lunedì 24 settembre 2018

LES DÉMONIAQUES

(Id. 1974)
Regia Jean Rollin
Cast Joëlle CoeurJohn RicoWilly Braque


Già dai titoli di testa Jean Rollin mette subito le cose in chiaro: Les Demoniaques è un film espressionista, un'opera personalissima con varie chiavi di lettura e sopratutto un appeal visionario e autoriale particolarmente evidente. I protagonisti di quella che si potrebbe definire una vecchia leggenda marinara sono tutti malvagi ed infatti il regista francese li presenta subito dopo il titolo con un commento parlato che ne evidenzia sopratutto la malvagità. C'è il capitano (John Rico) crudele e autoritario, innamorato della splendida ma perfida Tina (indimenticabile Joëlle Coeur sopratutto per le forme, ehm!) e al seguito dei due amanti diabolici, il losco Bosco (Willy Braque) e il viscido ma succube Paul (Paul Bisciglia). I quattro più che marinai sono sciacalli che vanno a raccogliere i tesori riaffiorati dalle rocce su cui si frantumano le navi. Ma una sera oltre ai tesori riaffiorano anche due giovinette sopravvissute al naufragio. I quattro non ci pensano due volte, stuprano e picchiano a sangue le due malcapitate dopodichè vanno a ubriacarsi nella taverna gestita da una vecchia che predice il futuro.

Qui il capitano comincia ad avere allucinazioni con le due ragazze trasformate in zombi sanguinolenti. Intanto arriva un marinaio che afferma di avere visto delle ombre nel cimitero delle navi (ovvero dove si è consumato il delitto dei quattro). Tornati sul posto i quattro malfattori scoprono che le due ragazze non sono morte e cercano di catturarle. Ma le due, nonostante le privazioni riescono a raggiungere le rovine di una vecchia cattedrale dove incontrano una tipa vestita da clown (Mireille Dargent già vista anche ne la Rose en Fer con lo stesso medesimo vestito) questi le accompagna al cospetto del diavolo in persona con cui hanno un rapporto sessuale da cui acquisiscono dei poteri attraverso i quali potranno eseguire la propria vendetta.

Peccato che poi alla fine 'sti poteri non serviranno a un cavolo in quanto i malfattori moriranno per cause estranee, uno inciampa in un bottiglione e si sgozza, Tina viene strozzata dal capitano in un raptus di follia, Bosco viene pugnalato sempre dal capitano che alla fine, mentre l'alta marea avvolge le due demoniache giovinette (che nel frattempo hanno barattato i loro poteri per salvare il clown) nude e incatenate a una barca, si redime e muore nel tentativo di salvarle. Il mare inghiotte tutti quanti sotto gli occhi di una processione di monaci con tanto di crocefisso ferroso.
Les demoniaques rappresenta uno dei titoli più strani di Rollin, una sorta di fiaba dark dalle suggestioni antiche, molte le scene di nudo, risse nella taverna, un pò di sangue e molte inquadrature poetiche, ottime le location e i costumi, qualche incertezza nella recitazione. Sicuramente un'opera particolare e bizzarra.

lunedì 17 settembre 2018

REEFER MADNESS

(Id. 1936)
Regia  Louis J. Gasnier
Cast  Dorothy ShortKenneth CraigLillian Miles 


Forse uno dei primi e più famosi esempi di  exploitation cinema (ovvero quelle pellicole che trattano un determinato argomento spesso violento o scabroso) questo film nacque attraverso il finanziamento di una piccola comunità cattolica al fine di illustrare i pericoli e i devastanti effetti dell'uso della Marihuana sopratutto nei riguardi dei giovani. Nota anche con il titolo "The Burning question" o "Tell your children" la pellicola di Louis J. Gasnier è paradossalmente diventata, nel tempo, una sorta di guida per novizi sull'impiego di sostanze stupefacenti grazie ad una certa precisione nello descrivere i trucchi ed i segreti per nascondere la droga nelle scarpe, all'interno di un libro oltre a tutte le informazioni necessarie su come rollarsi una canna. In ogni caso siamo di fronte ad un cult di incredibile originalità, un manifesto di propaganda che si trasforma in una testimonianza dell'ingenuità dei tempi passati nel trattare problemi delicati e spinosi come quello della droga. 

La storia del film illustra in maniera piuttosto esplicita cosa può accadere a chi cade nelle devastanti trame della Marihuana attraverso le vicende di due bravi ragazzi quali  Bill Harper (Kenneth Craig) e la sua fidanzatina Mary (Dorothy Short). Introdotto da un monito ai genitori degli studenti da parte di un sedicente Dr. Carrol (Dorothy Short) il film prosegue con Bill che finisce nelle grinfie di Jack (Carleton Young) e Mae (Thelma White), due malviventi che forniscono droga a Ralph (Dave O'Brien) e Blanche (Lillian Miles) nel loro stesso appartamento dove organizzano festini illegali a base di sigarette dopate. Bill finirà nelle grinfie di Blanche che lo inizierà alla Marihuana mentre Ralph tenterà di farsi Mary, stordito dalla droga Bill litiga con Jack al quale partirà un colpo di pistola che ucciderà Mary. Arrestato per Omicidio, Bill verrà processato e condannato all'impiccagione ma grazie all'intervento della polizia che arresterà i malviventi e Blanche scagionerà completamente Bill prima di suicidarsi. 

Colpiscono molto certi stereotipi sull'uso della Marihuana ma sopratutto le facce assatanate dei fumatori, tutti intenti a ridacchiare con gli occhi sbarrati. Il tutto condito da una velata accusa alla musica del diavolo (Così era considerato a quei tempi il Jazz) che sottolinea in sottofondo le drammatiche gesta a cui assistiamo. Non a caso il primo drogato che viene individuato nel film è il pianista del bar dove i giovani si ritrovano a ballare. Nel 2005 questo film ha anche ispirato un musical che, ovviamente, rende omaggio all'involontaria comicità di questo piccolo capolavoro nascosto. Non so voi, ma dopo averlo visto, mi è venuta voglia di farmi una canna!

martedì 11 settembre 2018

HORROR OF THE BLOOD MONSTERS

(Id. 1970)
Regia Al Adamson
Cast John CarradineRobert DixVicki Volante


Al Adamson ha realizzato almeno una decina di film in cui la parola "Blood" era di rigore, questo anche grazie alla propensione del nostro per il riciclaggio cinematografico, questa volta parliamo di un film filippino in bianco e nero che viene completamente destrutturato e montato con scene aggiuntive ad opera del regista, il quale ci delizia con uomini dai finti canini zannuti giganti che sporgono beffardi dalle bocche dei mostri che hanno ormai conquistato il mondo occidentale. Per ovviare al Bianco e nero del prototipo originale Adamson ha inventato il rivoluzionario sistema "Spectrum X" con il quale troneggiavano i manifesti e le locandine all'epoca. 

In realtà Al Adamson ha semplicemente virato le scene sui colori basilari cambiandone colore a seconda della scena. Per il resto il film si divide tra scene selvagge in cui primitivi dentuti cercano di distruggere gli esseri umani. Gli eroi della situazione sono i soliti astronauti capitanati da John Carradine che devono indagare sulla natura delle misteriose mutazioni avvenute sulla terra. Sul pianeta maledetto troveranno di tutto, uomini pipistrello, uomini aragosta, uomini vampiro (incredibili e divertentissimi i rozzi costumi di questi mostri) ma alla fine risolveranno il problema. 

E' sintomatico che, in un film titolato al sangue, non se ne veda manco una goccia, tuttavia il prodotto è alquanto intrigante per le ambientazioni molto anni '60, per la rozzezza degli effetti che rendono il tutto altamente divertente. In Italia questo film ebbe una fugace apparizione nei cinema con l'improbabile titolo " 7 per l'infinito contro i mostri spaziali" (eh?).

lunedì 3 settembre 2018

L'INVASIONE DELLE API REGINE

(Invasion of the bee girls, 1973)
Regia Denis Sanders
Cast William SmithAnitra FordVictoria Vetri


Nei sotterranei archivi di una cinematografia nascosta, Bee Girls rappresenta una piccola perla, prototipo del vero cinema di exploitation anni '70, quei films, per intenderci, in cui tutti gli attori vestivano completamente in jeans con i capelli a caschetto. Nella pellicola diretta da Denis Sanders troviamo tutti quegli elementi che hanno condizionato la science fiction dell'epoca, ovvero i richiami alla rivoluzione sessuale e i pericoli nascosti dal governo e dagli esperimenti scientifici. In questo caso il male è nascosto nella donna, mutata ad ape regina che cerca di fecondarsi attraverso la ricerca spasmodica del sesso e uccide le sue malcapitate vittime maschili nell'estremo sforzo dell'accoppiamento. 

Il tutto all'interno di un centro di ricerche di uno sperduto paesino della provincia americana dove l'agente della sicurezza Neil Hagar (William Smith) deve vedersela con una serie di morti per trombosi mentre in tutta la zona comincia a spandersi il terrore di un cordone sanitario che imponga l'astinenza come forma di prevenzione al terribile male che affligge la cittadina. All'interno di una storia che si sviluppa come un'indagine diretta magistralmente scopriamo a poco a poco come questa mutazione spande i suoi semi a tutte le donne fino a crare una sorta di psicosi dove un gruppo di bulli cerca di stuprare Victoria Vetri per vendetta e dove un distinto medico tradisce la moglie per Anitra Ford che interpreta la dottoressa Susan Harris in realtà untrice principale di una mutazione che trasforma gli occhi delle appestate in vitrei globi oscuri da insetto. 

Pulsazioni Cormaniane che si rimandano a The Wasp Woman, sesso accennato con generose visuali di prosperose nudità (che belli quei nudi ancora umani e non più stravolti dal silicone!) ed una psicosi ben espressa attraverso un plot narrativo efficace e divertente. Un film che scorre via liscio ma che carica i propri contenuti sessuofobi all'interno di una generazione ormai divorata dalla pornografia e dal libertinismo più espansivo...tutto questo prima che arrivasse l'AIDS!