppo si concentra troppo sui dialoghi e poco sulle scene di violenza che, a giudicare dal titolo, dovevano essere il piatto forte di una cena completamente disattesa. 

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