Regia Fred Olen Ray
Cast Shannon Tweed, Chad
McQueen, Heny Silva
Quello
che fa più impressione in questo sexy/thriller/horror girato per il mercato
home video anni novanta, è il cast decisamente interessante, nonostante
l’esiguità del budget e la presenza di Fred Olen Ray come regista, noto nel
mondo del cinema come erede americano di Ed Wood e autore d’eccellenza nel
mercato degli Z Movies d’oltreoceano. Oltre alla prorompente Shannon Tweed,
playmate platinata dalle forme generose (ed altrettanto generosamente ce le
ripone in questo film), troviamo anche Ted Prior, attore specializzato in War
Movie e Namsploitation anni ottanta e Sandahl Bergman, attrice del Kansas che
aveva esordito benissimo in All That Jazz per poi lanciarsi nel mondo del
fantasy con Conan il Barbaro e Yado (entrambi interpretati da Swartzenegger)
per poi capitolare nel B Movie con Apocalisse a Frogtown.
Nella parte del
giovane taglieggiatore che vuole abbandonare il mestiere abbiamo poi il figlio
di Steve McQueen Chad ma soprattutto, nel ruolo del gangster, c’è il grande
Henry Silva, protagonista di decine di poliziotteschi italiani. Con un cast del
genere c’era di che sperare, non dico in un buon film, ma almeno in un’opera
accettabile, ed infatti Possessed by the night, per con le sue assonanze al
cinema di Charles Band, non è poi neanche malaccio. Siamo di fronte alla storia
di uno scrittore in crisi che, in un negozietto di Chinatown trova una teca in
vetro contenente una specie di aborto in formaldeide che sembra un enorme
cervello con un occhio solo. La strana creatura comincia a stimolare la
creatività del suo nuovo padrone ma anche a deviarlo completamente dalla realtà
in un progressivo soggiogamento mentale che porterà lo scrittore ad atti di
violenza con la moglie.
Nel frattempo assistiamo alle vicende del giovane
taglieggiatore che si scontra con il mafioso Silva in quanto desideroso di
cambiare mestiere (sta infatti mettendo su famiglia) spunta anche l’editore del
protagonista al quale fa gola appropriarsi di un vecchio manoscritto del
romanziere al fine di pagare i debiti di gioco contratti proprio con il
gangster (che vediamo perennemente indossare un accappatoio di velluto nero) e
per fare ciò gli porta a casa una formosa segretaria che dattilografi per lui
il nuovo libro. Tutte queste vicende si incrociano all’interno di un dramma
quasi shakespeariano dove il silente mostro in formaldeide osserva e controlla,
trasformando le persone in assassini e dirigendone le azioni nella tragedia
finale. Nonostante la totale mancanza di azione (a parte uno scazzottamento
iniziale a colpi di kung fu) e le ambientazioni casalinghe, il film scorre
bene, grazie anche ad una buona scrittura che sfrutta appieno l’ottimo cast a
disposizione, le scene erotiche per fortuna non mancano e la Tweed, da sola,
merita sicuramente la visione.
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