martedì 10 giugno 2014

CAT WOMEN OF THE MOON

(Id. 1953)
Regia
Cast , ,



A cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60 il cinema di Exploitation cannibalizzò la fantascienza con una serie di titoli che ammiccavano lo spettatore attraverso riferimenti erotici, espressi sopratutto nei titoli, che puntualmente offrivano pochissimo al piacere voyeuristico del pubblico ma, dal punto di vista economico, erano una manna per produttori ed esercenti. Si perchè questi titoli, realizzati in assoluta economicità, davano sempre un buon riscontro al botteghino grazie alla loro capacità di attrazione nei confronti di un pubblico guardone e perennemente affamato di sesso. Titoli deliranti come Devil Girl from Mars o Queen of Outer Space (protagonista Zsa Zsa Gabor) e Fire Maidens from Outer Space presupponevano tutti lo stesso plot narrativo che ritroviamo anche in Cat Women: una spedizione spaziale di astronauti maschi che incontrano su un pianeta inesplorato (che sia Marte o la Luna) una civiltà di sole donne in trepida attesa dell'uomo salvatore in grado di soddisfare la lunga attesa solitaria.

In realtà, in questi film non si va mai oltre ad una slinguazzata tra l'eroe di turno e la bella marziana che rompe le regole della sua specie e decide di assaporare il piacere del maschio terrestre. In ogni caso, a parte i riferimenti maschilistici tipici di un'epoca in cui l'emancipazione non era neanche stata presa in considerazione, Cat Women of the moon è un prodotto assurdo che sprigiona povertà e senso del ridicolo ad ogni fotogramma. Le prime scene ambientate all'interno di una cabina comando spaziale è un set realizzato palesemente in un garage, con marchingegni valvolari e elettrodi tipici di chi ripara radio e televisioni, il palazzo lunare sembra però uscire dai racconti di H.P. Lovecraft. L'astronave deve aver successivamente ispirato l'autore del protovideogame "Asteroids" visto che si muove ruotando come la lancetta di una bussola quando deve virare la sua direzione. Non parliamo poi del ragnone gigante che, ad un certo punto attacca i nostri esploratori, avete presente i ragni di gomma legati con un elastico? Ecco, dimensionatelo a misura d'uomo ed avrete un idea di come è stata realizzata rozzamente questa scena dal regista Arthur Hilton. Anche le donne gatto sembrano un pò ridicole, tutte vestite con una tuta nera attillata e una pettinatura da incubo, le vediamo ballare come odalische in una sorta di ristorante spaziale con tanto di tavolini e brocche. Certo a questo punto ci sarebbe stato bene uno spogliarello ma essendo gli anni '50 non vediamo manco quello. 

Insomma, tra una gag (quella dell'aria respirabile sulla luna, su tutte) e l'altra, piani sequenza lunghissimi, patetiche scene romantiche al tramonto, assistiamo ad una tragedia d'amore tra un astronauta e una donna gatto che si ribella alle regole di famiglia e, alla fine viene uccisa dalle sue stesse consimili. Ci sarebbe materiale per una disquisizione socio cinematografica sul pensiero americano del dopoguerra ma quando vediamo i protagonisti togliersi le tute spaziali e indossare calzoncini da piccolo esploratore della giungla, beh...quello è un chiaro segnale che, a volte, le parole sono inutili ed è il momento giusto per abbandonarsi ad una sana e liberatoria risata.
 


1 commento:

  1. ho fatto come hai detto tu...alla fine mi sono fatto una bella risata.
    comunque, è un degno Z-MOVIE

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