(Id. 1986)
Regia Genie
Joseph
Sfortunato nella sua travagliata
realizzazione datata 1984, il film di Brendan Faulkner e Thomas Doran,
inizialmente doveva intitolarsi "Twisted souls" ma rimase nel limbo
del dimenticatoio per un paio d'anni a causa di alcuni problemi finanziari
legati alla post produzione che lo congelarono fino a quando il regista Eugenie
Joseph ne aggiunse alcune sequenze e lo editò con il titolo che attualmente conosciamo.
Vedendo il risultato finale viene da chiedersi "ma chi ve l'ha fatto
fare?" dal momento che si tratta di una produzione smaccatamente trash,
decisamente confusionaria e narrativamente parlando "imbarazzante".
Ambientato in un unica notte
colorata da un blu elettrico tipicamente anni ottanta, il film parte con le
vicende di un ragazzino bruttarello con un mostruoso apparecchio ai denti che
incontra un tipo tra le tombe di un vecchio cimitero, dal discorso dei due
veniamo a scoprire che il bimbinello è scappato di casa perchè i genitori si
sono dimenticati del suo compleanno. Per sua sfortuna nella vecchia casa
isolata qualcuno invece si è ricordato di lui imbandendogli una festa a
sorpresa solitaria con torte e robottini semoventi di cui non si capisce il
senso. Intanto sulla strada una carovana di auto seguono un punk ubriacone
verso la magione, dietro di lui un paio di coppie mal assortite.
Tra le tombe spunta un ragazzino
mostro che grugnisce in continuazione ed ha il solo merito di porre fine alla
spaventosa recitazione dell'altro ragazzino seppellendolo vivo. Nella casa c'è
un vecchio stempiato che parla con un altro giovane mostro tutto blu, i due
preparano un sortilegio giocando a scacchi, vittime del maleficio saranno i
malcapitati ospiti non attesi della carovana d'auto, ai quali toccherà passare
una notte infernale a base di tavolette Ouja, mostruose creature pesciolate,
donne orientali che mutano in spaventosi ragni giganti, una statua della morte
con tanto di falce e occhiacci rossi e una delle ragazze del gruppo che diventa
un demone con la faccia da cagnaccio. Lo stempiato invece fa risorgere dalla
tomba la sua amata che lo rinnega, gli pianta un punteruolo sulla fronte e
finisce inseguita da una schiera di morti viventi che non sanno più dove andare.
La recitazione, in generale, è ai minimi storici, la sceneggiatura non esiste,
si salvano invece le trasformazioni e le creature gommose tipiche di quegli
anni oltre alle atmosfere cupe che invadono completamente le scene per tutto il
film. Pervade totalmente invece il senso di inutilità di questa pellicola, se
non quello di inondare con una brutta VHS i cestoni dei supermercati
dell'epoca.
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