giovedì 29 febbraio 2024

DEMONIA

(1990) 

Regia Lucio Fulci 

Cast Brett Halsey, Al Cliver, Meg Register 

Parla di “archeologi canadesi in Sicilia invischiati in una maledizione satanica generata dal rogo di quattro suore peccaminose” 

Gli anni novanta non sono certamente un bel periodo per il cinema di genere italiano, le produzioni sono sempre più raffazzonate, le distribuzioni sempre più limitate e la qualità latitante. Men che meno per il grande Lucio Fulci che, proprio in quegli anni deve confrontarsi con situazioni produttive imbarazzanti oltre che una serie di problemi di salute che declineranno inevitabilmente nella morte avvenuta nel 1996. Tra queste produzioni, che si contano sulle dita di una mano, compare purtroppo anche Demonia, terz’ultima opera del maestro, segnata da una serie disastrosa di problematiche tra cui il produttore Emilio Spagnolo che scompare durante le riprese senza lasciare traccia né liquidità oltre ad una serie di errori di fotografia che portarono Fulci a non voler firmare l’opera completata che venne in seguito distribuita esclusivamente in home video. 

Girato dalle parti di Siracusa, il film vede un gruppo di archeologi canadesi capitanati da Paul (Brett Halsey) e Liza (Meg Register) giunti nella cittadina di Santa Rosalia per scavare le vestigia dell’antica Grecia, si ritrovano invece immersi in maledizioni e superstizioni generate dalla leggenda di quattro suore votate al diavolo e bruciate vive nella Chiesa abbandonata in collina. Durante una perlustrazione Liza scopre dietro ad una parete i resti delle monache e da quel momento assistiamo ad una serie di omicidi, più o meno brutali e più o meno ridicoli. 

Lo skipper Porter (Al Cliver) viene fiocinato e la sua testa si ritrova attaccata all’ancora della barca, la medium Carla Cassola, dopo aver raccontato tutta la storia a Liza, viene assalita dai suoi gatti e deorbitata crudelmente (forse la scena più gore del film) mentre il povero macellaio Turi (Lino Salemme che era il punk cocainomane di Demoni 2) viene preso a colpi di carcasse di vitelli congelati nella cella frigorifera e successivamente l’effettista gli piazza un’enorme lingua di vacca in bocca per fargliela poi impalare con un chiodazzo sul tavolo. Gli ultimi 20 minuti poi sono un delirio totale culminante nello squartamento di uno dei membri dell’equipe davanti al figlio in un turbinio di sangue e budella che rimette in pace lo spettatore con il Fulci nazionale, il cui sadismo cinematografico è ormai ben noto a tutti i suoi estimatori (del resto nel film viene persino bruciato un neonato). Le sfocature errate realizzate da Luigi Ciccarese contribuiscono a dare un’atmosfera onirica all’opera che risulta comunque gradevole nel suo essere modesta ma dignitosa. Unico vero neo di Demonia, a parere di chi scrive, è la scialba musichetta realizzata da Giovanni Cristiani, totalmente disconnessa dalle immagini che pretende di accompagnare. 

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