Regia Dusty Nelson
Cast Elizabeth Kaitan, John Tyler, Rhonda Dorton
C'è da dire che non era facile
riuscire a trasmettere un tale senso di deprimente povertà come quello
raggiunto da questa unica prova degna di nota del regista filmaker Dusty
Nelson, basti pensare alle scene iniziali dove la necromante del titolo, una
brunetta ricciolona dallo sguardo un pò trasognato, officia le sue maledizioni
all'interno di una squallida tenda rossa ricavata da qualche baracca messa in
piedi con il nastro adesivo. Non basta saturare di rosso la scena e buttarsi
sopra il solito gigantesco pentacolo disegnato con il trattopen per dare l'idea
della messa nera. Non parliamo poi del suo delirante assistente, un nerd
occhialuto a cui sembra abbiano leccato i capelli un branco di lama impazziti
e, ciliegina sulla torta, ci piazza sopra una specie di piuma verde di
pappagallo che sembra dargli un'assurda aria punk stile Troma.
Oltretutto il Nerd non si capisce
cosa cazzo stia a fare lì, assistere non assiste, passa il tempo a sgranare gli
occhi da dietro la tenda e alla fine cerca di avvisare la protagonista Julie
del male a cui sta andando incontro.
"Tu no, non voglio che tu muoia" - Lo avvisa il nerd che
sembra essersi infatuato della bella biondina che manco conosce. Va un pò
meglio nelle sequenze in cui la giovane studentessa viene stuprata da tre
balordi compagni di classe all'interno di un vecchio teatro. Non contenti i tre
la ricattano e la umiliano al punto che Julie decide di rivolgersi alla
necromante brunetta che, nel suo annuncio sul giornale (sic!) promette vendetta,
tremenda vendetta!
Ecco allora che la fattucchiera, dopo un
ridicolo sortilegio, sputa fuori un doppione di Julie che va a trovare i tre
balordi con intenti vogliosi che si tramutano in una creatura mostruosa a cui,
per prima cosa, gli vengono gli occhi verde evidenziatore e poi dentacci da
squalo. Peccato che manchi quasi totalmente lo splatter necessario a rendere
quest'opera interessante. Dopotutto la trama, costruita secondo canoni
tipicamente da cinema anni ottanta, si lascia seguire senza particolari momenti
di noia, segno che, se non altro, la sceneggiatura, è scritta decentemente ed
il montaggio risulta abbastanza scorrevole. Quello che assolutamente stona è
l'ambientazione tristo-borghese provinciale anni ottanta, alimentata da una
buona dose di povertà scenografica che da al tutto lo stesso sapore di un
cinemino amatoriale fatto con gli amici dentro al box sottocasa.
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