Cast Chumbinho, Renato Alves, Eliane Gabarron
Parla di “vampiro nanetto semina il terrore tra le vittime mestruate ma un sindaco arrivista lo vuole trasformare in un’attrazione turistica”
La sua presenza in un piccolo paesino chiamato Batatao vicino a San Paolo, scatena il panico, soprattutto nelle coppiette infrattate a fare sesso contro un muretto (sempre lo stesso, per tutto il film) ma scatena anche le mire lucrative del sindaco, un vecchio baffone che gesticola come un matto ripetendo monologhi deliranti. Il suo intento è catturare il minivampiro e trasformarlo in una specie di attrazione turistica. Nel frattempo le voci della presenza del piccolo Dracula (che saltella in giro agitando un piccolo mantellino nero e sfoderando una serie di dentacci storti che sono propri dell’attore e non una protesi), richiamano una piccola troupe a girare un documentario e (perché no) a fare un po’ di sesso ripreso dal regista con grande abbondanza di culi e schiene pelose, brufoli e pieghe di cellulite messe bene in evidenza nell’inquadratura. Il sindaco assume anche una specie di cacciatore di vampiri (Renato Alves) che assomiglia stranamente all’esorciccio con tanto di corone d’aglio e crocefissi di legno in mano.
Il cacciatore però non intende uccidere il vampiro anzi sembrano divenire amici al punto che il piccolo demonietto gli confessa che la sua sfiga è quella di essere nato in Brasile, se fosse stato un vampiro americano, oggi sarebbe famoso. Girato con piglio amatoriale, in ambientazioni fatiscenti ma ricco di personaggi bizzarri (tra cui un assurdo barbone che ama masturbarsi guardando i cavalli), As Taras do Minivampiro (Lett. Le turbe di un minivampiro) è comunque ricco di sequenze che meriterebbero di entrare nella storia del cinema dalla porta del bagno di servizio. L’erezione penica del vampiro che emerge dal terreno, il mostro che lecca goloso la vagina di una ragazza con le mestruazioni e dopo si succhia godurioso il pannolino sporco di sangue e l’assalto dall’alto su una coppia intenta in una fellatio (con tranciamento del pene) sono tutte sequenze che nella loro bruttezza colpiscono lo spettatore, narcotizzato da noiosissime scene di sesso, e lo svegliano all’improvviso come una doccia fredda, dandogli modo di arrivare sveglio alla parola “Fim” dopo appena un’oretta di (dubbio) spettacolo.