martedì 3 luglio 2012

HANSEL E GRETEL

(1990)
Regia Giovanni Simonelli
Cast Elisabete Pimenta Boaretto , Silvia Cipollone, Massimiliano Cipollone

Con un titolo che richiama alla memoria echi favolistici, quasi a voler intendere il carattere romantico e fantastico di una novella aggiornata ai nostri tempi, lo sceneggiatore e improvvisato regista Giovanni Simonelli consegna alla storia uno dei più brutti film mai realizzati, superiore a qualsiasi nefandezza il nostro cinema abbia mai confezionato prima d'ora. Un traguardo imporante, al quale il buon Lucio Fulci nel declino della sua carriera, ha partecipato suo malgrado, grazie ad un infausto progetto televisivo commissionatogli dal produttore Augusto Caminito e chiamato per l'appunto "Lucio Fulci presenta". La nostra favoletta trash comincia con questi due bambini, fratellino e sorellina che recano per l'appunto i nomi della celebre fiaba dei fratelli Grimm. I due angioletti vanno a scuola dai frati in un istituto che, per raggiungerlo, bisogna fare una lunga strada  di campagna, mentre tornano a casa, i ragazzini si fermano a vedere un auto abbandonata lungo la strada, ma dei cattivoni li addormentano e li infilano nel cofano. Quando giungono davanti al cancello di una villona, sentiamo i ragazzini che confabulano del loro padrino, ma quando si chiude il cancello elettronico alle loro spalle (in una sequenza fissa di almeno 10 minuti in cui pare che la troupe sia andata a bersi un caffè lasciando accesa la telecamera) li ritroviamo di nuovo nel cofano addormentati, alimentando così la nostra confusione.
i fratellini Cipollone
Ma questo è ancora niente, seguiamo i due ragazzini che docilmente vengono portati in una sala operatoria da dove usciranno dentro due barette (o piccole bare!), del resto sono stati rapiti da un'associazione clandestina che commercia in organi e infatti i due ragazzini vengono privati di intestino e fegato che vengono riposti in vaschette dei pesci (si, si, proprio quelle rotonde e trasparenti!) mentre la telecamera insiste su primi piani di chirurghi grondanti di sudore con una mascherina sul volto riempita di garza che ci si chiede come facciano a respirare. A questo punto i cattivoni seppelliscono i due corpicini ma, per un istante, sorge il dubbio che i bimbi siano ancora vivi. La macchina da presa inquadra il terreno da cui vediamo alzarsi in sovrimpressione Hansel e Gretel pronti a scatenare la loro vendetta. La prima vittima è un fattore che viene travolto dalla mietitrebbiatrice, l'effetto gore viene espresso buttando qua e là pezzettoni di manzo che simulano le frattaglie umane mentre i bambini osservano inebetiti con gli occhi che si illuminano grazie a un faretto rosso attorno agli occhi, a dimostrazione dell'alta qualità degli effetti speciali!
Arriva anche la polizia, o meglio un'improbabile poliziotta brasiliana che sembra uscita dal carnevale di Rio e si istalla a scrocco nel villone dove, uno ad uno, i membri della famiglia venditrice di organi vengono decimati dai pallidi zombetti. C'è chi finisce travolto dalle botti di vino, chi cade in piscina, chi sparisce risucchiato in una pozza di fango (ma viene poi ritrovato sdraiato quasi che la pozza lo abbia risputato fuori ma più probabilmente il regista che si era dimenticato un pezzo di sceneggiatura) e chi brucia nel fienile in una sequenza a dir poco grottesca dove vediamo prima dei manichini che bruciano e poi tra le fiamme le facce delle vittime che urlano.

Il tutto accompagnato da una canzoncina per bambini che avvisa dell'imminente apparizione e che risulta ossessiva per tutto il film. Contrassegnato da una fotografia amatoriale dove si sprecano gli errori di posizionamento della luce, al punto che in alcune scene vengono messi in ombra anche i volti degli attori, impreziosito da dialoghi demenziali, recitazione inesistente, un montaggio narcotico e totale assenza di effetti, al punto che quando le pistole sparano si sente solo il suono ma non si vede la fiamma (forse non c'erano soldi per la post produzione?) il film di Simonelli va visto per almeno un momento topico da inserire negli annali del cinema trash, ovvero quando viene ritrovato un arcaico walkman che chissà come ha registrato gli ultimi istanti di una delle vittime in cui si possono sentire anche le voci dei bambini e...magia delle magie...si sente anche la colonna sonora del film registrata!!!! La pellicola si chiude in bellezza con i due bambini che fanno ciao ciao con la manina, un saluto che sa di definitivo, una degna chiusa per tutto il cinema italiano di genere che da quel momento in poi andrà incontro ad un oblio definitivo.     

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