Regia Rafael Portillo
Cast Ramón Gay, Rosita Arenas, Crox Alvarado
Dopo aver importato i vampiri
dalla Transilvania, l'uomo lupo dall'Inghilterra, il Mad Doctor dall'America e
Frankenstein dalla Baviera, il mercato cinematografico messicano si era
evidentemente rotto i coglioni ed esprimeva il desiderio di creare, per il
cinema horror locale, un mostro più marcatamente nazionale. In effetti mancava
solo la mummia vivente, ma importarla dall'Egitto, in un paese che ha le più
belle piramidi del mondo, sarebbe stato interpretato, dal popolo, come un
affronto gravissimo. Ecco allora che Rafael Portillo assieme a Guillermo
Calderon, si inventa una vera e propria mummia atzeca, di fattezze più o meno
orribili, e la butta dentro un calderone in pellicola che spazia dalla commedia
al cinema avventuroso, passando dall'horror alla fantascienza fino al
poliziesco. Un baillame di generi che inspiegabilmente riesce a raggiungere il
suo ordine delle cose ed infatti porta a casa uno dei successi cinematografici
del 1957 generando successivamente altri
2 sequel, uno girato quasi contemporaneamente "La maldición de la momia
azteca" e uno per l'anno successivo "La momia azteca contra el robot
humano". Il successo di questo primo titolo non lascia i nostri
distributori indifferenti, infatti di lì a poco esce anche in Italia con il
titolo "Il risveglio della mummia", salvo poi passare nei pomeriggi
delle TV private ad ammaliare ragazzini teledipendenti per tutti gli anni
ottanta.
A dir la verità la qualità cinematografica de "La Momia
Atzeca" è veramente pessima, non a caso, è un film rivolto ai ragazzini
piuttosto che ad un pubblico di estimatori del cinema horror. Le prime immagini
ci portano ad un congresso dove il professor Almada espone una teoria bislacca
secondo cui, attraverso l'ipnosi, si può portare una persona a ricordare
episodi della sua vita precedente. Teoria giustamente irrisa dai membri del
congresso ma non dalla moglie dello scienziato, Flora, la quale si offre
volontaria per fare da cavia all'esperimento. Nell'imponente e lussuosa villa
di Almada, che si scopre essere un figlio di papà viziato e milionario (con
tanto di domestico atzeco al seguito), lo scienziato esegue l'esperimento e per
lo spettatore il film si trasforma per 20 minuti in un autentico supplizio
visivo in cui veniamo costretti ad assistere ad un balletto in costume atzeco
con penne, piume e un ridicolo sacrificio umano, tutto girato con una lentezza
disarmante. Dopo l'esperimento lo scienziato decide di entrare nella piramide
dove è stato compiuto il sacrificio e dove è stata sepolta la fanciulla atzeca
in cui Flora si è evidentemente reincarnata (La ragazza infatti fu sepolta
assieme al guerriero Popoca di cui era innamorata), si intrufolano nottetempo
nella camera segreta della piramide e si prendono come souvenir una pettorina
di metallo appartenuta evidentemente al guerriero sepolto.
La cosa non piace
molto alla mummia di Popoca, una sorta di gobbo di Notre Dame con una maschera
che sembra uscita direttamente da una tragedia greca o dal carnevale imbruttito
di Venezia, il quale si intrufola nottetempo a casa dello scienziato per rubare
la pettorina spaventando a morte la figlia e uccidendo il domestico atzeco
(almeno si pensa che sia morto...in realtà viene solo spinto ma fa tutta una
sceneggiata da sembrare veramente in punto di morte!). In tutto questo aleggia
la figura di uno strano supercriminale chiamato El Murcielago alias "Il
Pipistrello" che indossa un cappello e maschera nera e agita il mantello
sopra le piramidi spaventando a morte l'assistente idiota del professore. In
realtà a parte pedinare la famiglia di Almada e venire arrestato ignominiosamente
senza aver neanche compiuto nessuna malefatta, il pipistrello è solo una figura
di contorno, inutile come i due scagnozzi che ogni tanto il regista ci propone
intenti a sfumacchiare nervosamente. Alla fine per sconfiggere la mummia il
padre di Almada sfodera un crocifisso forse pensando di essere in un film di
vampiri...eppure funziona!! Tutto questo nonostante il povero Popoca
probabilmente non ha mai saputo neanche lontanamente chi fosse Gesù Cristo. In
ogni caso il film finisce con il solito pippone moralista e la povera mummia
sconfitta dopo neanche mezz'ora di partecipazione a quest'assurda pellicola.
Tanto basta però alla Momia Atzeca per diventare un'icona irresistibile del
cinema weirdo.
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