venerdì 18 luglio 2025

THE PANTHER SQUAD (1984)

Regia Peter Knight (Pierre Chevalier) 

Cast Sybil Danning, Jack Taylor, Karin Shubert 

Parla di “terroristi eco spaziali rapiscono astronauta ma interviene squadra di cavallone per salvare capra e cavoli” 

Va bene che Sybil Danning non è mai stata attrice in film di spessore (anche se ha lavorato con Klaus Kinski ne “La notte dei Falchi” ed ha spesso intrecciato la sua strada con il cinema di genere italiano degli anni settanta) ma giungere addirittura a produrre questa action/schifezza di matrice belga, rasenta il pedice di una carriera tutto sommato dignitosa, almeno fino a qui (due anni dopo parteciperà a quell’altra schifezza simil-horror di Fred Olen Ray intitolata La Tomba). 

Prodotto realizzato esclusivamente per il mercato Home Video, da posizionare ad un passo dal reparto pornografico nonostante non vi siano scene di nudo, il film parte con una sorta di distopia sociale dove una “Jeep” spaziale viene intercettata da un gruppo terroristico chiamato Clean Space che ha lo scopo di combattere l’inquinamento spaziale. Questo primo, delirante, scenario viene narrato con un alternarsi incomprensibile di sequenze dove vediamo uno speaker televisivo che racconta tutto. Poi c’è un goffo rapimento di un’astronauta che viene prima intercettata da due falsi membri del NO.ON (che è una specie di successore dell’ONU) e poi rapita da due finti barellieri di una ancor più finta ambulanza. A questo punto entra in scena la Danning tutta vestita con borchie e pantaloncini di pelle nera a menare finti calci e finte mosse di Karate in un bar dove le comparse sono quattro scappati di casa messi lì a casaccio a fingere di fare le comparse. Coadiuvata dal mascellone Jack Taylor che passa il tempo ad alcolizzarsi, la Danning (che nel film si chiama Ilona, vabbè!) introduce un gruppo di stangone in minigonna pronte a sparare e combattere anche se la prima cosa che fanno è buttarsi in piscina non appena arrivate, tanto per mostrare un po' di carnazza in costume. 

Il resto del film sono scontri a fuoco dove muoiono solo i cattivi e dove si scopre che non c’è manco un cane di attore che sappia tenere in mano una pistola, un elicottero abbattuto con un unico proiettile, inseguimenti in moto e un assurdo cattivo che sembra un dittatore sudamericano dalla recitazione che, dire fuori dalle righe, è ancora un complimento. Per fortuna la Danning ha una pistola laser con cui fa fuori tutti all’ultimo e dato che, nella jeep disintegrata c’era anche l’astronauta rapita, mi chiedo come, nella successiva sequenza, questa possa essere partita per lo spazio al salvataggio dell’astronave bloccata tra le stelle. Boh! Comunque il film rasenta l’amatorialità più gretta e fa tristezza veder coinvolta in questo circo dell’imbarazzo, anche una Karin Shubert decisamente ormai sul viale del tramonto. Dirige un sordido Pierre Chevalier, giustamente sotto lo pseudonimo di Peter Knight. 

giovedì 10 luglio 2025

IL CASTELLO DELLE MUMMIE

(El castillo de las momias de Guanajuato, 1973) 

Regia Tito Novaro 

Cast Blue Angel, Superzan, Tito Novaro 

Parla di “tre eroici lottatori devono impedire al dottore pazzo di ringiovanire a spese di giovani vittime torturate da nanetti demoniaci e cadaveri mummificati che si attivano con il fischietto dei cani” 

Quello delle mummie urlanti di Guanajuato è uno dei misteri più affascinati ed inquietanti del messico (andatevele a scoprire sul web se non le conoscete https://www.beniculturalionline.it/location-4040_Museo-delle-Mummie-di-Guanajuato.php) che ha inevitabilmente ispirato molta della cinematografia horror locale ma anche al di fuori (non a caso Herzog apre il suo Nosferatu con una terrificante quanto suggestiva panoramica proprio dei cadaveri mummificati della nota città messicana). Ecco quindi che, nella vasta e variegata cinematografia latina, las mumias de Guanajuato  trovano posto in una serie di film dove i cadaveri essiccati si trovano a combattere contro un gruppo di luchadores all’epoca considerati delle vere e proprie star. 

Nel 1972 El Santo, Blue Demon e Mil Mascaras si trovano insieme ne “Las momias de Guanajuato” a combattere con un lottatore mummificato chiamato Satan mentre nell’ anno successivo tocca al trio Blue Angel (quello con la maschera di Capitan America con tanto di A stampata in fronte), Superzan e Tieneblas (che sembra quasi un Power Ranger) affrontare le mummie risorte da un cimitero grazie al fischietto a ultrasuoni (leggasi fischietto per cani) utilizzato da un nanetto assistente del tremendo dottor Tanner (interpretato da Tito Novaro che è anche regista del film) ne “El castillo de las momias de Guanajuato”.  In realtà della celebre attrazione di Guanajuato qua non c’è proprio traccia e il titolo resta solo un pretesto alquanto plateale di attirare spettatori con false promesse. Le mummie in questione infatti sono più che altro dei morti viventi ovvero comparse vestite di vecchi e logori abiti con ridicoli mascheroni di gomma comprati nel negozio di scherzi carnevaleschi. I mostri quindi si aggirano per piccole cittadine con lo scopo di rapire giovinette (ma anche uomini e bambini) da torturare allo scopo di estrarre un particolare ormone che renderà la giovinezza perduta al malefico Tanner, ormai ridotto a un catorcio umano al punto che deve rapire il figlio di un noto chirurgo per ricattarlo e farsi impiantare un cuore artificiale. Cuore che (contrariamente alle aspettative del cardiologo che gli dava pochi giorni di vita) funziona benissimo, anche grazie all’apporto di una messa nera che lo scienziato pazzo opera la sera successiva dopo l’intervento insieme ai suoi fedeli nanetti vestiti con il classico saio da monaco.

A contrastare il folle piano di Tanner ci pensano i tre lottatori mascherati che, tra un incontro riempitivo e l’altro contro dei rozzi contendenti (tra cui uno che si chiama troglodita e ho detto tutto!), trovano il tempo di girare tutte le chiese della zona per scoprire quale di queste ha officiato una messa di mezzanotte (il cardiologo infatti, durante la prigionia, sentiva le campane di una chiesa in piena notte). Scoperto il covo segreto di Tanner, il trio si trova all’interno di una vera e propria stanza delle torture dove menano calci e pugni alle mummiacce (e anche ai nanetti) e finalmente riescono a sgominare il folle piano del mad doctor di turno. Nel più puro stile messicano, il film è una baracconata trash pazzesca ma una di quelle, se non altro, divertenti, con gran sfoggio di pettorali misti e scene assurde (vedi i rapimenti vari che le mummie operano sulle ragazze locali, le quali svengono comicamente appena vedono i mostri). Se non altro risulta molto godibile la colonna sonora psichobeat realizzata da Bernardo Serrano che, soprattutto nelle scene finali, riesce quasi a mandare in acido lo spettatore.