mercoledì 8 giugno 2022

DISGUSTING SPACE WORMS EAT EVERYONE

 (1988) 

Regia George Keller 

Cast  Dukey Flyswatter, Lisa Everett Hillman, Tequilla Mockingbird 

Genere: Fantascienza, Horror, Demenziale 

Parla di “schifosi vermicelli invadono la Terra trasformando in zombi le loro vittime” 

Spulciando sul Web si trovano cose incredibili e, del resto, con un titolo del genere, questo Sci-Fi demenziale non poteva che catturare la mia attenzione seppur la qualità caricata su Youtube sia quella di una vecchia VHS alla quale hanno fatto di tutto e di più, taglio e cucitura nastro con lo scotch compreso. Del resto il film di George Keller (fortunatamente sua unica opera cinematografica) è uno scalcinato video amatoriale di poco più di un’oretta, con l’unico pregio del fascino vintage che emana. Keller doveva essere rimasto particolarmente affascinato da Squirm di Jeff Liebermann, al punto da dire: “Si, belli ‘sti vermoni carnivori ma andiamo oltre, facciamoli arrivare dallo spazio”. Ecco quindi che le prime allucinanti immagini ci propongono un’astronave di polistirolo e plastica messa insieme con il nastro adesivo. Al suo interno, in una scenografia da modellino giocattolo con luci stroboscopiche, c’è un pasciuto vermone giallastro (vivo) che arringa una folla di vermi che paiono un piatto di carbonara, il tutto attraverso una voce robotizzata che sfido a capire quel che dice anche al madrelingua più scafato. 

La scena si sposta sulla Terra dove un gangster vestito come Elwood Blues tenta disperatamente di farsi una pista di coca ma non riesce manco a farla dritta. Insieme ad una tizia coi capelli da Glam Rocker, devono cercare di vendere una partita di droga a un gruppo di mafiosi. Intanto i vermoni fanno le prime vittime divorando una famigliola teledipendente con il figlio che prende a martellate le musicassette. Un’altra tizia si trucca tutta per farsi un bagno (sic!) e viene divorata dai vermi fuoriusciti da una plafoniera. Un’altra vittima si risveglia come zombi con i vermiciattoli appiccicati con la colla sulla faccia e così via in un tripudio sonoro di canzoni dark rock che il regista, per far ascoltare ogni pezzo per intero, ci propina estenuanti corse in automobile dove non succede nulla. Tra roboanti effetti delay e assordanti rumori di fondo si arriva al delirio finale dove uno scienziato con pronuncia tedesca e laboratorio insediato nella sala macchine di qualche fabbrica metalmeccanica, attiva una gigantesca bomboletta spray insetticida mentre i due protagonisti vengono portati nell’astronave. 

Qui, immersi in un tripudio di grafica laser anni ottanta maldisegnata, affrontano un alieno con tuta d’amianto dei pompieri di Viggiù con al posto della testa tre tubi da elettricista che ondeggiano felici mentre l’astronave si schianta sulla fabbrica emettendo suoni onomatopeici con tanto di fumetto disegnato sopra. In chiusura il delirio ci saluta con una titolazione realizzata direttamente con la camcorder per mezzo della quale il buon Keller ha girato questo divertentissimo scempio psicotronico e che, purtroppo per noi, non userà mai più. Il cast, sconosciuto alle leggi più elementari della recitazione, si fa notare esclusivamente per la presenza di Dukey Flyswatter, attore di Serie B che ha lavorato con Fred Olen Ray ed era presente nel cast del cultissimo Surf Nazis Must Die.  

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