giovedì 7 marzo 2024

O ESTRANHO MUNDO DE ZÉ DO CAIXÃO

(1968) 

Regia Jose Mojica Marins 

Cast Jose Mojica Marins, Luiz Sérgio Person, Oswaldo De Souza 

Parla di “horror estremo antologico dove è possibile godere appieno della macabra filosofia di Jose Mojica Marins” 

Presentato da un Jose Mojica Marins in primissimo piano, a colori, e visibilmente invecchiato (sequenza probabilmente inserita anni dopo rispetto alla realizzazione del film), questo horror antologico realizzato successivamente al secondo capitolo della trilogia di Coffin Joe (Esta Noite Encarnarei no Teu Cadáver) si compone di tre episodi dove il nostro amato autore pazzo brasiliano ci sforna altre prove della sua macabra filosofia, un horror che, nella sua estrema povertà non è scevro di momenti di alto cinema accompagnati da un gusto estremo per il sadismo, lo splatter e la necrofilia. Il primo episodio “il fabbricante di bambole” è abbastanza dozzinale, narra la storia di un vecchio artigiano famoso per il realismo delle sue creazioni e in particolare degli occhi che applica alle bambole, particolarmente realistici. 

Lo aiutano nel suo lavoro le sue quattro bellissime figlie. Una notte vengono assaliti da un gruppo di sconsiderati, attratti dal suo patrimonio. Quando i quattro delinquenti scoprono la presenza delle ragazze si abbandonano ad un festino di violenza carnale in cui Mojica Marins ostenta erotici primi piani di corpi femminili in penombra. Le attrici, tuttavia, non sembrano reagire allo stupro con particolare emozione, sembrano infatti oscillare tra l’apatia e un abbozzo di eccitazione sessuale. Scopriremo comunque che il vecchio fabbricante di bambole ha in serbo una brutta sorpresa per i quattro balordi. Il secondo episodio “Taras” racconta di un venditore di palloncini che stalkerizza una bellissima donna e, quando questa muore, si reca furtivo nella tomba per sfogare la sua passione necrofila. Realizzato praticamente senza dialoghi, questo cortometraggio è la cosa migliore mai realizzata dal regista brasiliano, uno splendido sunto autoriale della sua filosofia malata. 

Il terzo e ultimo episodio (Ideologia) riporta in auge il personaggio di Zé Do Caixão che si presenta nelle vesti dello scienziato Oãxiac Odéz ad un dibattito in cui afferma che l’istinto prevale sulla ragione e cerca di provarlo a danno del professore rivale e sua moglie, imprigionandoli a casa sua per sette giorni, legati e torturati senza cibo e acqua. Il film si chiude in un guazzabuglio di immagini in cui Jose Mojica Marins ci propina un bestiario di rospi, lucertole, serpenti e ragnoni che si mescolano insieme ad un’orgia cannibalistica dove il protagonista, ritrovatosi nelle iconiche vesti di Zé Do Caixão si abbandona felice a pasteggiare con dita e piedi delle sue vittime mentre schizofrenici fulmini disegnati sulla pellicola ci accompagnano alla parola Fine, o meglio alla parola FIM! 


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