(Id. 1970)
Il cinema trash rappresenta le
fondamenta del cosiddetto cinema mainstream, la gettata di cemento da cui si
dipana tutto quello che vediamo al cinema successivamente, una gettata che
sicuramente non ha un bell'aspetto ma che sorregge, attraverso idee anche
geniali, il mondo di sopra, fatto di luce e perfezione. Se vi sembra che sto esagerando
provate a guardarvi questo Equinox, operina da quattro soldi realizzata in
totale amicizia da un trio di operatori cinematografici quali Jack Woods, Mark
Thomas McGee e Dennis Muren, quest'ultimo raggiungerà poi le vette di Hollywood
proprio grazie agli effetti a passo uno del film.
Equinox sembra un incubo lovecraftiano girato
da un regista affetto da demenza senile e interpretato da un gruppo di ragazzi
in preda ai fumi della droga, inizia con il protagonista David che fugge da non
si sa quale misteriosa creatura, attraversa una radura e salta l'unico albero
che c'è sulla strada (movimento che non ha altra ragione se non il creare un pò
di azione in un film altrimenti statico), raggiunge la carreggiata e viene
investito da un auto senza conducente. Lo rivediamo poi in un sanatorio per
malati mentali che guarda stranito un rosario penzolante. Un investigatore
giunto per indagare, prova a chiedergli la ragione di quell'attaccamento verso
il crocifisso e viene assalito dal giovane rabbioso. Attraverso una
testimonianza registrata inizia poi la storia vera e propria con la solita voce
fuori campo che fa lo spiegone iniziale, altrimenti non capiremmo che si parla
di quattro giovani studenti in gita per un picnic che vanno a trovare il
professore geologo abitante una baita isolata.
Durante il tragitto vengono
osservati a distanza da un ranger sopracciglione a cavallo, presenza ricorrente
per almeno la prima mezz'ora del film, che spunta all'improvviso per farsi i
cazzi dei ragazzi. I quattro trovano la baita del prof distrutta e vedono in
cima ad una collina un castello, mentre si avvicinano al maniero sentono strani
rumori dentro una cava dove un vecchio demente emette una risata talmente finta
da risultare quasi inquietante. Il vecchio gli regala un librone rilegato in
pelle umana, antenato diretto del Necronomicon di Sam Raimi (Evil dead) che
deve aver sicuramente amato questo film dal momento che ne ha copiato pari pari
una scena (il libro che rotea nell'aria). Il volume contiene simboli esoterici
e religiosi con cui gli studenti traggono ispirazione per farsi amuleti con i
bastoncini. Dopo aver trovato tracce di caprone ("Tu sei un geologo, cosa
ne pensi?" dice un giovane all'altro, tanto per rendere l'idea della
demenzialità dei dialoghi...) Susan, la ragazza di David si allontana dal
gruppo e incontra di nuovo il Ranger sopracciglione che si infila un anellone
dalle forme vagamente peniche e diventa un mezzo matto con borse nere sotto gli
occhi e la bocca oscenamente spalancata in primo piano (bleah!) mentre cerca di
limonare la ragazza. Fortuna che il crocifisso di Susan la salva ma la ragazza
sviene e non ricorda niente di quanto è successo.
Intanto gli altri giovani trovano
nel libro un foglietto del geologo (interpretato nei vari flashback dal
romanziere Fritz Leiber) che narra di un polipone a passo uno che devasta la
sua baita, animato dalle formule esoteriche del libro, che aprono un varco
spazio temporale da cui vedremo uscire una specie di scimmione con la cresta da
casuario, un cavernicolo gigante pittato come l'incredibile Hulk e un demone
alato con la coda a forma di tridente. Insomma una festa weirdo che sembra
uscita da un incubo di Ray Harryhausen, passando per H.P. Lovecraft per
raggiungere direttamente Sam Raimi ispirandogli in un colpo solo tutta la
trilogia de "La Casa". Non parliamo poi degli incappucciati che si
gettano nel vulcano in una sequenza tutta color seppia, che deve sicuramente
aver ispirato Coscarelli per Phantasm. Cigliegina sulla torta, poi, le
animazioni a passo uno, grezze ma efficaci, hanno permesso al suo realizzatore
Dennis Muren di ottenere, oltre ai complimenti di Harryhausen stesso, un posto
di rilievo nei Visual effects della trilogia di Guerre stellari realizzata da
George Lucas. Insomma Equinox è sicuramente molto rozzo, recitato da cani a due
zampe che fanno espressioni assurde per tutto il film, con una trama
pasticciata e demenziale, fotografia e regia quasi inesistenti ma supportata da
idee molto innovative ed effetti sorprendenti per la qualità stessa della
pellicola. Un b-movie modesto e a tratti imbarazzante ma che ha fornito non
pochi spunti al cinema fantastico delle generazioni successive.
Nessun commento:
Posta un commento