Regia Alfonso Brescia
Cast Sirpa Lane, Vassili Karis, Lucio Rosato
Ultima incursione di Alfonso
Brescia (con lo pseudonimo di Al Bradley) nella fantascienza, a chiusura di un
tentativo di saga interstellare cominciata nel 1977 con Battaglie negli spazi stellari e proseguita
rispettivamente con Anno zero - guerra nello spazio e La Guerra dei Robot. In
realtà La Bestia nello spazio è più un tentativo di riciclaggio del materiale
dei vecchi film che un capitolo conclusivo. L'introduzione dell'elemento
erotico o pornografico che dir si voglia, in una sottosaga che faceva il verso
a Star Wars è comunque una valida testimonianza del mutare dei tempi e dei
gusti del pubblico.
Lo straordinario riscontro al botteghino del film "La
Bestia" , soft erotico fantasy diretto da Walerian Borowczyk aveva appena
sdoganato il sesso nel cinema rendendolo autorale a più livelli, "Una
garanzia di successo!" deve aver pensato Brescia, al punto da tentare
l'ardito esperimento di una commistione tra pornografia e fantascienza (già
vista nel divertentissimo e ultracult Flesh Gordon ). Set, costumi e persino il
mostruoso robottone Zakor vengono spudoratamente recuperati per dar vita a uno
strano ibrido di generi, mescolando western, horror, sci-fi, fantasy e eros. Alfonso
però non si ferma qui, recupera anche Sirpa Lane, la protagonista del film di
Borowczyk e ce la piazza dentro con tanto di sogni erotici ricorrenti di un
orrendo satiro dotato di un mostruoso pene...
Il film muove la trama dalla
ricerca del prezioso Antalium, minerale rarissimo ma necessario per la
costruzione di armi neuroniche, che scatena una sorta di febbre dell'oro fra
mercenari galattici e capitani interstellari coraggiosi. Tra flashback erotici,
risse in bar spaziali e androidi dorati assolutamente ridicoli, il film sfocia
nell'immancabile orgia finale che fa intendere ad un possibile taglio, nella
versione italiana, vista anche l'estrema castità delle scene a cui assistiamo.
Probabilmente Brescia ha voluto più ricreare un soft-core che realizzare un
vero e proprio porno ed il risultato finale, deludente sotto tutti i punti di
vista, diventa un'enorme pacchianata interstellare, apprezzabile per il suo
gusto demodè e per il fatto di aver realizzato una scopiazzatura di un film
d'arte per trasformarlo in una mera operazione commerciale.
Curiosità: In Germania il film è
uscito con lo stesso titolo di "One Million Years B.C. " (Bestie aus
dem Weltraum) capolavoro sci-fi con le creature a passo uno dell'immenso Ray
Harryhausen.
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