(Id. 1980)
Regia di Umberto Lenzi
Cast Hugo Stiglitz, Laura Trotter, Maria Rosaria Omaggio
Quello che mi piace veramente di un
regista/artigiano onesto e capace come Umberto Lenzi è la sua piena
consapevolezza degli obiettivi da raggiungere in rapporto alle possibilità a
disposizione. Il nostro se ne frega dell’estetica, non importa se una goccia di
fango arriva sull’obiettivo o se quello che cade dalle montagne russe è
visibilmente un manichino, l’importante è il film in sé stesso e quello, se si
parla di “Incubo sulla città contaminata”, c’è a tutti gli effetti.
Il risultato dei suoi sforzi registici molto
spesso appare rozzo, villano, politicamente scorretto, ma dannatamente
efficace, la tensione poi c’è tutta e nessuno spettatore può dire “che palle
stò film!”.
Incubo... può essere considerato a tutti gli
effetti il canto del cigno della poetica Lenziana, un film rozzo, brutale,
diretto allo stomaco senza troppi sofismi ma anche 90 minuti di pura adrenalina
con la marcia in più dell’aver creato, mescolando il frappè horror del passato,
qualcosa di nuovo che, come vedremo più avanti, porterà grande ispirazione ai
registi del nuovo millennio.
Lenzi, nel narrarci della terribile invasione
di contaminati assassini, mescola dentro Zombi (il solito colpo alla testa),
vampiri (i contaminati bevono il sangue delle vittime per rigenerare le proprie
cellule) e i contaminati-killers di The Crazies e gli orrori della bomba
atomica così come visti dal cinema nipponico. Questo pout-pourri di orrori
viene addirittura aviotrasportato con un Hercules che piomba nella pista aerea
di una città americana non meglio identificata con il suo carico di assassini
dalla faccia ustionata, le prime sequenze sono da manuale, Lenzi ci fa
attendere il giusto prima di veder apparire i mostri, da lì poi il massacro, i
mostri sembrano quasi più dei terroristi che altro, usano armi bianche ma non
lesinano con mitra e fucili. Per il giornalista Miller (un Hugo Stiglitz
mono-espressivo ma perfetto per la parte) e la moglie Hanna (Laura Trotter) il
resto del film è una sorta di road movie per sfuggire alla miriade di assassini
che si aggirano per i confini della città, mentre nel Quartier Generale dell’esercito il Generale Murchison (Mel Ferrer) pare abbia
le mani legate dal governo.
Il bello di tutto questo è che la trama
lascia intendere che l’invasione stessa non sia generata semplicemente da un
generatore nucleare mal funzionante, ma che ci sia sotto qualcosa di più…chi
invia gli aerei cargo pieni di mostri? Perché il governo non vuole avvisare la
popolazione? Tutto lascia presagire un colpo di stato, il che se fosse stato
magari rivelato alla fine avrebbe potuto elevare “Incubo sulla città
contaminata” ad uno dei migliori horror italiani dello scorso ventennio, ma
forse non sarebbe stato più un film di Lenzi, uno di quegli spettacoli dove non
importa perché le cose accadono, l’importante è che accadano e affanculo
l’estetica! A quella ci penserà poi Danny Boyle in “28 Days Later...” quando
riesumerà i contaminati killer dando vita al nuovo modello di zombie-corridore
tanto sfruttato nel nuovo horror contemporaneo. Nel cast anche Maria Rosaria
Omaggio e Francisco Rabal impegnati in una relazione amoroso un pò improbabile,
una scultrice ed un militare? Questo è il cinema baby!
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