martedì 3 aprile 2018

ATLANTIC RIM


(Id. 2013)

Regia Jared Cohn

Beh, che volete dirgli a quelli della Asylum? Come biasimarli se in coda al megakolossal "Pacific Rim" di Guillermo del Toro, ci hanno piazzato l'immancabile mockbuster? E cosa vogliamo farci se, essendo già stato usato l'Oceano Pacifico, hanno preso in prestito quello atlantico per realizzare Atlantic Rim, fratellino povero e imbarazzato che ci accoglie sin da subito con mostruosi draghi sottomarini, tutti uguali nelle fattezze ma variabili nelle dimensioni, che si buttano a capofitto sulla costa americana? La perla, in ogni caso, sono i tre robottoni protagonisti, tre brutte copie di pupazzetti snodabili dalla faccia indecifrabile, contrassegnati da tre colori diversi (si perchè se no non si capiva la differenza) capaci però di scendere a 800 metri sott'acqua per non vedere poi un cazzo di niente, sfrecciare nel cielo per arrivare a Manhattan e rimanere a secco di benzina, tirare fuori ridicole armi con cui manco riescono a colpire il mostro e dulcis in fundo, integrare i propri sensori con i tre piloti in modo da fargli provare un sacco di dolore quando si prendono le mazzate dai mostri. Non parliamo poi delle scene di distruzione, realizzate al computer in modo arcaico e approssimativo, al punto che le stesse scene vengono ripetute in vari momenti del film in stile mantra/weirdo/arrangiamoci. 

La cosa che fa rimanere perplessi è che comunque di soldi per il cast, le comparse le scenografie ne sono stati spesi, perchè allora risparmiare così tanto sugli effetti digitali? Il sospetto che mi sorge dal profondo è che la Asylum calchi la mano sui VFX caciaroni per mantenere intatto il suo stile di Trash Company, stile che negli anni gli ha conferito una notevole fama e un nutrito stuolo di appassionati di schifezze e mostri giganti che spopola in rete e sbava all'ennesimo trailer di Crockula Vs Hiegermaister e roba del genere. Chiusa la parentesi sugli effetti ne apriamo una a parte sui protagonisti, anch'essi, come nella buona tradizione Asylum, tamarri ed irrimediabilmente idioti. il protagonista Red (David Chokachi) è il solito scavezzacollo dedito al bere e a far casino, la tipa Blue (Jackie Moore) fa tutta la fighetta positiva e sorridente che ti verrebbe voglia di prenderla a badilate sui denti, poi c'è il nero che fa il terzo incomodo, tutto saggio e coraggioso, che non esita a buttarsi in una casa infuocata per salvare una stupidissima e cicciosa ragazzina che ovviamente ha pensato bene di rifugiarsi in una villa in fiamme per scampare al mostro. Poi ci sono i cadaveri sparsi per la città, tutta una serie di comparse alle quali ci hanno spruzzato sopra un po di sangue finto (ma non troppo...che diamine!) e stesi per terra in posizioni assurde.

La povertà che si avverte nelle scene con i cadaveri è seconda soltanto all'imbarazzo delle sequenze del mostro quando spunta dal mare, il quale ogni tanto sembra gigantesco, a volte medio,  a volte salcazzo! Poi non mancano la dottoressa racchia che si esprime a monosillabi, il generale saggio interpretato dal pellerossa Graham Greene di Balla coi Lupi, che dice sempre la cosa giusta e il militare nazista che non vede l'ora di buttare una bella bomba atomica sulla città. Alla fine il mostro viene lanciato in orbita con una testata nucleare, il robottone Red cade dallo spazio e non si fa nulla, tutti a posto, tutti bene..andiamo a festeggiare. Nella storia c'è anche uno strano momento in cui i tre piloti accennano a un triangolo amoroso che ovviamente si scioglie come neve al sole in quella montagna di minchiate scritte a vanvera dal solito sceneggiatore di turno. Dirige senza troppa convinzione il giovane Jared Cohn di cui aspettiamo la prossima opera con la stessa ansia con cui si attende il proprio turno per fare la colonscopia.

Nessun commento:

Posta un commento