(El castillo de las momias de Guanajuato, 1973) Regia Tito Novaro
Cast Blue Angel, Superzan, Tito Novaro
Parla di “tre eroici lottatori devono impedire al dottore pazzo di ringiovanire a spese di giovani vittime torturate da nanetti demoniaci e cadaveri mummificati che si attivano con il fischietto dei cani”
Quello delle mummie urlanti di Guanajuato è uno dei misteri più affascinati ed inquietanti del messico (andatevele a scoprire sul web se non le conoscete https://www.beniculturalionline.it/location-4040_Museo-delle-Mummie-di-Guanajuato.php) che ha inevitabilmente ispirato molta della cinematografia horror locale ma anche al di fuori (non a caso Herzog apre il suo Nosferatu con una terrificante quanto suggestiva panoramica proprio dei cadaveri mummificati della nota città messicana). Ecco quindi che, nella vasta e variegata cinematografia latina, las mumias de Guanajuato trovano posto in una serie di film dove i cadaveri essiccati si trovano a combattere contro un gruppo di luchadores all’epoca considerati delle vere e proprie star.

Nel 1972 El Santo, Blue Demon e Mil Mascaras si trovano insieme ne “Las momias de Guanajuato” a combattere con un lottatore mummificato chiamato Satan mentre nell’ anno successivo tocca al trio Blue Angel (quello con la maschera di Capitan America con tanto di A stampata in fronte), Superzan e Tieneblas (che sembra quasi un Power Ranger) affrontare le mummie risorte da un cimitero grazie al fischietto a ultrasuoni (leggasi fischietto per cani) utilizzato da un nanetto assistente del tremendo dottor Tanner (interpretato da Tito Novaro che è anche regista del film) ne “El castillo de las momias de Guanajuato”. In realtà della celebre attrazione di Guanajuato qua non c’è proprio traccia e il titolo resta solo un pretesto alquanto plateale di attirare spettatori con false promesse. Le mummie in questione infatti sono più che altro dei morti viventi ovvero comparse vestite di vecchi e logori abiti con ridicoli mascheroni di gomma comprati nel negozio di scherzi carnevaleschi. I mostri quindi si aggirano per piccole cittadine con lo scopo di rapire giovinette (ma anche uomini e bambini) da torturare allo scopo di estrarre un particolare ormone che renderà la giovinezza perduta al malefico Tanner, ormai ridotto a un catorcio umano al punto che deve rapire il figlio di un noto chirurgo per ricattarlo e farsi impiantare un cuore artificiale. Cuore che (contrariamente alle aspettative del cardiologo che gli dava pochi giorni di vita) funziona benissimo, anche grazie all’apporto di una messa nera che lo scienziato pazzo opera la sera successiva dopo l’intervento insieme ai suoi fedeli nanetti vestiti con il classico saio da monaco.

A contrastare il folle piano di Tanner ci pensano i tre lottatori mascherati che, tra un incontro riempitivo e l’altro contro dei rozzi contendenti (tra cui uno che si chiama troglodita e ho detto tutto!), trovano il tempo di girare tutte le chiese della zona per scoprire quale di queste ha officiato una messa di mezzanotte (il cardiologo infatti, durante la prigionia, sentiva le campane di una chiesa in piena notte). Scoperto il covo segreto di Tanner, il trio si trova all’interno di una vera e propria stanza delle torture dove menano calci e pugni alle mummiacce (e anche ai nanetti) e finalmente riescono a sgominare il folle piano del mad doctor di turno. Nel più puro stile messicano, il film è una baracconata trash pazzesca ma una di quelle, se non altro, divertenti, con gran sfoggio di pettorali misti e scene assurde (vedi i rapimenti vari che le mummie operano sulle ragazze locali, le quali svengono comicamente appena vedono i mostri). Se non altro risulta molto godibile la colonna sonora psichobeat realizzata da Bernardo Serrano che, soprattutto nelle scene finali, riesce quasi a mandare in acido lo spettatore.