venerdì 18 aprile 2025

NUDE BOWLING PARTY (1995)

Regia Jason Williams 

Cast Jaqueline Lovell, Tammy Parks, Scott Spiegel 

Parla di “parodia di un programma televisivo dove le giocatrici tirano le palle completamente nude ma i birilli non cadono mai” 

Realizzato con l’intento di parodiare il celebre programma televisivo americano “Bowling for dollars”, questa sorta di straight to video che non raggiunge neanche l’oretta canonica, è un’ode al sessismo più becero, dove l’intento principale, se non si fosse già capito dal titolo, è quello di mostrare quattro fotomodelle americane in formissima, che si spogliano completamente e giocano a coppie ad una partita di bowling. Il programma viene poi intervallato da imbarazzanti televendite di spray contro la puzza di piedi e altre amenità edificanti. 

Un presentatore in giacca e farfallino da l’avvio al gioco mentre due cronisti fanno quello che possono per commentare il noiosissimo sviluppo della partita. Si, perché l’avvenenza delle quattro concorrenti è inversamente proporzionale alla loro capacità di gioco. Nei primi lanci le quattro ragazze, che sono Barbie (Jaqueline Lovell), Tina (Cory Lane), Bambi (Tammy Parks) e Francine (Taryn Carter), iniziano a togliersi reggiseno e mutandine ma dopo neanche due tiri, sono già completamente nude, a metà gioco la videocamera non si preoccupa neanche più di inquadrare birilli e palla ma si sofferma unicamente su tette e culi delle ragazze che, prima di ogni lancio, fanno mossette tipiche di fotomodelle alle prime armi. In generale, si denota una certa incapacità nel gioco soprattutto da parte della seconda concorrente, Bambi, una rossa con una collana a girocollo e le tette rifatte che non ne becca una neanche per sbaglio e manda in continuazione la palla fuori.  La migliore è sicuramente Barbie che riesce persino, verso la fine, a mettere a segno un paio di Strike. Le oche però non sembrano prendersi molto a cuore gli sviluppi della partita e vanno avanti con un sorriso ebete stampato in faccia, a parte Barbie (la mia preferita, se non si era già capito!) che verso la fine sostiene un’espressione tra il corrucciato e il concentrato andante.

Dalla disperazione persino uno dei due cronisti si offre di insegnare alle quattro come si lancia la palla e, in effetti, dopo la lezione le cose vanno un pochino meglio. A lato della partita ci sono un paio di fotografi sudaticci e arrapati identificati come Joe Pornofsky e il suo assistente e qui c’è la sorpresa! Si tratta infatti della comparsata nientemeno di Scott Spiegel, collaboratore assiduo di Sam Raimi e regista di un cult assoluto come Intruder – Terrore senza volto, e Ivan Raimi, fratello di Sam e sceneggiatore dei suoi capolavori come L’armata delle Tenebre, Darkman e ovviamente The Evil Dead. Dulcis in fundo, un’altra curiosità di questo incommentabile video è proprio la regia, ad opera di Jason Williams, protagonista del celebre softcore fantascientifico “Flesh Gordon – Andata e ritorno dal Pianeta Porno” (Titolo poi trasformato, per esigenze di censura in “andata e ritorno dal Pianeta Korno”). 

venerdì 11 aprile 2025

MR. NO LEGS (1978)

Regia Ricou Browning 

Cast Ted Vollrath, Ron Slinker, Lloyd Bochner 

Parla di “sicario senza gambe ma dotato di carrozzina sparatutto, tenta la scalata nel giro della droga” 

Non si può parlare di questo filmaccio exploitation dei tardi anni settanta, senza prima spendere due parole sul suo protagonista Ted Vollrath, considerato poi che questo è l’unico film a cui partecipò, scritto peraltro a sua immagine e somiglianza. Vollrath, ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti, perse entrambe le gambe durante la guerra in Corea, questo però non gli impedì, dopo grandi sforzi e tanta forza di volontà di diventare cintura nera di Karate e successivamente grande maestro di arti marziali. Appare, poi, quasi paradossale che in Mr. No Legs, Vollrath accetti la parte del cattivo, peraltro un cattivo veramente sadico e crudele, nonostante la sedia a rotelle. 

Curiosamente il film risulta essere l’ultima regia di Ricou Browning, un nome che ai più non dirà nulla se non il fatto di essere stato il mostruoso Gill man de Il Mostro della Laguna Nera e i successivi sequel realizzati sull’iconico uomo pesce. Detto questo, siamo di fronte a un tipico poliziesco anni settanta realizzato in economia assoluta, con grandi scazzottate, storie di droga e malavita e sul finale un assurdo inseguimento automobilistico dove le auto si vanno a sfasciare nei modi più impensati, al solo scopo di spettacolarizzare un film poverissimo. La storia verte inizialmente su uno studentello che partecipa allo smercio di un carico di droga, organizzato dal cattivissimo Mr. No Legs, un sicario della mala senza gambe ma dotato di una carrozzella super accessoriata con fucilazzi incastrati nei braccioli. Solo per quest’idea, il film andrebbe adorato senza se e senza ma. Ma il nostro sicario è anche e ovviamente, un esperto di arti marziali e quando il boss tenta di disfarsi di lui, ecco sferrare micidiali fendenti di karate e colpire i suoi avversari con il moncherino. 

In un impeto di estremo machismo, il buon Vollrath si esibisce anche in un una serie di flessioni con l’ausilio delle sole braccia appoggiate sulla carrozzina. La storia prosegue con la morte accidentale della findanzata di Ken, il quale chiama Mr. No Legs per far sparire il corpo, questi però non si accontenta e fa sparire anche lo studente. Il fratello poliziotto della ragazza indaga insieme ad un collega belloccio in perfetto American Style. Mr. No Legs, nel frattempo, tenta la scalata al potere, accoltella le infiltrate, affoga i nemici in piscina e spara da tutte le parti come una sorta di carrarmato su due ruote. Sul finale si lascia pure intendere che Mr. No Legs non sia veramente morto nell’ultimo scontro a fuoco, forse per lasciare la possibilità di un seguito mai realizzato. Comunque il film, nella sua povertà, è divertentissimo e violento quanto basta per una serata di spensieratezza (uno di quei film, insomma, che piacciono tanto a mr. Tarantino), nel cast troviamo anche il mascellone John Agar protagonista di Tarantola di Jack Arnold, tanto per rimanere in tema di classic monster movie. Sicuramente dopo aver visto Vollrath in azione, ci penserete su due volte prima di occupare un parcheggio per disabili!   

venerdì 4 aprile 2025

HOW TO MAKE A DOLL (1968)

Regia Hershell Gordon Lewis 

Cast Robert Wood, Jim Vance, Bobbi West 

Parla di “professorino nerd inventa macchina che produce donnine ma poi scopre l’amore e non se ne fa più nulla” 

Era il 1968, iniziava la stagione del libero amore, del pomicio studentesco, del rock psichedelico e delle droghe mistiche. In questo frangente anche il padrino del Gore Hershell Gordon Lewis, dovette adattarsi, cinematograficamente parlando, e andare incontro ai rinnovati gusti del grande pubblico. Ecco quindi che in questo anno molto particolare, il nostro maestro dello splatter a basso costo, fu coinvolto nella produzione di una serie di pellicole giovanilistiche in cui la carnazza presa dal macellaio sotto casa, veniva momentaneamente messa in frigorifero a favore di tematiche più attuali come le bande giovanilistiche (She Devils on Wheels) e i primi pruriti sessuali adolescenziali.  

Insomma la parola d’ordine è SESSO e Lewis, bizzarramente realizza questa commediola dai toni fantascientifici in cui un professore di matematica di nome Percy (Robert Wood) vuole a tutti i costi scoprire i misteri dell’amore, ma è talmente nerd da non accorgersi che gli studenti pomiciano dietro le sue spalle mentre è intento a spiegare la lezione. Ovunque si aggiri nel campus, vede coppiette che si sbaciucchiano avvinghiate, un paio addirittura imbucati nella sua bizzarra utilitaria a tre ruote, frutto di un incrocio tra una 500 e un’ Apecar. Recatosi dal suo collega, il professor West (Jim Vance) scopre che lo stesso ha approntato una macchina per realizzare materialmente i desideri. Infatti Percy vede comparire all’improvviso il tenero coniglietto che ha sempre desiderato. 

Ma ovviamente, fra le molteplici voglie dei due scienziati non poteva esserci che la donna perfetta, ed ecco che il supercomputer, tra una risata (si si, il computer ride e fischia quando produce!) e un lampeggio di lampadine, sforna bellissime ragazze disposte a soddisfare qualsiasi desiderio dei due maschi. Preso dalla multicreazione femminile, il dottor West verrà risucchiato nella macchina insieme alle donnine e scomparirà felice in un multiverso sconosciuto mentre il buon Percy incontrerà una bionda studentessa di nome Agnes (Bobbi West), anch’essa un po' nerd e potrà quindi innamorarsi alla vecchia maniera, che è sempre la migliore a quanto pare. Decisamente reazionario e anche un po' (molto) sessista, il film è di una povertà assoluta, sul finale si dilunga in maniera esponenziale nel goffo corteggiamento tra i due fidanzatini con tanto di classico incontro coi genitori nel salotto buono. Le gag comiche sembrano ammiccare ai classici di Charlot e Buster Keaton ma la sensazione è di una pallida improvvisazione senza alcun mordente. Quando Percy viaggia sulla sua assurda utilitaria sembra di vedere qualche episodio di Mr. Bean con la sola differenza che qui non si ride mai, neanche per sbaglio. Fortunatamente il buon Lewis si ravvederà da questi obbrobri in celluloide nel 1970, tornando al buon vecchio splatter nel suo capolavoro The Wizard of Gore.