venerdì 16 febbraio 2024

BATWOMAN – L’INVINCIBILE SUPERDONNA

(La mujer murciélago, 1969) 

Regia Renè Cardona 

Cast Maura Monti, Roberto Cañedo, Armando Silvestre 

Parla di “supereroina rubata alla DC comics e trasformata in lottatrice deve affrontare mostro subacqueo rubato a Jack Arnold” 

Questa pellicola del prolifico Renè Cardona è una bizzarra creatura cinematografica divenuta, negli anni ottanta, un punto di riferimento della programmazione televisiva sulle reti private, negli orari pomeridiani.  Nello specifico la componente weirdo principale è l’assurda mescolanza di generi, dove si ruba letteralmente alla DC comics un personaggio creato nel 1956 da Bob Kane e da Sheldon Moldoff e lo si trasforma in una luchadora, ovvero una delle pittoresche lottatrici mascherate che tanto successo riscontravano nel cinema latino (in particolare quello messicano dove è stato prodotto il film) nel tentativo di creare una nuova icona al femminile in grado di bissare il successo del grande El Santo. 

A questa già strana combinazione si rincara la dose mettendo in scena un plot fantascientifico dove si richiama nientemeno che Il Mostro della Laguna Nera in versione economica, ovvero con un costume da uomo pesce visibilmente plasticoso dove la maschera sembra un incrocio tra un camaleonte e una mosca, mentre il colore rossastro della tuta fa sembrare il gill-man ispanico un enorme gamberone umanoide. La trama vede una serie di lottatori ripescati in mare e privati chirurgicamente della ghiandola pineale. Ad indagare viene chiamata la supereroina Batwoman (interpretata dall’attrice milanese Maura Monti), che come il suo compare Bruce Wayne, è una ricca annoiata che eccelle in tutti gli sport (sebbene noi la vediamo esibirsi esclusivamente nel tiro a segno e a cavallo). 

A tempo perso la donna si maschera da pipistrello e da consigli alle altre luchadores ma, di fatto, nel film non partecipa a nessun incontro. Fa decisamente sorridere la tuta grigia con cui si presenta agli allenamenti, anche perché sembra renderla goffa e appesantita. Meno male che, per il resto del film la vedremo in bikini, immersa nelle profondità del mare, attaccata ad un siluro in miniatura. In ogni caso si scoprirà la presenza dell’ennesimo professore pazzo (coadiuvato dall’aiutante che, guarda caso, si chiama Igor) che cerca di creare un uomo pesce (ma il motivo di siffatto esperimento non ci verrà rivelato) chiamato Itticus (un nome, una pescheria!). 

Dopo una colluttazione con la nostra eroina, il mad doctor ne uscirà sfregiato con l’acido e griderà vendetta con il proposito di trasformare Batwoman in una donna pesce, ma i piani diabolici verranno sventati proprio dal buon Itticus che ad un certo punto, grazie ad uno stratagemma della protagonista, impazzisce e massacra tutti i cattivoni. Pur nella sua assurdità, il film è abbastanza scorrevole, forte di un’esigua durata e di molte scene di azione, anche se alcune decisamente ridicole. Certo non poteva mancare nel finale, la rivalsa maschile. Dopo tanta esibizione di eroismo al femminile, in cui l’uomo viene relegato a personaggio negativo (i cattivi ad esempio) o comunque inetto e inefficiente (vedi il compagno di Batwoman che le prende continuamente dal pesciolone) basta un topolino a terrorizzare Batwoman e a riportarla nell’universo del sesso debole, tra risate a profusione dei partner uomini che possono finalmente riconsiderare la loro superiore mascolinità. 

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