martedì 17 novembre 2020

THE VELOCIPASTOR

 (2017) 

Regia: Brendan Steere 

Cast: Gregory James Cohan, Alyssa Kempinski, Daniel Steere 

Genere: Horror, Commedia,Trash 

Parla di: “Giovane pastore si ferisce con dente di dinosauro e si trasforma in un giustiziere giurassico” 

Rispetto al passato le nuove leve del trash internazionale hanno piena coscienza dei propri limiti economici e una tutt’altro che disprezzabile competenza cinematografica, il che porta opere come questo The Velocipastor a far vezzo dei propri deficit trasformandoli in una serie di trovate geniali che mitigano in parte gli evidenti limiti tecnici. Non a caso il film di Brendan Steere comincia con un’esplosione di auto che non esiste, il protagonista, il giovane pastore Doug (interpretato ottimamente da Gregory James Cohan) termina la sua funzione quotidiana, esce dal sagrato e saluta i genitori appoggiati alla propria autovettura, si sente un’esplosione e la cinepresa inquadra il parcheggio vuoto con la didascalia VFX: Car on fire, stacco e inquadratura di Doug che si dispera per la morte dei genitori. Ecco in questo incipit a dir poco spiazzante, c’è tutta la filosofia del trash moderno, ovvero quella di trasformare la mancanza di effetti in una gag comica. 

Detto questo il film è veramente terribile, dal punto di vista estetico ma allo stesso tempo spassoso. Vediamo Doug che gira per un boschetto che la didascalia ci avvisa essere la Cina, una donna viene infilzata da una freccia e nell’atto di morire consegna a Doug un dente di dinosauro con cui si ferisce la mano. Per il giovane prete inizia una mostruosa mutazione in una specie di tirannosauro gommoso, esageratamente finto, che si produce nell’uccidere uno stupratore e salvare la bella prostituta Carol (Alyssa Kempinski). Durante una confessione, Doug scopre che il peccatore (una specie di truzzissimo spacciatore con il riportino untuoso) è colpevole della morte dei suoi genitori, accecato dalla rabbia, il pastore si trasforma e sfodera due ridicoli guanti gommosi da dinosauro con cui uccide il criminale. Il suo collega prete Padre Stewart (Daniel Steere, sicuramente un parente del regista!) decide di portarlo da un esorcista che sembra la versione glitterata di Zé do Caixao ma il risultato sarà devastante. Nel frattempo Doug scopre l’amore con Carol e insieme devono combattere contro un gruppo di pastori Ninja che vogliono convertire la gente al cristianesimo a botte di cocaina. 

Se di mezzi The Velocipastor appare veramente scarso, di trovate deliranti invece è decisamente ricco. Membra e teste decapitate vengono rimpiazzati con manichini da boutique di moda con qualche baffo appiccicato alla meno peggio, ogni tanto Steere tenta di allungare il brodo (già esiguo visto che il film dura appena 70 minuti) con qualche collage di inquadrature e un riassunto in super fast motion di tutto il film, la scelta delle canzoni alternative rock risulta però azzeccata e i due protagonisti sono decisamente spassosi. Di memorabile qui però c’è solo l’idea principale del prete e soprattutto del titolo geniale che pare sia nato da un errore del correttore del cellulare che ha inteso Velociraptor come Velocipastor. Se si possa credere o meno a questa dichiarazione del regista non è ben chiaro ma se non altro il film non induce all’estinzione giurassica dello spettatore. 

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