Regia Ciro Ippolito
Cast Belinda Mayne, Mark Bodin, Roberto Barrese
25 anni esatti prima, questo film
ha precorso The Descent e le calustrofobiche paure a cui esso si ispira. Certo
i budget erano diversi e si vede, ma l'idea di base, quella di trasmutare alien
nelle cavità della terra è oltremodo geniale. Sopratutto se si considera che
questo film ha tutto un suo sapore di risparmio maccheronico, l'ostentazione
dei dettagli, il percepire ma non far vedere: queste sono le forze con cui si è
misurato il nostro beneamato Ciro Ippolito. A partire dalla sua italica firma,
questa pellicola diventa inaspettatamente un film più americano che americano
non si può, la prima mezz'ora, intervallata da documenti d'epoca di lanci
spaziali e ammaraggi, si svolge in una perfetta ambientazione californiana in
cui il Cirozzo si cimenta in una sequenza da incubo con bambina trasformata in
alieno (e quello che si intravede è veramente crudele).
Il tutto prosegue poi
in una location quantomai naturale (è stato girato in una vera caverna ) ma ben
per questo assai realistica, negli abissi della terra, in cui le stalattiti
assumono forme faliiche che suscitano, in certe scene, una buona dose di
ilarità. Il bello è che non si vede nulla per tutto il film, nonostante
l'intera spedizione speleologa viene decimata dal viscido e tentacolare alieno
che s'insinua da un corpo all'altro.
Persino nel finale in cui la protagonista
Belinda Mayne, scopre con orrore che tutta la terra è invasa dagli alieni
(rimando di ispirazione Fulciana), vediamo tutto in soggettiva pulsante di
carne extraterrestre quasi a voler dire che gli alieni siamo noi. Ma no, non
mettiamo in bocca a questo dignitoso prodotto d'esportazione filosofie che non
reggono. Eppure c'è forza e visionarietà in certe sequenze lentissime in cui la
telecamera si inietta nei corpi straziati da uno splatter spesso realizzato con
dubbia professionalità. Certamente all'estero, dove il film è uscito nella
versione Uncut, le sensazioni sono diverse, la sequenza in cui uno speleologo
viene decapitato dall'interno è da maestro
e da noi (ovviamente ) è stata tagliata.
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