domenica 9 dicembre 2018

VAMPIRE GIRL VS. FRANKENSTEIN GIRL


(Kyûketsu Shôjo tai Shôjo Furanken, 2009)

Regia Yoshihiro Nishimura, Naoyuki Tomomatsu
Cast Yukie Kawamura, Takumi Saitoh, Eri Otoguro

Il trash sembra imperversare sempre più nel nuovo cinema nipponico, anche se parliamo comunque di un trash anomalo in quanto fortemente voluto da chi realizza l’opera e non “involontario” come certe produzioni low budget degli anni sessanta. Certo, in casi come questo,  esiste anche, da una parte, l’esagerazione tipica degli autori del sol levante, volta ad esprimersi soprattutto nello splatter più cartoonesco fatto di immense docce di sangue che sembrano non finire mai, in arti tagliuzzati e corpi rimodellati in forme gommose che sembrano uscire da un quadro di Picasso, ma volta anche verso riferimenti occidentali come il cinema Camp tipico dello stile  di John Waters e più ancora della Troma, rimandi esemplificati soprattutto attraverso personaggi esagerati all’ennesima potenza come le Ganguro Girls, studentesse afro-fanatiche al punto da tingersi di nero come  finte africane per vincere delle gare sportive, oppure nelle insostenibili gare per il taglio dei polsi che non mancano di riferirsi al disagio sociale della gioventù giapponese.

Fatto sta che il film dei registi Yoshihiro Nishimura (che aveva già diretto il cultissimo Tokyo Gore Police nonchè autore degli effetti di Make-up di quest'ultimo e di un analogo cult come The Machine Girl)  e Naoyuki Tomomatsu  (autore della sceneggiatura) tratto da un fumetto Manga di Shungiku Uchida non manca di divertimento soprattutto nella sua parte iniziale, con il primo, sanguinosissimo scontro tra la vampirella e tre mostruose studentesse Frankenstein. La storia poi riparte dal principio quando assistiamo alla consueta tradizione del San Valentino orientale in cui sono le ragazze a regalare i cioccolatini al ragazzo che filano. Peccato che lo sappia anche il viscido professore (Takashi Shimizu), che ha come hobby lo stalking e la perquisizione di borse e borsette per requisire il  cioccolato avvolto in romantici pacchetti colorati. L’unica che riesce a nascondere il dolce è il nuovo acquisto della classe, la giovane, bella Monami (Yukie Kawamura) riservata al punto che soprattutto nei giorni di forte sole scompare misteriosamente.

Destinatario del cioccolato è l’aitante Mizushima (Takumi Saitô) unico belloccio della classe anche se non particolarmente sveglio, ma essenndo l’unico bello della classe è anche conteso da Keiko (Eri Otoguro) viziatissima figlia del vicepreside Kenji Furano (Kanji Tsuda) che a tempo perso si dedica a folli esperimenti ai danni di ignari studenti travestito da Kabuki in compagnia della dottoressa della scuola Midori (Sayaka Kametani) affetta da psico ninfomania. Ad ogni modo Monami mette il proprio sangue nel cioccolatino trasformando il giovane in un suo simile. Queste attenzioni non piacciono alla prepotente Keiko che si scaglia su di loro dopo averli scoperti a fornicare in terrazza. La vampirella però la getta di sotto. A questo punto il padre di Keiko, grazie al prodigioso sangue della vampira rinvenuto per terra in infermeria, ricompone la figlia e la trasforma in una creatura assemblata con parti umane.

Lo scontro avverrà sulla torre di Tokyo, tra mani e gambe mozze, fiumane di sangue e mostruosità varie, il tutto condito da eccessi di demenza, ralenty a volte insopportabili e qualche lungaggine soprattutto nel finale. Certo ci si diverte, peccato che la CGI abbia sostituito un po’ troppo l’artigianalità dello splatter fatto con lattice e gomma, rendendo tutto un po’ troppo freddo e digitale, fortuna che prodotti del genere non debbano mai essere presi sul serio, forse neanche catalogabili come horror, in ogni caso val bene l’oretta e mezza di divertimento che promette.




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