lunedì 5 febbraio 2018

NECROMANCER

(Id. 1988)
Regia
Cast  , ,



C'è da dire che non era facile riuscire a trasmettere un tale senso di deprimente povertà come quello raggiunto da questa unica prova degna di nota del regista filmaker Dusty Nelson, basti pensare alle scene iniziali dove la necromante del titolo, una brunetta ricciolona dallo sguardo un pò trasognato, officia le sue maledizioni all'interno di una squallida tenda rossa ricavata da qualche baracca messa in piedi con il nastro adesivo. Non basta saturare di rosso la scena e buttarsi sopra il solito gigantesco pentacolo disegnato con il trattopen per dare l'idea della messa nera. Non parliamo poi del suo delirante assistente, un nerd occhialuto a cui sembra abbiano leccato i capelli un branco di lama impazziti e, ciliegina sulla torta, ci piazza sopra una specie di piuma verde di pappagallo che sembra dargli un'assurda aria punk stile Troma. 

Oltretutto il Nerd non si capisce cosa cazzo stia a fare lì, assistere non assiste, passa il tempo a sgranare gli occhi da dietro la tenda e alla fine cerca di avvisare la protagonista Julie del male a cui sta andando incontro.  "Tu no, non voglio che tu muoia" - Lo avvisa il nerd che sembra essersi infatuato della bella biondina che manco conosce. Va un pò meglio nelle sequenze in cui la giovane studentessa viene stuprata da tre balordi compagni di classe all'interno di un vecchio teatro. Non contenti i tre la ricattano e la umiliano al punto che Julie decide di rivolgersi alla necromante brunetta che, nel suo annuncio sul giornale (sic!) promette vendetta, tremenda vendetta! 
 Ecco allora che la fattucchiera, dopo un ridicolo sortilegio, sputa fuori un doppione di Julie che va a trovare i tre balordi con intenti vogliosi che si tramutano in una creatura mostruosa a cui, per prima cosa, gli vengono gli occhi verde evidenziatore e poi dentacci da squalo. Peccato che manchi quasi totalmente lo splatter necessario a rendere quest'opera interessante. Dopotutto la trama, costruita secondo canoni tipicamente da cinema anni ottanta, si lascia seguire senza particolari momenti di noia, segno che, se non altro, la sceneggiatura, è scritta decentemente ed il montaggio risulta abbastanza scorrevole. Quello che assolutamente stona è l'ambientazione tristo-borghese provinciale anni ottanta, alimentata da una buona dose di povertà scenografica che da al tutto lo stesso sapore di un cinemino amatoriale fatto con gli amici dentro al box sottocasa. 

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