lunedì 11 settembre 2017

LE TOMBE DEI RESUSCITATI CIECHI

(La noche del terror ciego, 1972)
Regia
Cast  , ,  



Cosa rende grande Amando de Ossorio se non la capacità di fare quattro film con una trama così diversa tra loro  utilizzando sempre gli stessi protagonisti? Stiamo naturalmente parlando dell'ordine oscuro dei resuscitati ciechi: cavalieri scheletro dediti a rituali satanici nonchè al cannibalismo ed al vampirismo ai quali furono asportati gli occhi e che, dopo morti, arrancano con i loro cavalli spettrali attraverso vecchi cimiteri e monasteri abbandonati. In questo primo episodio della quadrilogia, forse il migliore della serie, la trama nasce dalla fine, ma in modo talmente impercettibile che non ce ne rendiamo conto quando in una piscina di lusso, due ex compagne di scuola con un passato lesbico, si reincontrano e decidono di farsi un viaggetto insieme col trenino panoramico  che sfreccia lungo le vallate madrilene. 

Una delle due Virginia (María Elena Arpón) non gradisce però le attenzioni che il loro accompagnatore Roger (César Burner) ha per la bella creatrice di manichini Betty (Lone Fleming). Infastidita, Virginia scende dal treno in moto per recarsi in una cittadella che ha visto dal finestrino. Peccato che si rivelerà un vecchio monastero abbandonato e a Virginia non resterà altro che passare la notte lì. Mal gliene coglierà visto che gli sgradevoli zombie incappucciati riposano proprio in quelle vecchie tombe e non tarderanno a far sentire la loro silente presenza. Pedro e Betty ritroveranno il cadavere della ragazza  pochi giorni dopo, orribilmente sbranato, e decideranno di scoprire cosa è successo al vecchio monastero. Scopriranno quindi una terribile leggenda che avvolge il luogo, leggenda che prenderà forma in Virginia, anch'essa resuscitata e famelica. Il finale vede una specie di assalto al treno zombesco davvero efficace che poco lascia vedere ma tanto sentire (e difatti i cavalieri zombi possono solo sentire). 

 

Il film si chiude con urla e strilli decisamente sopra le righe, un pò come tutto lo sviluppo della sceneggiatura, non privo di momenti di ironia e di erotismo (un pò) gratuito. I personaggi e le situazioni vengono però approfonditi talmente bene che ancor oggi si riesce a provare inquietudine in questa produzione ispano lusitana, ma solo se ci si dimentica dei mezzi e dell'epoca che inevitabilmente agiscono impietosi sulla pellicola facendola apparire un pò datata (ma i contenuti sono sempre attualissimi). Per apprezzare "Noche del terror ciego" basta lasciarci coinvolgere dalla fantasia malata di un autore come De Ossorio, uno tra i più particolari e misconosciuti registi degli ultimi quarant'anni. 

1 commento:

  1. "Il migliore della serie", anche senza il "forse" direi. Rivisto da poco e nonostante gli anni, il coinvolgimento e l'entusiasmo di fronte a questo piccolo gioiellino è sempre pari alla prima volta. Il finale nel treno poi, con l'inquadratura della bambina insanguinata che piange sul corpo della madre, è qualcosa di assai disturbante ancora oggi... anzi, al giorno d'oggi nessuno si azzarderebbe più a girarla una sequenza del genere.

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